Appena arriviamo a casa, Dos va in cerca della sua brandina e ci si sdraia sopra, sbadigliando.
«Hai ragione, è davvero un cucciolotto adorabile» mormoro, accarezzando la testa del cane.
«Gli do da mangiare, poi sono da te.» Il tono di Anna è piuttosto eloquente.
La lontananza di due mesi si sta facendo sentire.
Subito dopo che ha posato le due ciotole, con le crocchette e l'acqua per il cane, vicino alla brandina, l'afferro senza che lei riesca a protestare e me la carico in spalla.
«Che fai?» mi domanda, ridacchiando.
«Ti porto in camera da letto. Conoscendo le tue doti culinarie, meglio rimandare la cena di qualche ora.»
Mi dà dei colpetti sulla schiena. «Sei tornato più simpatico di prima, devo dire!»
Rido con lei, poi la poso sul letto e torniamo entrambi seri.
«Mi sei mancata» mormoro, abbassando la cerniera della felpa che indossa.
Lei vede il tatuaggio sul mio polso. «Questo, è nuovo?» Legge il suo nome.
«Non me l'avevi detto!» In questo momento vorrei tanto avere in mano una macchina fotografica, per immortalare la sua espressione per sempre; tutto quello che posso fare è imprimermi nella memoria le sue labbra leggermente dischiuse e il suo sguardo stupito.
«Volevo farti una sorpresa» rispondo, guardandola negli occhi.
«Ci sei riuscito di sicuro. Ma non ti pentirai di avere il nome di una rompiscatole come me tatuato per sempre sul tuo corpo?»
«No, affatto. Anche perché ho già la tua immagine tatuata per sempre nel mio cuore e nella mia mente.»Per tutta la sera ci dimentichiamo del resto del mondo e quando ceniamo sono già le dieci passate.
«Ammetto che sei migliorata» commento, gustando ciò che ha preparato, mentre Dos ci osserva sdraiato sulla sua brandina.
«Era la prima volta che mi cimentavo con le lasagne, ma grazie ai consigli di mia mamma, devo dire che sono venute bene.»
Le sorrido. «Sei stata davvero bravissima. Secondo me anche lui ne vorrebbe un po'.» Accenno a Dos, che si accorge di essere stato chiamato in causa e lascia il suo giaciglio per avvicinarsi al tavolo.
Poggia la testa sulla mia coscia e mi guarda con aria implorante.
Prendo una forchettata di lasagna dal mio piatto e faccio per posarla a terra vicino al cane, ma Anna mi ferma, esclamando: «Sto cercando di non viziarlo, per favore non dargli niente!»
«Non riesco a mangiare, se mi fissa così. Solo un pezzettino, così almeno se ne andrà.»
Lei scoppia a ridere. «Se gli darai da mangiare una volta, non te lo toglierai più di torno. Se avanza qualcosa, ogni tanto, possiamo dargliela, ma è per il suo bene, credimi.»
«Ok, capo.» Ingoio il boccone sulla forchetta e leggo negli occhi di Dos l'espressione di chi è stato tradito amaramente. Distolgo lo sguardo e riporto l'attenzione su Anna.
«Direi che stasera non facciamo in tempo per la nostra improvvisata a Giorgio e alla sua fidanzata.»
«Ti sentiresti in colpa se fossero già andati a letto?» le domando e ignoro Dos che bussa col muso sulla mia gamba.
Anna scuote la testa. «Se lo meriterebbero, di essere svegliati mentre dormono i loro sogni tranquilli. È incredibile quanto la gente che fa del male agli altri sia quella che riesce a dormire meglio.»
Mi alzo dal tavolo e Dos torna sulla sua brandina, conscio del fatto che non riceverà niente da mangiare, per ora. «Allora andiamo. Chiudiamo finalmente questa faccenda.»
Prima di uscire sparecchiamo e faccio cadere, per sbaglio, un po' di ragù di carne nella ciotola di Dos. Anna mi fissa con una nota di rimprovero negli occhi castani, ma io alzo le spalle, fingendo indifferenza.Una volta davanti alla villa dove Giorgio abita con la fidanzata e i futuri suoceri, osservo: «Capisco perché non voleva lasciarla. Questi se la passano proprio bene.» Alcuni dettagli nella costruzione sono la firma inconfondibile di uno degli architetti più in voga negli ultimi tempi e basta un colpo d'occhio per capire la qualità elevata dei materiali utilizzati.
«Senti chi parla!» mi prende in giro Anna.
«Un giorno te la passerai bene anche tu» ribatto, fissandola negli occhi color nocciola e lei ammutolisce.
La prendo per mano. «Su, andiamo.»
Anna suona al citofono.
« È un videocitofono, non ci apriranno mai» mormora, sconsolata.
«Chi è?» risponde la voce di un uomo dal forte accento straniero.
«Buonasera, mi scusi per l'orario. Sono Jack, il batterista dei Crunchy Melodies, il gruppo che suonerà alle nozze.»
Anna di fianco a me si porta una mano sulla bocca, in attesa.
«Entrate.» La risposta è inaspettata per lei, quanto lo è per me.
«Non avrei mai sperato che ci cascasse sul serio» le sussurro.
«In effetti non hai neanche specificato di chi fossero le nozze! Per me quello non ha capito un acca di ciò che hai detto.»
Alzo le spalle e varco il cancello che si sta aprendo elettronicamente. «L'importante è che siamo riusciti a entrare.»
All'ingresso veniamo accolti da un inserviente che ci fa strada fino a un grande salone, arredato in una maniera eccessiva per i miei gusti. Tutto sembra voler ribadire quanto siano ricchi coloro che abitano questa villa.La famigliola felice è seduta su un costoso divano di pelle.
«Buonasera» salutiamo, con finto tono cortese.
La faccia di Giorgio meriterebbe una foto e anche quella della sua ragazza non è da meno.
«Chi sono queste persone?» chiede la madre della futura sposa.
Devo sforzarmi per trattenermi e non mettere le mani al collo alla ragazza. Ci credo che Giorgio si sia fatto tentare da Giulia, questa tipa è davvero brutta. E non è da me dare giudizi troppo severi sulle ragazze.
Pensare che abbia fatto aggredire Anna mi manda in bestia.
«Giorgio, lui è del gruppo che suonerà al matrimonio. Non l'hai contattato tu?» esordisce un uomo basso e tarchiato, dopo essersi consultato con il domestico che ci ha aperto. Il futuro suocero di Giorgio sfoggia una chioma smaccatamente posticcia appollaiata sulla sommità del capo.
«Io non so nemmeno chi sia» ribatte l'altro, sistemandosi gli occhiali sul naso con aria noncurante.
Sento le mani prudermi, ma non mi scompongo. «Strano, dato che frequentavamo anche la stessa scuola superiore e che la tua dolce fidanzata ha fatto pestare la mia.»
Non mi va di perdere tempo con inutili giri di parole.
«Se l'ho fatto è perché lei ha sedotto il mio Giorgio» sbotta la racchia, alzandosi in piedi.
«Carina, credo tu abbia sbagliato persona» esclama Anna al mio fianco. «Io con questo non ci andrei neanche se mi pagassero.»
«Che bugiarda! E allora com'è che ogni volta che spariva, era a casa tua che veniva?»
«Vedo che hai fatto male le tue indagini. Veniva a casa mia ma non era con me che si incontrava. Comunque questo te lo potrà spiegare lui. A me interessa che tu paghi per quello che mi hai fatto, brutta stronza codarda!»
«Signorina, moderi i termini. Sicuramente deve esserci un errore» si intromette la madre, una di quelle donne che si sforzano eternamente per apparire più giovani e provocanti delle proprie figlie.
«Direi che Federica ha ammesso tutto.» Ora è il padre a parlare, che sembra l'unico ragionevole in questa casa. «Ditemi come possiamo fare in modo che l'accaduto venga dimenticato. Quanto volete? Posso firmarvi un assegno.» No, nemmeno lui si salva.
Anna gli scoppia a ridere in faccia. «Non ho bisogno di soldi. Voglio che sia fatta giustizia.»
«Signorina, ho una squadra di avvocati che la manderà in rovina, se dovesse continuare con quest'idea della denuncia.»
Questa volta è il mio turno di ridere. «Sta parlando con le persone sbagliate. Se pensa di intimorirci con una battaglia legale, sappia che non intendiamo tirarci indietro.»
Sono abituato a queste cose, dal momento in cui ho raggiunto il successo con i Crunchy Melodies. Le beghe legali sono all'ordine del giorno quando si è famosi.
«Fede, scusati con Anna, magari la farà sentire meglio.» L'intervento di Giorgio è davvero patetico.
«Hai paura di perdere parte della tua eredità?» lo provoca Anna.
«Che eredità? Questo qui non sposerà più mia figlia, mi sembra chiaro. Non sapevo avesse avuto una relazione e quella stupida non me l'ha rivelato, altrimenti avrei interrotto prima il fidanzamento.»
Federica si mette a piagnucolare: «Papà, non essere così precipitoso. Giorgio ha detto che d'ora in poi mi sarà fedele. Dove lo trovo un altro fidanzato?»
«Coi soldi che hai non avrai problemi» la rincuora la madre. Strano modo per consolare una figlia.
Anna mi tira per un braccio. «Direi che è arrivato il momento di andarcene.»
«Bene, signori, allora riceverete presto nostre notizie» concludo, dopodiché ci dirigiamo verso la porta.Una volta fuori, a qualche metro dalla porta, qualcuno mi dà uno spintone.
«Dovevate proprio rovinarmi tutto? Per colpa vostra ora sono senza lavoro, finirò in mezzo a una strada!»
«Non è colpa nostra. Dovevi pensarci, prima di divertirti con Giulia» ribatto, con tono duro.
«E voi dovevate farvi i cazzi vostri!» Giorgio tenta di colpirmi, ma è talmente goffo che manca il bersaglio di netto.
«Andatevene, tu e quella troia della tua ragazza!» sbotta, indispettito.
Non ci vedo più dalla rabbia e gli mollo un pugno, centrandolo in piena faccia.
«Jack!» strilla Anna, allarmata.
«Se l'è meritato, ha insultato la mia ragazza.»
Ce ne torniamo a casa, ignorando i lamenti di dolore dell'idiota alle nostre spalle.***
Ciao a tutti! Sono riuscita a trovare il Wi-Fi per postare il nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto!
Alla prossima,
Maria C Scribacchina
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Foto, bugie e melodie
RomanceCrunchy Melodies #2 (autoconclusivo) [COMPLETA] Questo è il secondo volume della serie sui Crunchy Melodies, non è obbligatorio leggere la prima storia, ma è consigliabile. Nel caso, cercate sul mio profilo "Un bacio tra le note" Jack ha quasi venti...