8. I fili dei tampax non aiutano.

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Casper's point of view

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Casper's point of view

|#Giorno 5|

Scesi svogliatamente le scale andando a sbattere a destra e a manca del corridoio, una smorfia di fastidio incombeva sul mio viso e mi passai una mano tra i capelli tirando un sospiro.

Sul serio, come facevano le persone ad amare il sabato? Io lo odiavo.
In ogni caso anche se qualcuno avesse provato a parlarmi durante la mattinata gli avrei sicuramente dato addosso, ma forse con meno rabbia, siccome era da un po' che non riuscivo a non pensare a quel ragazzo sconosciuto; mi chiedevo chi fosse e cercavo di ricordare qualunque ragazzo che potesse essere lui, ma non me ne veniva in mente nessuno se non Hunter, ma a quel punto non ero più così sicura che fosse lui.

«Minchia Cass e che faccia di merda che hai il sabato mattina, me ne ero dimenticato» Damien fece irruzione nella cucina ed io sprofondai la faccia nelle braccia che erano protese su un ripiano ed emisi un verso di frustrazione.

«Pensi ancora a quello che ti ha detto Hunter?» alzai lo sguardo nella sua direzione per guardarlo male e schiusi le labbra facendo l'offesa «no, non stavo pensando a questo. Ma ora sì, grazie mille. Sei utile come il filo del tampax, cioè a un cazzo» inveii contro di lui che alzò le mani in segno di resa «scusami, non volevo intristirti ulteriormente, volevo solo dirti che Hunter è un vero coglione, perché tu sei la ragazza più fantastica che esista sulla Terra e anche una delle più belle» mi sorrise lui aprendo le braccia.

Mi fece cenno con la testa di avvicinarmi e assonnata feci un sorriso triste per allungarmi verso di lui e lasciarmi abbracciare.
Damien aveva la capacità di essere fastidioso come un grillo di Pinocchio, ma mi faceva sempre ridere e per me c'era sempre stato; lui era la mia casa e senza di lui sarei potuta crollare.

«A cosa pensi?» mi disse poggiando la guancia sulla mia testa, i suoi muscoli guizzarono sotto pelle quando mi strinse più forte e sbuffai facendo volare alcune mie ciocche di capelli, «all'anonimo, vorrei sapere che fa, chi è, dove vive, e invece so solo che il suo nome comincia con la H e che ha gli occhi verdi». Dissi frustrata e la risatina di Damien echeggiò tra le mura della cucina facendomi corrucciare confusa la fronte e le sopracciglia «perché ridi? Io sono disperata». Mi lamentai allontanandomi da lui.

Alzò un dito per guardarmi come se avesse già risolto il mistero «primo: tu rendi sempre tutto tragico;
Secondo: tutto questo mi sembra una soap opera americana;
Terzo: di cosa ti lamenti? Manca solo che abbia i capelli ricci e i tatuaggi, allora sarà il tuo ragazzo ideale, sarà identico al tuo Harry» sorrise eccitato e feci il muso, «ma magari, forse nei miei sogni» ribattei abbattuta.

Damien smise di ridere di colpo e alzò lo sguardo su di me di scatto, con gli occhi spalancati per poi schiudere le labbra, lo guardai allarmata «che c'è? Ho un ragno in testa? C'è un killer dietro di me?! Oddio un killer dietro di me!» urlai spaventata e corsi dietro Damien sbattendo per aria le mie mani e strinsi forte a me il mio migliore amico, che tossì.

𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora