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Casper Evans è una giovane diciannovenne euforica e tremendamente maldestra, legata alla vita solo grazie al suo migliore amico, Damien, un disperato fanatico dei papillon, e il suo gruppo musicale preferito.
Emarginata per via del s...
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|ℭ𝔥𝔞𝔭𝔱𝔢𝔯Յշ|
𝕳𝖆𝖗𝖗𝖞'𝖘 𝖕𝖔𝖎𝖓𝖙 𝖔𝖋 𝖛𝖎𝖊𝖜
Mai sarei andato a pensare che Cass sarebbe svenuta quella sera, per colpa mia, per giunta. Ero stato così tanto offuscato dalla rabbia che avevo dimenticato che fossi una persona famosa e avevo condotto Casper fuori, in mezzo alla calca dove da qualche giorno a quella parte lei era diventata l'argomento più discusso sul web.
Persi la stretta decisa sul suo esile polso e camminai quasi dimenticandomi che l'avevo trascinata fuori con me, avevo lo sguardo deciso e puntato in un punto imprecisato, ancora incazzato rimirando le sue parole quando sentii le persone nei paraggi andare nel panico e dimenarsi ancora di più.
La rabbia andò scemando tutta in una volta e chiusi la mano a pugno più volte prima di appurare che il polso caldo di Cass non era più tra le mie dita. L'avevo lasciata da sola in mezzo a tutta quella gente, dannazione.
Si era formata una capanna di persone intorno a lei e mi avvicinai nella sua direzione mentre si guardò intorno spaesata e con la voglia di piangere; chiuse e aprì gli occhi come se fosse sul punto di addormentarsi, sapevo che mi stesse cercando e che fosse spaventata; tremò come una foglia e chiuse di botta gli occhi cadendo per terra sotto il mio sguardo.
Persi letteralmente un battito quando sbatté con la testa per terra, e mai come prima d'ora avevo scansato con tanta velocità qualcuno, e mi fiondai nella direzione di Casper allontanando tutte le persone vicine.
Mi inginocchiai per metterle una mano sotto la testa e poggiargliela sulle mie gambe. Era letteralmente verde in viso e le toccai la pelle: gelida. Sembrava morta.
Cercai di non andare in panico e le diedi due schiaffi sul viso, «Casper! Cass, riesci a sentirmi?!» gridai scuotendola per le spalle, ma lei era ancora immobile e sentivo il cuore palpitare nel petto. Era colpa mia e della mia imprudenza, dannatissimo me.
Mi sedetti definitivamente sul suolo sporco e una ragazza mi passò una bottiglietta d'acqua e venni accecato da un ennesimo flash. «Smettetela, per favore!» gridai per poi dedicare la mia completa attenzione a Casper, che era ancora inerme tra le mie braccia, «Cass, svegliati» piagnucolai come un bambino e le diedi definitivamente uno schiaffo più forte e deciso in viso.
Le versai un po' d'acqua sulla faccia e finalmente mosse un po' la mano facendo una smorfia con il naso. Provai un enorme sollievo nel vederla almeno sveglia e la strinsi in un abbraccio prima che potesse svegliarsi del tutto e prendermi per bipolare del cazzo.