8. Jack

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Il sabato sera mi presento a casa di Anna con un quarto d'ora di anticipo. Mi sento agitato come un adolescente al suo primo appuntamento, seduto sulla mia dodge, indeciso sul da farsi. Presentarmi qualche minuto prima di quanto concordato sembrando impaziente, oppure no?
Patetico per uno di quasi venticinque anni abituato a suonare su un palco di fronte a migliaia di persone.

Alle dieci scendo dall'auto e vado a suonare al campanello. Ancora non mi capacito del perché abbia accettato il mio invito, dopo il nostro incontro imbarazzante alla festa degli ex alunni.
Chissà se alla vista della Dodge ripenserà al suo scivolone. Quanto era provocante in quel momento, con il vestito arrotolato lungo i fianchi...
Comincio a ragionare come il Tom dei vecchi tempi e la cosa non va affatto bene.

Quando Anna mi apre la porta, indossa un cappotto verde scuro lungo fino al ginocchio, così intravedo solo i tronchetti neri ai piedi e le calze a righe. È alta come me grazie ai tacchi.
«Ciao, stai benissimo» dice, sporgendosi per darmi un bacio sulla guancia, poi si ferma di colpo.
«Non vorrei rovinare il trucco ad entrambi» spiega. In effetti io ho il viso truccato di bianco e delle ombre nere intorno agli occhi, oltre la bocca disegnata come quella del vero Jack Skeleton. Anna invece ha il volto azzurrino e qualche cicatrice qua e là. I suoi occhi sono resi ancora più grandi dal trucco, mentre i lisci capelli biondi lunghi fino alle spalle le incorniciano il viso.
«Wow, non pensavo che avrei mai visto un tipo con un abito gessato alla guida di uno di questi mostri» scherza Anna, accennando alla Dodge.
«Ti aiuto a salire?» mi offro.
Lei scuote la testa, determinata, e afferma: «Ce la posso fare.»
Non accenna alla sua precedente esperienza e io l'assecondo.
Mentre guido verso la villa dove si terrà la festa, lo sguardo mi cade un paio di volte sulle sue belle gambe. Lei mi chiede se ho già cominciato a leggere uno dei libri che ho acquistato alla Tana delle Storie, così la conversazione si rianima ed evitiamo silenzi imbarazzanti. Nonostante io non sia proprio un tipo loquace, Anna compensa con la sua indole chiacchierina, una delle cose che mi ha fatto perdere la testa per lei ai tempi della scuola. In quello sembrava così diversa da me, anche se in realtà entrambi siamo molto timidi. Ognuno di noi ha un modo suo per nascondere la cosa, però.
«Eccoci arrivati.» Lascio la macchina al parcheggiatore e la guido verso l'ingresso, azzardandomi a posarle una mano sulla schiena.
«Non so se sono adatta a una festa del genere» mormora, guardandosi intorno, ammirando l'enorme giardino addobbato ad hoc. Mentre si volta i suoi capelli mi solleticano il volto e mi accorgo che siamo vicinissimi e a lei la cosa non sembra dare fastidio.
«Tranquilla, sarai in compagnia di amici. Ci saranno anche Tom e Alex con le loro mogli.»
«Se mia sorella Elena mi vedesse ora! Va pazza per voi e credo, anzi sono sicura, che abbia una cotta stratosferica per Alex.»
«Tipico. Ha l'aria del bravo ragazzo. Dovresti invitarla alla nostra sessione acustica alla Tana delle Storie» le propongo.
Mi sorride. «Lo farò, grazie. Pensavo di regalarle il biglietto per il compleanno.»
Quando facciamo il nostro ingresso nel salone della villa, dove una giovanissima band molto promettente sta suonando pezzi rock di qualche anno fa, veniamo raggiunti dagli altri quattro.
«Ciao ragazzi!» saluta Claire, radiosa e ci fa segno di lasciare i cappotti al guardaroba.
La vista di Anna con il costume da Sally è mozzafiato. Non è esattamente identico all'originale, è molto più sexy. La parte sopra è un corpetto a cui sono stati applicati vari pezzi di stoffa colorati e la gonna è più larga e corta, le arriva sopra il ginocchio.
«Anna, il tuo abito è da urlo!» esclama Claire.
«Grazie, l'ha cucito la mia migliore amica. Lei è un asso con ago e filo.»
Anna si avvicina a Tom e gli stringe la mano. Lui e la moglie sono vestiti da vampiri.
Poi si presenta ad Alex e Valentina. Lui è truccato da zombie mentre lei da strega. Non è la prima volta che i due non si trovano d'accordo su qualcosa.
«Vado a prenderti da bere?» chiedo ad Anna e lei fa di sì con la testa.
Non so per quale motivo finge che non sia successo niente tra di noi la scorsa settimana.

«Davvero carina, anche se un po' piatta» conviene Tom, che mi ha seguito al bar con Alex.
«Mi sembra di averla già vista» mormora quest'ultimo con aria pensosa.
«Aspetta, è bionda!» ribatte l'altro con aria da marpione. «Scommetto che è la stessa che stava per farti un lavoretto di bocca in quella foto. Allora, è brava?»
«Sei un coglione. Quante volte devo dirvi che con quella tipa non è successo niente? Quando finirà questa storia?»
«Quando ci dirai la verità. Se davvero non conta niente per te, puoi dire almeno a noi, i tuoi migliori amici, di chi si tratta» insiste Alex.
«Anna. Mi dice qualcosa questo nome.» Tom sembra avere un'illuminazione: «È quella sfigata delle superiori che era stata umiliata in pubblico da un rifiuto di Andrea della sezione E.»
«Non era la stessa a cui facevi le poste in mensa, che non ti guardava neanche per sbaglio? La stessa che hai continuato a spiare su Facebook per anni, senza deciderti a chiederle l'amicizia!» Alex si rivolge a me.
«Finiamola qui» sbotto, irritato.
«No. Abbiamo ancora in sospeso la questione della biondina disinibita.»
«Se la piantate di dire cattiverie su quella ragazza e mi promettete di tenere la bocca chiusa, vi racconto come sono andate veramente le cose.»
Confido a loro di quando ho trovato Anna ubriaca, di come le foto abbiano catturato solo dei momenti facilmente equivocabili e invece in realtà non sia successo niente tra di noi.
«Ciò che trovo strano è che lei abbia accettato lo stesso di uscire con te. Non mi sembra una a caccia dei suoi cinque minuti di fama, soprattutto grazie a uno scandalo» sentenzia Alex.
Non è bello venire additati di continuo per colpa di quelle foto imbarazzanti, se avessi potuto, se avessi intuito che da qualche parte c'era nascosto un paparazzo, avrei volentieri evitato situazioni imbarazzanti. Mi consolo con il fatto che presto qualcun altro farà più notizia di me. È così che funziona nel mondo dello spettacolo, gran bella roba.
«Non hai pensato che magari fosse così ubriaca da aver dimenticato l'accaduto?» suggerisce Tom, mentre torniamo dalle ragazze, battendosi un dito sulla tempia.
«Plausibile» conviene Alex.
Ci penso su e credo che in fondo non sia un'opzione così impossibile. «Forse dovrei rinfrescarle la memoria.»
«La faresti morire d'imbarazzo. Continua per la tua strada e fai finta di niente. Cerca di dimenticare l'accaduto.»
«Ha ragione Alex. E ora, andiamo a proporre a quelle fifone di farsi un giro nel labirinto.»

***
Ecco il nuovo capitolo, secondo voi Jack dovrebbe rivelare ad Anna delle foto, prima che lo venga sapere in un altro modo?
Grazie a chi segue la storia, alla prossima!
Maria C Scribacchina

Foto, bugie e melodieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora