Questa mattina mi sono svegliata con un terribile cerchio alla testa, ma non ho potuto starmene a letto a dormire, dato che è venerdì, quindi devo lavorare. Ho un buco di qualche ora rispetto a ieri sera di cui non ricordo assolutamente nulla, tantomeno del perché avevo le calze rotte e le ginocchia sbucciate.
Le mie decolleté poi, sono rimaste fuori dalla porta di casa e per poco non ci inciampavo quando sono uscita per recarmi al lavoro.
L'ultimo particolare che ho presente è il fatto che a un certo punto ho notato che due persone mancavano dalla festa, Giulia e Andrea.
Secondo quanto testimonia il mio cellulare, ho inviato un messaggio a lei con scritto: "Bella amica!", presumibilmente dopo aver affondato i miei dispiaceri nell'alcool.
Giulia sa quanto mi piaceva Andrea. Può avere qualsiasi ragazzo, perché ha dovuto prendersi proprio lui? In più, lo fa per sfizio. La conosco, lei non è in cerca di storie serie ma solo di divertimento.
Beh, stavolta ha chiuso con me.
Ho ignorato tutti i suoi messaggi e le chiamate, non ho più niente da dirle.«Anna, vieni qui, devo parlarti.»
Il mio datore di lavoro, il proprietario della libreria dove sono assunta e unico dipendente a parte me, mi chiama con una faccia scura che non mi piace per nulla.
Non che non abbia capito che gli affari ultimamente non vanno alla grande, dato che il negozio è quasi sempre deserto e i volumi venduti sono davvero pochi.
Il fatto è che le attività indipendenti come quella di Ettore non se la passano affatto bene, data la concorrenza dei grandi franchising.
Ettore è un individuo davvero singolare: da brava amante di libri e film quale sono, lo definirei una fusione tra Gandalf il Bianco, data la lunga barba bianca e i capelli dello stesso colore legati in un codino sulla schiena, e Bilbo Baggins, considerando panciotto e camicia, che indossa in qualsiasi stagione dell'anno.
Un paio di volte l'ho anche beccato a fumare la pipa. Che contenesse il buon Vecchio Tobia?
«Come avrai visto anche con i tuoi occhi» comincia Ettore, spostando lo sguardo celeste per il locale, dove c'è solo una donna intenta a studiare i romanzi di Agatha Christie. «La libreria non se la passa per niente bene. Temo che a breve dovrò accettare la proposta che mi hanno fatto e vendere.»
«No!» esclamo, sconfortata. Il mio mal di testa peggiora ulteriormente alla prospettiva di perdere il lavoro e il posto in cui mi sono rifugiata non solo per tutta l'adolescenza, ma anche nei miei primi anni da adulta.
«Anna, sii realista. Siamo in perdita e i miei risparmi cominciano a scarseggiare. Dovrei trovare un socio abbiente, magari. Qualcuno disposto a investire nell'attività, a cui non importi perdere soldi.» Fa un sorrisetto ironico. «Una persona così non esiste o comunque non è tra le mie conoscenze.»
Sospiro, sconsolata. «Ci deve essere un altro modo. Possiamo organizzare degli eventi, invitare autori...» Subito la mia mente comincia a macchinare, nonostante l'emicrania: gruppi di lettura, incontri di poesia, qualsiasi cosa pur di salvare l'attività.
«Sai bene che anche per quello servono soldi» mi interrompe, enfatizzando la sua frase con un gesto della mano, strofinando pollice e indice. «Mi dispiace ma è arrivato il momento di dire addio alla Tana delle Storie. So che è un momento di crisi nel mondo del lavoro e sono desolato per ciò che la chiusura comporterà per te, ma comincia a cercare un altro impiego.»
Sto per rispondere, quando qualcuno fa irruzione in libreria, sbattendo la pesante porta di legno.
«Si può sapere perché cazzo non rispondi ai miei messaggi e alle mie chiamate?»
L'unica potenziale cliente se la dà a gambe di fronte a Giulia, che è su tutte le furie.
«Pensavo fossi stata rapita, violentata o ti trovassi morta da qualche parte!»
«Sei la solita esagerata» sbotto, sotto lo sguardo stupito di Ettore. «Comunque questo non mi sembra né il luogo né il momento adatto.» Allargo le braccia accennando alla Tana delle Storie.
«No, fate pure, ragazze» interviene Ettore. «Io vado in ufficio a controllare le e-mail.» Sparisce, lasciandomi da sola con la persona che in questo momento vorrei strozzare. Altro che migliore amica dei miei stivali!
«Perché ti preoccupi tanto per me, dopo il modo in cui ti sei comportata ieri sera?»
«Non capisco a cosa ti riferisci, Anna. Sei tu che sei sparita mentre parlavo con Andrea.»
«Ah, si dice così oggi? Beh, non hai perso tempo comunque, dato che dopo un po' ve ne siete andati insieme dalla festa. Sei stata proprio stronza a scegliere lui!»
Giulia ridacchia e io vorrei strapparle uno a uno i suoi bei capelli color del rame. Lei ignora la mia occhiata omicida e puntualizza: «Adesso capisco, sei convinta che io sia andata a letto con Andrea.» Scuote la testa, come se la sola idea le desse il voltastomaco. «Sei fuori come una mina. È vero, me ne sono andata dalla festa accompagnata, ma non con lui e tantomeno per tutta la serata. Quando sono tornata e ti ho cercata senza trovarti, mi sono spaventata.» Alza le spalle. «Mi dispiace per il malinteso. Sai che non ci proverei mai con uno che piace a te.»
«In realtà ero nervosa, perché dai tempi della scuola non è cambiato niente. Andrea mi ignorava allora e continua a farlo tuttora. Non sono una persona interessante, tutto qui» mormoro, sconsolata e dispiaciuta di aver reagito così bruscamente, incolpandola di qualcosa che non aveva fatto.
La mia amica mi abbraccia stretta.
«Piantala, non è vero. Se non piaci a lui non vuol dire che non piacerai a nessuno. Volta pagina, una volta per tutte!» mi esorta.
Sospiro e mormoro, abbattuta: «Bel momento per farlo, dato che probabilmente tra poco perderò il lavoro.»
Le racconto delle cattive acque in cui si trova la Tana delle Storie, dimenticando la nostra disputa. Del resto la nostra amicizia è fatta così: spesso litighiamo per poi riappacificarci subito dopo. Siamo entrambe molto spontanee e spesso ci prendiamo a parole anche quando non sarebbe necessario, assomigliando a due sorelle, però non possiamo fare a meno l'una dell'altra, le cose stanno in questo modo dai tempi delle superiori.***
Purtroppo ci sono brutte notizie per la Tana delle Storie e Anna rischia di perdere il lavoro dei suoi sogni.
Come vi sembra la storia fino a qui? Spero vi piaccia. Sentite la mancanza di Alex e Tom? Non preoccupatevi, arriveranno presto!
Grazie a chi legge,
Maria C Scribacchina
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Foto, bugie e melodie
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