13. Anna

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Il mio lunedì mattina non è cominciato nel migliori dei modi. Quando ho riacceso il cellulare, ho trovato messaggi di gente che non sentivo da anni. Alcuni a pormi domande sul mio presunto fidanzato famoso. Altri a farmi i complimenti per la mia sfacciataggine di fronte all'obiettivo.
Come se io rammentassi qualcosa della mia sfacciataggine di quella sera o avessi avuto idea che ci fosse un obiettivo da qualche parte. Ce l'avevo? Per quanto io ricordi, potrei anche aver accettato di comportarmi da esibizionista, in un impeto dettato dall'ebbrezza data dall'alcol.

«Buongiorno splendore! O dovrei dire seduttrice di musicisti famosi?» mi canzona Giulia, quando passa a prendermi con la sua auto, per andare a fare una passeggiata in una città non troppo distante, nei pressi di Milano, che oggi ospita una fiera molto grande.
«Giuly, ti ho già detto al telefono che non ricordo assolutamente niente di quella sera.»
«Che peccato per te. Scommetto che quel Jack è un amante focoso e premuroso. Basta guardare in quei suoi splendidi occhi azzurri per capire che è un tenerone che sa scatenarsi al momento opportuno.»
«Se la pianti di dire stronzate... uno che ti porta a letto e che poi fa finta di niente, ti sembra a posto? A me no.» Cerco di sdrammatizzare: «A meno che sia stato un amante penoso.»
Lei ridacchia. «Questo sì che sarebbe un peccato. Tutto quel bel materiale sprecato. Ti ha chiamata ancora?»
Scuoto la testa.
«Forse dovresti contattarlo tu.»
«Per insultarlo? Non voglio più avere a che fare con lui.»
«So che ti senti presa in giro e ne hai tutte le ragioni, però dovresti almeno provare a parlargli e ascoltare i motivi che l'hanno spinto ad agire così. Magari non voleva metterti in imbarazzo, viste le foto che circolavano. Non credo che lui sapesse che ce n'erano anche alcune in cui si vedeva la tua faccia.»
«Lo so, ma siamo stati insieme una serata intera! Avrebbe almeno potuto fare qualche allusione» ammutolisco all'istante, dopo aver pronunciato quelle ultime parole.
«Che c'è?»
«A fine serata ho fatto io un'allusione, sul fatto del non riuscire ad aspettare per le effusioni e lasciarsi andare in pubblico, addirittura davanti agli obiettivi dei paparazzi. Volevo provocarlo, per vedere se mi avesse risposto a tono.»
La mia amica spalanca gli occhi verdi, incredula: «Sul serio? E lui come ha reagito?
«Non ha replicato. Da quel momento l'atmosfera si è come raggelata. Quando mi ha riportata a casa mi sono scusata per la mia linguaccia, ma non gli ho dato il tempo di ribattere e sono scesa dall'auto.»
«Magari lui avrebbe voluto spiegarti...»
«Però non lo ha fatto, quindi ora tutto il mondo pensa che io sia una facile, una troietta. Che vergogna!»
«Anna, non lo pensano. Secondo loro Jack è il tuo ragazzo ed è normale che due fidanzati facciano cose del genere.»
«Nei luoghi pubblici? Non è neanche normale che ogni loro movimento sia registrato dai media. No, la cosa non mi va giù» mormoro, giochicchiando nervosamente con un bottone del mio cappotto.
«Beh, perlomeno Jack non era niente per te, dato che l'avevi appena conosciuto.»
«Già.» Il mio cellulare emette un suono, lo tiro fuori dalla borsa e fisso lo schermo. «Uffa, un'altra richiesta di amicizia su Facebook! È da stamattina che ne ricevo, insieme ai messaggi di gente che non si è fatta sentire per anni. Scommetto che vogliono l'accesso al mio profilo per vedere se ho altre foto con il batterista. Non mi sono spinta troppo oltre con la lettura dei commenti, voglio evitare di leggere degli insulti maligni» mi lamento, mentre faccio scorrere il dito sulla schermata del telefono.
«Vedrai, si stancheranno presto» mi consola Giulia, anche se la sua voce non mi sembra molto convinta.
«Un attimo, questa richiesta è di Andrea!» Mi sento avvampare guardando la foto del ragazzo di cui sono stata innamorata per anni. «Chissà come mai me l'ha inviata, dopo aver rifiutato un paio d'anni fa.»
Giulia distoglie lo sguardo dalla strada per lanciarmi un'occhiataccia, e sentenziare: «Credo che dovresti rifiutare. Non ho nessun buon presentimento a riguardo.»
«Cosa intendi? Sicuramente avrà ripensato alle persone che ha rivisto alla festa degli ex alunni e ha deciso di inviare qualche richiesta di amicizia. È stupendo nell'immagine del profilo. Sembra modificata al computer.»
«Non è sta gran bellezza. Fossi in te, eliminerei la richiesta. Tanto di sicuro è già impegnato.»
La guardo con sospetto. «E tu che ne sai? Non è che in realtà è lui il tipo con cui ti senti in segreto?»
«No!» sbotta Giulia. Chissà perché la sua reazione mi fa pensare quasi il contrario. Comunque dopo anni non credo che Andrea abbia cattive intenzioni, quindi accetto l'amicizia e metto via il cellulare, senza dire niente. Ci manca che mi metta a fischiettare con aria innocente, come succede nei cartoni animati.
«Hai accettato?» La domanda della mia amica rompe il silenzio.
Mi stringo nelle spalle e guardo fuori dal finestrino, studiando una grande statua di un eroe del passato posizionata al centro di una bella piazza.
Giulia fa un verso esasperato, ma non aggiunge altro, dopodiché perde le staffe mentre cerchiamo un parcheggio che non ci costringa a camminare chilometri per raggiungere la fiera.

Alla fine la fortuna ci assiste, perché, mentre percorriamo per la quarta volta la stessa via a un centinaio di metri dalla fiera, incappiamo in una coppia che se ne sta andando e Giulia parcheggia nel posto lasciato libero dalla loro auto.
Una volta scese, subito il familiare odore di caldarroste, zucchero filato e frittelle mi inebria. La strada è piena di gente che passeggia e ammira le bancarelle: famiglie con bambini al seguito, coppie più o meno giovani. I più piccoli stringono tra le mani fili legati a palloncini dorati, alcuni hanno anche un sacchetto di caramelle che i loro genitori avranno comprato a un prezzo spropositato, come molti dei generi alimentari che vengono venduti in questa fiera.
«Mi viene già fame!» esclamo. Per un giorno non m'importa di spendere qualcosa in più, voglio divertirmi con la mia amica e dimenticare le foto. Desidero anche evitare di pensare al futuro incerto della Tana delle Storie.
«A chi lo dici! Zucchero filato, per cominciare? O ci ammazziamo subito con una frittella?»
Optiamo per la prima scelta, lasciando la vera botta di calorie per dopo.
Mentre chiacchieriamo allegramente e passeggiamo tra le bancarelle, noto un paio di sguardi incuriositi e insistenti.
«Giuly, per caso ho dello zucchero filato sul naso?» domando alla mia amica.
Lei mi osserva con attenzione, poi scuote la testa. «No. Perché?»
«La gente mi guarda in modo strano. Tipo quei due lì che spingono il passeggino. Sembra abbiano visto un fantasma.»
Anche la mia amica rivolge lo sguardo alla coppia sulla trentina che mi studia senza troppa discrezione e intanto bisbiglia.
«Che maleducati!» esclama e gli lancia un'occhiataccia per niente fraintendibile.
Loro si voltano per un istante, ma poi riprendono a scrutarmi.
«Si può sapere cosa volete?» sbotta Giulia, facendo un paio di passi verso di loro.
La seguo, in imbarazzo. So essere aggressiva con le persone che conosco e a parole sono brava, ma con gli estranei e quando si tratta di passare ai fatti, divento un agnellino. C'è sempre stata Giulia a difendermi.
«Scusa, ti chiami Anna?» mi domanda l'uomo, un bel tipo alto, snello, coi capelli biondi tagliati corti e gli occhi azzurri.
«Sì. Ci conosciamo per caso?» Ha un'aria familiare, magari è un cliente della libreria.
Scuote la testa e accenna un sorriso. «Non di persona, ma ho visto delle tue foto.»
«Non ci posso credere, adesso la fermate persino per strada! Ma voi con i vostri partner non fate quelle cose? Tutti santarellini, eh?»
Il tipo e la compagna rimangono interdetti di fronte alla reazione di Giulia.
La sconosciuta scoppia a ridere. Ha un'aria ordinaria, capelli e occhi castani. «Se non le avessimo fatte, come spiegate la presenza di questo piccoletto?» Accenna a un frugoletto tutto imbacuccato che dorme nel passeggino.
Di sicuro compensa il suo aspetto anonimo con la simpatia. Mi scappa una risata. Anche al pensiero di Giulia che si infervora così tanto per una cosa per cui dovrei prendermela io. Non che non me la sia presa, ma non riesco ad esprimere la mia rabbia così apertamente di fronte a due estranei.
«Senti, scusami se ti ho fermata. Il fatto è che io sono il fratello di Giacomo.»
Cala il gelo e nemmeno Giulia ha niente da ribattere.
«Ero solo curioso di conoscere la sua ragazza. Tutto qui. Non ha mai portato nessuna in famiglia e saperlo finalmente accompagnato mi rende felice.»
Ha un'aria gentile e sembra sul serio contento per me e Jack. Non riesco a ribattere che in realtà suo fratello non voglio vederlo neanche dipinto.
L'uomo dice di chiamarsi Fabio e la donna, che è sua moglie, Michela.
«Beh, vi lasciamo alla vostra passeggiata ora. Dai, Fabio, andiamo.» Michela prende il marito per un braccio e i due riprendono a camminare con il loro bambino nel passeggino.

«Perché non hai negato?» mi domanda Giulia quando i due sono lontani.
«Mi era parso così contento per il fratello.»
«Sembra una brava persona, da come ne parlano gli altri. Forse dovresti dargli una chance.»
Mi stringo nelle spalle, confusa. Non so cosa fare, forse dovrei semplicemente ascoltare quello che ha da dirmi Jack.
Tiro fuori dalla tasca il cellulare, mi è arrivato un messaggio su Facebook:

Ciao Anna, come stai? Perché una volta non andiamo a bere qualcosa insieme?

Si tratta di Andrea. Cerco di non farmi notare da Giulia e rispondo di sì, al settimo cielo. Forse non ci proverà con me fin da subito, ma potremmo diventare amici e poi, chissà...
Un sorrisone mi si stampa in faccia e non se ne va via per il resto della giornata. Il merito non è solo dell'allegria legata all'atmosfera della fiera, ma di vecchie fantasie adolescenziali che tornano a infestare con prepotenza il mio cuore da sognatrice.

***

Nonostante siano passati anni, il fascino di Andrea su Anna fa ancora molto effetto. 
Che ne sarà di Jack?

Grazie mille a chi continua a seguire la storia, spero di non annoiarvi mai!

Maria C Scribacchina

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