32. Riesci a sentirmi.

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|ℭ𝔥𝔞𝔭𝔱𝔢𝔯 Յշ|

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𝕳𝖆𝖗𝖗𝖞'𝖘 𝖕𝖔𝖎𝖓𝖙 𝖔𝖋 𝖛𝖎𝖊𝖜

Mai sarei andato a pensare che Cass sarebbe svenuta quella sera, per colpa mia, per giunta.
Ero stato così tanto offuscato dalla rabbia che avevo dimenticato che fossi una persona famosa e avevo condotto Casper fuori, in mezzo alla calca dove da qualche giorno a quella parte lei era diventata l'argomento più discusso sul web.

Persi la stretta decisa sul suo esile polso e camminai quasi dimenticandomi che l'avevo trascinata fuori con me, avevo lo sguardo deciso e puntato in un punto imprecisato, ancora incazzato rimirando le sue parole quando sentii le persone nei paraggi andare nel panico e dimenarsi ancora di più.

La rabbia andò scemando tutta in una volta e chiusi la mano a pugno più volte prima di appurare che il polso caldo di Cass non era più tra le mie dita. L'avevo lasciata da sola in mezzo a tutta quella gente, dannazione.

Si era formata una capanna di persone intorno a lei e mi avvicinai nella sua direzione mentre si guardò intorno spaesata e con la voglia di piangere; chiuse e aprì gli occhi come se fosse sul punto di addormentarsi, sapevo che mi stesse cercando e che fosse spaventata; tremò come una foglia e chiuse di botta gli occhi cadendo per terra sotto il mio sguardo.

Persi letteralmente un battito quando sbatté con la testa per terra, e mai come prima d'ora avevo scansato con tanta velocità qualcuno, e mi fiondai nella direzione di Casper allontanando tutte le persone vicine.

Mi inginocchiai per metterle una mano sotto la testa e poggiargliela sulle mie gambe.
Era letteralmente verde in viso e le toccai la pelle: gelida.
Sembrava morta.

Cercai di non andare in panico e le diedi due schiaffi sul viso, «Casper! Cass, riesci a sentirmi?!» gridai scuotendola per le spalle, ma lei era ancora immobile e sentivo il cuore palpitare nel petto.
Era colpa mia e della mia imprudenza, dannatissimo me.

Mi sedetti definitivamente sul suolo sporco e una ragazza mi passò una bottiglietta d'acqua e venni accecato da un ennesimo flash.
«Smettetela, per favore!» gridai per poi dedicare la mia completa attenzione a Casper, che era ancora inerme tra le mie braccia, «Cass, svegliati» piagnucolai come un bambino e le diedi definitivamente uno schiaffo più forte e deciso in viso.

Le versai un po' d'acqua sulla faccia e finalmente mosse un po' la mano facendo una smorfia con il naso.
Provai un enorme sollievo nel vederla almeno sveglia e la strinsi in un abbraccio prima che potesse svegliarsi del tutto e prendermi per bipolare del cazzo.

𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora