48. Jack

2.2K 122 8
                                    

Al rientro dal nostro weekend, Anna insiste per andare a trovare Claire e Tom, perché desidera dare loro la notizia del nostro fidanzamento. Considera Claire una sua grande amica e ciò mi rincuora, dato che con Giulia al momento i rapporti sono inesistenti. Vorrei tanto poter fare qualcosa per risolvere tutto, ma lei non risponde nemmeno alle mie telefonate.

Prima di recarci dai Rossetti, passiamo da Ettore a prendere Dos.
«Ci siamo fidanzati!» esclama Anna non appena vede l'anziano uomo. Il Bovaro, un po' perché ha sentito la nostra mancanza, un po' perché percepisce la gioia nella voce di Anna, le salta addosso, tutto scodinzolante, rischiando di buttarla a gambe all'aria come sempre.
Ettore scoppia a ridere e mi dà una pacca sulla spalla. Come gli altri anche lui è al corrente del fatto che sto continuando a organizzare il matrimonio in segreto e che, anche se la data con Anna non è ancora stata fissata, ci sposeremo il ventisette luglio.

«Congratulazioni ragazzi, vi auguro molta felicità!»
Anna corre ad abbracciarlo e Dos non riesce a fare a meno di unirsi all'abbraccio.
«Sarà anche ora che abbiate un altro figlio oltre a questo gigante peloso» osserva Ettore con tono casuale, facendo arrossire Anna.
«Direi che è ancora un po' presto per fare piani del genere, no?» Lei concorda e io la stringo forte a me.

Salutiamo l'ex proprietario della Tana delle Storie e saliamo sulla Dodge insieme a Dos.
«Scommetto che i bambini saranno felicissimi di giocare con lui» afferma Anna allegra.
«Già, Tom invece no. Dice che ogni volta che vedono Dos gli chiedono un cucciolo.»
«Con il bambino in arrivo, sarebbe un impegno troppo grande» fa una pausa, poi domanda: «A te che nome piacerebbe dare ai nostri figli?»
L'uso di quell'aggettivo possessivo mi riempie il cuore di gioia ed, essendo fermo a un semaforo rosso, mi volto a guardarla.
«Mi piacciono i nomi particolari e poco usati.»
«E se poi tuo figlio o tua figlia ti odiassero perché gli hai dato un nome troppo strano?» ribatte.
«Suggeriscimene uno particolare che non sia troppo strano e ti dirò se mi piace.»
Lei si prende un po' di tempo per riflettere e scatta il verde, così riparto.

Quando siamo davanti a casa di Tom e Claire, Anna ha trovato un nome.
«Che ne pensi di Azzurra, per una bambina?»
«Mi piace molto e a te?»
Annuisce. «Sì, credo che nostra figlia potrebbe chiamarsi Azzurra.»
Sono così al settimo cielo che, anche se durante la visita a casa di Tom e Claire il mio amico mi chiama in disparte per consigliarmi di rivelare tutto ad Anna, «Perché non si sa mai», non mi faccio prendere un attimo dai dubbi. Voglio sposare Anna il giorno del suo ventiseiesimo compleanno e lo farò.

I preparativi per il matrimonio procedono senza intoppi e finora sono riuscito a non farmi scoprire da Anna, con cui continuo a discutere su una data ipotetica per l'anno prossimo. Lei stessa mi ha confidato che vorrebbe sposarsi in estate e che le dispiace che quella stagione sia così lontana. La sua frase: «Se non fosse una follia da organizzare, potremmo sposarci quest'estate» ha messo fine a qualsiasi dubbio io o gli altri potessimo avere. Anche Tom ha smesso di farmi la paternale ogni volta che mi vede.

Per mantenere la segretezza il mio carattere discreto mi è molto d'aiuto. Temo un po' per la lingua lunga di Elena. Essendo una ragazzina è sempre fin troppo entusiasta per tutto e a volte rischia di farsi scappare qualcosa di fronte alla futura sposa.

Sposare Anna. Mi sembra incredibile. Pensare che qualche anno fa la seguivo per i corridoi della scuola durante la ricreazione o speravo di incontrarla in mensa nelle ore buche.

Ricordo un giorno in particolare, che credevo sarebbe stato la svolta decisiva, quando mi ero finalmente messo in testa di presentarmi a lei, con una scusa stupida.
Avevo dei volantini che pubblicizzavano una serata in un locale dove avrebbero suonato i Crunchy Melodies, per ben mezzora. Era durante il nostro ultimo anno di superiori.
Tom e Alex erano fuori a chiacchierare con delle ragazze che se la tiravano troppo, mentre io ero rimasto in mensa a ripassare per la verifica di storia.
Il chitarrista non era uno che si impegnava troppo nello studio, mentre il bassista era il tipico studente che prendeva il massimo dei voti con il minimo impegno.
Io invece dovevo impegnarmi e studiare se volevo ottenere dei buoni risultati. Non ero un secchione, ma ci tenevo a portare a casa delle valutazioni decenti.
Avevo visto Anna entrare in mensa con Giulia e altre loro amiche. Era bella come sempre, indossava un paio di jeans e un maglioncino rosa attillato. I capelli sciolti sulle spalle ondeggiavano in maniera ipnotica.
Avevo sospirato e poi avevo abbassato lo sguardo sul libro di storia, preoccupato che potesse accorgersi che la stavo fissando.
Poi però mi ero detto che non ci sarebbe stato niente di male se l'avessi avvicinata per darle uno dei volantini per il concerto dei Crunchy Melodies. Era una mossa casuale, non avrebbe pensato che ci stavo provando con lei se avessi distribuito il foglio anche ad altra gente lì presente.
Avevo cominciato a frugare nello zaino per prendere i volantini, quando avevo sentito una risata odiosa, quella di Andrea.
Da bravo osservatore qual ero, avevo già notato che Anna era attratta da quell'idiota ed era anche il fatto che lui fosse così diverso da me che mi rendeva restio a tentare di attaccare bottone con lei. Andrea era il classico tipo che vestiva abiti costosi e all'ultima moda, sicuro di sé e con uno stuolo di ammiratrici e amici che avrebbero perso la loro dignità per avere la sua approvazione. Io ero un ragazzo che non si faceva problemi ad essere sé stesso, che si esprimeva attraverso un look eccentrico, i tatuaggi e la musica. Sebbene, ad oggi, i tempi della cresta siano più che passati, i tatuaggi e la musica soprattutto sono parte integrante del mio modo di essere.
Anna era avvampata alla vista del ragazzo che le piaceva.
«Oh, ragazze, eccovi qui!» aveva detto Andrea, senza nascondere uno sguardo sfacciato sul seno di Giulia, che era già abbondante all'epoca.
Lei e Anna non avrebbero potuto essere più diverse. Una formosa e sfacciata, l'altra decisamente meno vistosa e più riservata. Era anche per quest'ultimo motivo che mi piaceva, forse in fondo avevo sperato che, essendo timida e silenziosa come me, avremmo potuto avere molto in comune.
Giulia si era messa subito a ridere e scherzare con Andrea e i suoi amici, mentre Anna aveva tirato fuori un romanzo dallo zaino, fingendo di leggere per nascondere l'imbarazzo.
È inutile dire che io ci avevo già ripensato e avevo messo via i volantini. Non avrei parlato con lei quel giorno, né per oltre altri sei anni a venire.
A un certo punto Andrea aveva preso il libro dalle mani di Anna e l'aveva derisa: «Stai sempre a leggere. Forse se alzassi un po' il naso da questi noiosi libri saresti più interessante» aveva parlato a voce alta e molte persone in mensa l'avevano sentito e si erano voltate a guardare la scena.
«Dai, lasciala stare. Ad Anna piace leggere, cosa c'è di male?» l'aveva difesa Giulia.
«Beh, se spera che uno come me la noti, dovrebbe dedicarsi ad altro» aveva ribattuto il moro, con un'aria da vero e proprio coglione.
In quel momento Tom e Alex erano rientrati e mi avevano raggiunto. Avevo fatto loro cenno di tacere.
«A cosa?» aveva domandato Anna. In quel momento avrei voluto sprofondare io per lei.
Andrea gli era scoppiato a ridere in faccia. «Scommetto che sei ancora vergine, eh! Avresti proprio bisogno di qualcuno che ti insegnasse un paio di cosette, ma non sei per niente il mio tipo. Sei troppo piatta.»
A quelle parole ero scattato in piedi e Andrea mi aveva lanciato un'occhiata, incuriosito. Mi aveva sfidato a dire qualcosa in difesa di Anna, lo so.
Però non avevo avuto il coraggio in quel momento. Ero stato a guardare Anna che correva in bagno a piangere, seguita da Giulia.

Quella volta ero stato codardo, ma non sbaglierò più. Desidero starle accanto in ogni circostanza.

***

Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo. Spero ci sia piaciuto! Andrea vince il premio simpatia, eh?
Alla prossima e grazie per i vostri voti e commenti!

Maria C Scribacchina

Foto, bugie e melodieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora