42. Non una parola.

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|ℭ𝔥𝔞𝔭𝔱𝔢𝔯 կշ|

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Mi farebbe piacere se leggeste ascoltando Deep End di Birdy, un bacio. x

𝕮𝖆𝖘𝖕𝖊𝖗'𝖘 𝖕𝖔𝖎𝖓𝖙 𝖔𝖋 𝖛𝖎𝖊𝖜

Entrai nel taxi dando al tassista le indicazioni per la casa dei miei nonni e poi continuai a parlare con Damien al telefono: «te ne sei andata senza dirgli niente? Così?» mi chiese e mi appoggiai al sedile cercando di sciogliere i nervi, il fuso orario mi aveva sballato le idee nel vero senso della parola, ed Harry non era l'argomento più gioviale che potesse esistere per me.

«Sì» risposi masticando una gomma alla fragola, «dormiva ancora? Non l'hai tipo picchiato o scaraventato giù dal balcone?» ridacchiò ma scossi la testa dimenticandomi del fatto che non potesse vedermi: «no, Damien. Gli ho scritto una cosa e poi sono venuta a Londra dai miei nonni», era da tanto che non li vedevo. Non sapevo sinceramente perché mia madre si fosse trasferita a Los Angeles, forse per mio padre.

Però quell'aria di familiarità mi mancava da troppo e sentivo la necessità di viverla. Avevo bisogno di non pensare a niente, ma di stare bene con me stessa ed essere una persona normale.

«Lui sa che tu sei a Los Angeles» affermò Damien e sentii i suoi gargarismi con l'acqua, feci roteare gli occhi al cielo per il fastidio «è meglio così. È meglio non vederci», risposi in un sussurro abbozzando un sorriso triste.

Damien sospirò «ma vorresti dirglielo. Vorresti averlo accanto ma sai che lui non prova ciò che provi tu».

«Grazie Damien» dissi ironica, «e poi io per lui non provo proprio nulla» dichiarai offesa.

«Cass sei innamorata di lui, perché continui a negarmelo se te lo si legge in faccia ogni giorno? Anche Louis mi ha detto di averlo notato» mi canzonò mentre il cuore batté forte nel mio petto.

Mi morsi un labbro stuzzicandomi il sopracciglio con il pollice e l'anulare, «è meglio che continui a negarlo a me stessa Damien, altrimenti finirei per starci male» guardai il tettuccio dell'auto tirando un sospiro.
«Ci stai già male. Ogni giorno».

«Damien, ti prego basta».

«Cass sto cercando solo di aiutarti. Voglio davvero che tu sia felice. Harry è solo un idiota se non capisce quanto fantastica sei» distinsi del vero nel suo tono e sorrisi teneramente volendolo tanto abbracciare.

«Grazie» dissi sinceramente dopo alcuni minuti di silenzio. «Mi manchi tanto, non sono abituata ad averti lontano da me, salutami tua madre quando andrai a Los Angeles» lanciai un'occhiata al tassista che si stava facendo i fatti propri e fissai il cielo grigiastro di Londra.

«Mi manchi anche tu. Ti chiamo dopo, se riesco chiederò a Zayn se sa di Harry, nessuno lo sente da ieri» imposi a me stessa di non pensare a lui e cercai di non farmi assalire da un senso di malinconia.

𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora