Casper's point of view«Damien!» strillai per quella che sembrò la centesima volta, «se non porti immediatamente le tue chiappone qui ti verrò a prendere per i capelli rovinandoti la piega!» lo minacciai assottigliando lo sguardo indirizzato alla scalinata che portava al piano superiore di casa mia. «Arrivo, arrivo, ma tieni le mani a posto, Evans!» gridò esasperato in risposta lui dal piano di sopra.
«Casper, penso che tu debba provare a capire Damien, cerca di starti vicino, ma tu lo tratti malissimo-».
«Ma no signora Evans! Mi piace il fatto che Cass mi tratti così, significa che ci tiene!» ci raggiunse il ragazzo al piano di sotto balzando arrivato all'ultimo gradino.
Mia mamma lo guardò scettica squadrandolo dalla testa ai piedi, «ma sei sicuro di stare bene? No perché al posto tuo io l'avrei mandata a fanculo nonostante sia mia figlia, con tutto il rispetto Casper cara» mi indicò la mamma a cui prontamente feci la linguaccia.
«E va bene, io vi lascio, ho il turno di notte in ospedale. E mi raccomando, non cacciatevi nei guai e non... distruggetemi la casa mentre sono via, lo apprezzerai tanto, buonanotte a entrambi e godetevi l'intervista, e tu, Damien, mani a posto» disse fintamente minacciosa mia madre a Damien che scoppiò a ridere dopo la sua affermazione.
«Sì, certo, ammetto di essere sempre stato fintamente gay solo per poter guardare Cass in intimo tutte le mattine in bagno, eh?» la stuzzicò Damien e alzai gli occhi al soffitto con un sorriso a fior di labbra mentre mia madre rientrò in casa con lo sguardo basso verso Damien, «Damien...» protestò.
Il mio migliore amico scosse la testa divertito, «andiamo, sa che sono 100% gay e ci conosciamo da quando siamo piccoli» mosse le mani in modo poco virile esponendo il suo punto di vista e alla fine mia madre fece roteare gli occhi alzando una mano per farlo smettere, «sì okay, ora devo proprio andare, di nuovo divertitevi» e con un tonfo si chiuse la porta alle spalle.
Guardai con un sorrisino da cucciolo Damien, che sbuffò facendo cadere le braccia lungo i fianchi quando si accorse di me, «eddai, che vuoi?» borbottò annoiato, inclinai la testa di lato «popcorn?» proposi pregando che andasse a farli e annuì avviandosi in cucina mentre io battei le mani felice.
Quando tornò e si sedette accanto a me avvolgendo entrambi con una coperta mi porse una ciotola grande di popcorn, mentre un'altra identica l'aveva lui. «Ti spiacerebbe ricordarmi di doverti dieci dollari domattina?» feci la finta tonta rimanendo sorpresa quando scoprii che i popcorn fossero più interessanti di quanto mi aspettassi.
«Cass?» mi chiamò con la sua voce poco maschile e sollevai lo sguardo su di lui, «sì?» dissi più acutamente mentre lui imbronciò la sua espressione, ma tutto ciò che fece fu rendersi più adorabile.
«Ho pagato con la tua carta di credito per avere il canale a pagamento su cui verrà trasmessa l'intervista. Ti amo con tutto il cuore; hai un culo fantastico e le tua labbra mi fanno impazzire; ti preparerò per due giorni di fila il caffè la mattina quando mi verrai a prendere a scuola e sei il migliore amico migliore del mondo. Mi perdoni?» poggiai la testa sulla sua spalla cacciando il labbro inferiore fuori e sbuffò, «okay, se mi offri queste frasi melense e il caffè caldo e zuccherato la mattina per una settimana quando passo a prenderti la mattina puoi pure tenerti i dieci dollari» contrattò e a quel punto annuii zittendolo siccome sarebbe cominciata l'intervista.
Una donna sulla ventina, bionda con degli splendidi occhi verde marino apparve sullo schermo del mio televisore per sorridere alla telecamera e dare il benvenuto a tutti gli spettatori, sia a casa che lì presenti, e beati loro, pensai, perché sarebbero stati nella stessa stanza degli One Direction.
Infatti, poco dopo aver intervistato una certa Dua Lipa di cui conoscevo sì e no due canzoni fece il nome dei miei idoli ed emisi un verso acuto dovuto all'eccitazione balzando sul posto e facendo balzare pure Damien per lo spavento che si mise una mano sul cuore tirandosi più su la coperta «che cazzo di paura Casper, calmati. Manco se fosse entrato John Cena in stanza» disse esasperato guardando in alto e gli diedi un buffetto sulla spalla seguito da un sorrisetto timido «lo sai come sono fatta».
«Di merda» aggiunse, e nonostante la sua doveva essere un'offesa sia lui che io scoppiamo a ridere.
Quando tornammo sobri i ragazzi e l'intervistatrice si erano già salutati, quindi dedicai la mia completa attenzione a loro e alle risposte che davano.
A dir la verità la maggior parte delle domande che fecero fin'ora non mi giunsero nuove, perché erano cose che già sapevo, come che Liam avesse un'avversità incondizionata nei confronti dei cucchiai, del fatto che tra qualche settimana avrebbero finito il Tour mondiale e che si sarebbero presi come ogni volta facevano quattro o cinque mesi di pausa in cui li dedicavano a scrivere canzoni e a fine quattro mesi a registrarne alcune.
Avrei voluto che chiedesse loro qualcosa di più privato, come, che ne so, Zayn Malik, com'è avere come ragazza quella bomba di Gigi Hadid?
Per lei sarei potuta diventare lesbica, lo giuro.
«Harry, mi è giunto voce che i tuoi amici ti abbiano affibbiato diversi soprannomi, puoi dircene alcuni?» alzai gli occhi al cielo e Damien sbuffò indicando il televisore, «ma andiamo, questa la so pure io! Dieci dollari buttati nel cesso in pratica» scosse la testa annoiato come pure io lo ero.
Harry sorrise nello schermo e lo feci istintivamente anche io volendo con tutta me stessa essere lì per affondare il mio dito nella sua fossetta. «Casper, smettila di sorridere se sorride pure lui. Sei fottutamente inquietante» commentò Damien ricevendo in risposta un'occhiataccia «fa' silenzio e fammi sentire» scacciai le sue parole con una mano come si faceva con una mosca.
Si schiarì la voce: «Beh, insomma, ne ho diversi. I più comuni sono Hazza, Hazzino, Potter, Fungo e Uhm... questo è un po' nuovo, Buddy» sputai il mio sorso di Sprite addosso alle gambe di Damien, che imprecò in risposta.
Io chiamavo il mio anonimo Buddy, che poi tecnicamente non era mio.
Il mio cuore batté più velocemente aspettando impazientemente che finisse la frase, ma lanciò prima uno sguardo che non riuscii a definire alla telecamera prima di indicare Liam e sorridere «me l'ha dato lui!» ridacchiò e buttai fuori il respiro di non sapere di star trattenendo.
Mi sentii da una parte sollevata, perché sarebbe stato un colpo troppo duro per me da incassare capire così su due piedi che il mio anonimo fosse la persona che più al mondo ammiravo; dall'altra triste, perché forse una piccola parte di me aveva sperato che lo fosse, così avrei potuto parlare con lui.
L'intervista durò ancora poco prima che loro se ne uscirono sorridenti e splendenti come al solito dal palco, così cambiai canale ancora un po' scossa per ciò a cui ero andata a pensare e ritrovai Damien già addormentato sulla mia spalla, che prontamente spostai lasciandolo cadere dall'altro lato e mi alzai così da lasciargli più spazio e andai a coricarmi nel mio letto caldo afferrando il mio cellulare.
Ora più che mai ero ostinata a scoprire chi fosse lo sconosciuto.
Cass🌻:
Voglio continuare il gioco delle venti domande.• • • •
Ciao a tutti!
Mi scuso in anticipo per l'orario anche se essendo estate per me è presto.
Sarà uno dei 'segni' quello di aver detto che qualcuno chiama Harry Buddy come ha detto in precedenza lo sconosciuto?Piccola domandinaaa:
Quanti anni avete? Io quattordici. :P
Porterò, se riesco, dopo altrimenti domani un altro capitolo siccome sono ispirata stasera.
Se vi va ditemi se vi piace. xx
-NiK.🌻
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𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]
FanficU͎n͎k͎n͎o͎w͎n͎ Casper Evans è una giovane diciannovenne euforica e tremendamente maldestra, legata alla vita solo grazie al suo migliore amico, Damien, un disperato fanatico dei papillon, e il suo gruppo musicale preferito. Emarginata per via del s...