15. La vendetta sa di caviale.

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Casper's point of view

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Casper's point of view

Sentii il cuore battermi forte nella cassa toracica, più che sicura che a momenti sarebbe potuto scoppiarmi nel petto. Sorrisi ampiamente guardandomi un'ultima volta allo specchio prima di correre giù per le scale nel frattempo che maldestramente infilai il mio cellulare nella pochette.

Presi un grande respiro e mi schiarii la voce prima di aprire la porta, Hunter era proprio lì, bello come il sole indossando una camicia bianca con i primi due bottoni aperti e un paio di pantaloni eleganti; il suo ciuffo pettinato al lato.

«Ciao» mi sorrise lui avvicinandosi a me per darmi un bacio sulla guancia, io ancora imbambolata sulla soglia come una cogliona. «Ciao» risposi timida guardandolo negli occhi.
«Sei bellissima» affermò prendendomi la mano e facendomi fare una piroetta. Ridacchiai arrossendo e mi morsi il labbro inferiore, «Beh, grazie».

Non gli avrei mai confessato che ero uscita fuori di testa alla ricerca di un abito a tal punto di aver fatto vomitare Damien, probabilmente mi avrebbe lasciata lì sulla soglia per darsela a gambe levate.
Si dondolò sui talloni e quel suo modo sicuro di fare sembrò non esserci mai stato, come se quella sua aura da duro che tutti i giorni a scuola lo circondava non ci fosse.

«Alloora, vogliamo andare?» propose lui e mi guardai un momento indietro anche se in casa c'ero solo io; mi girai a guardarlo sorridente con un sorriso spiaccicato sulle labbra e annuii.
Non credevo che stavo per uscire con il ragazzo che mi piaceva dai tempi delle medie, era anche un po' strano però a dirla tutta che solo qualche giorno fa lui si era reso conto della mia esistenza.

Aprì per me lo sportello della sua auto facendomi accomodare sul sedile del passeggero e la chiuse alle mie spalle regalandomi un sorriso magnifico. Sentivo le farfalle svolazzarmi nello stomaco anche perché non ero mai uscita con nessuno, e non sapevo bene cosa si dovesse fare ad un appuntamento.

Mi accorsi che anche lui era entrato solo quando mise in moto ed uscì dal vialetto di casa mia.

Musica bassa regnava nell'aria e annuii sentendomi in imbarazzo con le labbra pressate una all'altra. «Alloora» cominciai prendendo un bel respiro, lui mi rivolse una veloce occhiata dolce.
«Come mai mi hai chiesto di uscire solo ora?» gli chiesi sul serio curiosa di conoscere la risposta. Picchiettò le sue dita lunghe contro il volante in pelle nera prima di passassi una mano tra i ciuffi biondo scuro.

«Beh, meglio tardi che mai, o no?» se ne uscì lui facendomi rimare un po' male; certo, non mi aspettavo di sentirlo dire: perché ero troppo innamorato di te per chiederti di uscire, ma non quello.

A - Damien: Ho appena chiesto ad Hunter come mai mi abbia chiesto di uscire solo adesso, e lui mi ha semplicemente detto: meglio tardi che mai, che faccio?

La risposta di Damien non tardò ad arrivare, e quasi mi vergognavo a chiedere al mio migliore amico. Ero grande e vaccinata, potevo vedermela da sola.

𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora