25. Fammi 𝓁'𝓊𝓁𝓉𝒾𝓂𝒶 domanda.

323 22 12
                                    

|Giorno 20#|

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


|Giorno 20#|

• • • •

Casper's point of view

Come era mio solito fare picchiettai insistentemente la matita sul quaderno scribacchiato con le domande e le risposte di H; ma non mi veniva nulla in mente.

L'ora di studio passò più in fretta di quanto mi aspettassi e ancora con il quaderno sottomano raggiunsi Damien all'uscita, che sarebbe stato così gentile da riportarmi a casa. Stronzo lo stesso.

Non mi curai di approcciare con lui o di salutarlo, ma lo oltrepassai sbattendo alle mie spalle la portiera della sua auto ancora concentrata ad analizzare quei dannati indizi.

«Sono un fallimento» dichiarai affondando nel sedile e sbuffando così da far svolazzare via una ciocca dei miei capelli.
«Ciao anche a te-».

«Non è giornata Damien, sul serio» lo precedetti prima che potesse dire qualunque cosa di stupido. Mise direttamente in moto mentre insicuro arricciò le sue labbra carnose, «è l'ultimo giorno del gioco e non sai ancora chi sia il ragazzo, non è così?» ridacchiò ricevendo in risposta un'occhiataccia.

Incrociai le braccia al petto, «sì, è come se... sotto sotto non volessi scoprirlo, come se sapessi che ogni cosa cambierebbe e che il nostro rapporto si sfalderà. Ho paura» sospirai affondando la testa nel sedile e la faccia nel quaderno.

Sentivo un mix strano di emozioni farsi strada dentro di me, un macigno stanziato al centro del mio stomaco.
«Vedrai che andrà tutto bene. Oggi vi siete sentiti?» chiese lui carezzandomi il braccio con una mano che dopo riportò sulle marce per cambiarne una.

Scossi la testa dispiaciuta e indussi Damien a sorridere dolcemente, «mi dici quali domande sono, ti va?».
Il suo tono dolce e la sua espressione, nonostante la maggior parte delle volte mi facesse saltare il sistema nervoso, mi incusse un sentimento di familiarità a cui ero abituata.

Mi schiarii la gola prima di parlare dandomi due colpetti sul petto:

«Giornata numero uno:

1. Ti conosco?

Benissimo dolcezza.

Giornata numero due:

2. Sei nato in America?

Nelle mie vene scorre sangue inglese.

Giornata numero 3:

3. Di che colore sono i tuoi occhi?

I miei occhi sono verdi.

Giornata numero 4:

4. Ho rigirato una domanda.

𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora