25. Anna

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«Signora, quel libro è il terzo di una trilogia, se le interessa posso cominciare a venderle il primo.»
«Veramente è un regalo per mia nipote e mi ha detto che le mancava proprio il terzo.»
«Allora glielo incarto?»
Sto servendo una cliente, quando Andrea entra in libreria.
«Ciao» lo saluto, sorridente, indugiando meno del solito sul suo ciuffo di capelli scuri e sul suo sguardo seducente.
«Ciao, Anna» mi saluta, sfoderando il suo migliore sorriso, quello che non mi aveva mai rivolto fino a poco tempo fa.
«Sei venuto a comprare un libro?» domando, senza guardarlo. Intanto faccio il pacchetto per la signora. «Ecco qui, sono 14,90 euro. Grazie e arrivederci.»
La donna paga, poi prima di uscire fa vagare lo sguardo da Andrea a me e mi strizza l'occhio, con aria complice.
Il mio ex compagno di scuola si avvicina e mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio, fissandomi le labbra con insistenza. «Passavo di qui e ho pensato di fare un salto per invitarti a cena.»
«Quando sarebbe?» domando, riflettendo se accettare o meno. Nonostante mi senta in imbarazzo per la sua vicinanza, non mi ritraggo, per non dargliela vinta.
«Sabato sera. È una cena di beneficienza organizzata dalla mia famiglia, ci saranno anche altri amici. Tranquilla, non sarebbe un appuntamento romantico.» Strano, nonostante queste siano le sue parole, si fa ancora più vicino e mi sfiora il mento con un dito.
«In tal caso, accetto» rispondo, atteggiandomi a donna sicura di sé e abituata a tutte queste attenzioni. Sono quasi tentata di posargli una mano dietro collo, con aria casuale, ma non lo faccio.
«Lo so che sei impegnata, non ci sto provando con te. Anche se ammetto che un po' mi sto pentendo per il mio comportamento ai tempi della scuola.» Ora le sue labbra sono vicinissime alle mie.
Non ci prova con me, ma flirta apertamente? Sento la porta della libreria che si apre e mi sento arrossire al pensiero che qualcuno possa vederci in questa situazione, poi spalanco gli occhi per lo stupore quando mi accorgo che chi è appena entrato in libreria è Jack. Mi scosto subito da Andrea e mi allontano di un paio di metri, andando in contro al ragazzo che mi piace sul serio.
«Oh, chi pensava di incontrarti qui!» esclama Andrea, avvicinandosi a lui per stringergli la mano.
L'altro lo ignora e si rivolge a me con aria seria: «Anna, dovrei parlarti»
«Adesso?» gli chiedo, confusa. È da quando si è alzato stamattina che è strano, più freddo nei miei confronti. Forse ho esagerato invitandolo a casa mia? Oppure pensava che sarebbe successo dell'altro tra noi ed è rimasto deluso? Ammetto che ho fatto fatica a dormire, sapendo che lui era nella stanza accanto, ma non credo proprio che sarei stata in grado di fare la prima mossa, qualsiasi essa fosse.
«Vi lascio soli. Fammi sapere se accetti il mio invito a cena. Buona giornata, ragazzi» Andrea saluta ed esce. Io rimango con Jack, che mi fissa insistentemente.
«Si può sapere a che cena si riferiva?» domanda. Il suo tono è calmo, ma negli occhi azzurri c'è un'espressione dura. Gelosia?
«Prima dimmi cosa ti prende da questa mattina. Ho fatto qualcosa che non va?» chiedo, con le mani sui fianchi.
«Me lo stai davvero chiedendo?»
«Non sono una chiaroveggente e non leggo nel pensiero, quindi parla chiaro.»
«Non sei andata solo a bere una cosa con Andrea. L'hai portato a casa tua e...» si interrompe e si passa una mano sugli occhi. «Pensavo che anche tu provassi le stesse cose per me. Non mi hai detto che eri stata con lui.»
«Chi ti ha detto che io e Andrea siamo stati a letto insieme? Non è mai successo!» sbotto, allibita.
«Ho visto le prove a casa tua, non negarlo.»

«Come ti permetti di frugare in casa altrui? Non ne hai nessun diritto e poi quello a cui ti riferisci di sicuro non l'ho usato io!»
Ora mi è tutto chiaro, deve aver visto la scatola che ha buttato via Giulia. Di certo non vado orgogliosa del fatto che sto fornendo il nascondiglio a una coppia di adulteri, ma lei è mia amica e non me la sento di negarle il mio aiuto.
«E chi allora? Il gatto, forse?» Il suo finto tono ironico mi dà sui nervi.
«Sai benissimo che non ho nessun gatto. Giulia è stata a casa mia con Giorgio. Contento? Non pensavo di dovere tutte queste spiegazioni a un amico.»
«Io non sono un amico!» esclama lui e fa due lunghi passi verso di me.
Il suo viso è a pochi centimetri dal mio. «E cosa sei allora?» chiedo, stuzzicandolo, studiando i suoi lineamenti tesi e gli occhi azzurri stretti a due fessure.
Invece di rispondermi, mi bacia con urgenza. Mi stringe forte a sé e mi afferra la nuca.
È quasi un anno che non bacio qualcuno, così mi lascio completamente andare, ignorando il fatto che ci troviamo in libreria e chiunque potrebbe vederci. Il filo di barba sul mento di Jack pizzica un po', ma non è per niente spiacevole. I suoi capelli sono morbidi tra le mie dita e mi lascio sfuggire un mugolio mentre le sue mani mi prendono saldamente per la vita, per attirarmi ancora di più e far aderire i nostri corpi. A un certo punto, sento qualcosa contro la schiena e mi rendo conto che Jack mi ha spinto contro uno scaffale. Un tonfo ci riporta alla realtà e ci guardiamo entrambi intorno con aria allarmata.
Traggo un grosso respiro e accenno al volume che è caduto per terra, poi mi chino a raccoglierlo.
In quel momento entra un anziano con il nipotino al seguito.
«Buongiorno» dico, cercando di riprendermi da quello che è appena successo.
Il cliente però non si accorge dello sconvolgimento di cui siamo preda io e Jack.
«Buongiorno, signorina. Mio nipote vorrebbe dei libri da colorare, li avete?»
«Certo, glieli mostro subito.»
Sorrido timidamente in direzione del batterista e mostro all'uomo i prodotti che cerca.
Quando il cliente esce, rimaniamo di nuovo da soli. Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
«Davvero pensavi che fossi andata a letto con quel buffone di Andrea?»
«Le prove erano tutte a favore dell'ipotesi.»
Mi avvicino a lui e gli poso una mano sul petto, sono ancora un po' in imbarazzo, ma dopo quel bacio è chiaro che le intenzioni di entrambi sono le stesse. «Non mi piace più. Ora ho ben altro per la testa.»
«Posso sapere cosa?» chiede, un sorriso birichino gli increspa le labbra.
«Un batterista dai ricci ramati e indomabili.»
«Messa così, sembro il protagonista di un romanzo a luci rosse.»
«Vacci piano, non siamo ancora arrivati a quel punto.» Gli poso un lieve bacio sulle labbra, poi mi allontano da lui, per evitare che le mie fantasie più spinte diventino realtà qui alla Tana delle Storie.

***

Ciao a tutti! Questo è il capitolo in cui Jack e Anna si baciano sul serio per la prima volta. Come vi è sembrato? Secondo me si potrebbe migliorare qualcosa, ma non so bene cosa. Accetto i vostri consigli, fatemi sapere!

Grazie, alla prossima!

Maria C Scribacchina

Foto, bugie e melodieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora