Casper's point of view
Giocai con il gommino rosso in cima alla mia matita gialla masticandola tra i denti mentre ascoltai assente la lezione di storia, non ne avevo per nulla voglia e in più se mi fossi soffermata a guardare le labbra del mio professore sarei finita per immaginarmi lui che vomitava arcobaleni, perché la sua voglia di vivere era pari a quella di Mercoledì de La famiglia Addams.
Feci tintinnare l'estremità della matita sul quaderno che presentava miei schizzi di occhi che tutto parevano fuorché occhi. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai, ricevendo un'occhiataccia da parte del professore di storia che mi fece sollevare le mani in segno di resa per scusarmi, così lui continuò la sua noiosa lezione sulla prima guerra mondiale.
Tanto, se lo avessi ascoltato o meno avrei studiato a casa e sarei riuscita ad ottenere lo stesso un bel voto e avrei chiesto a Damien di passarmi i suoi appunti.
Accavallai le gambe guardando fuori la finestra coperta da delle orribili tendine verde vomito quasi trasparenti, quindi non ne capivo proprio l'utilità; chissà, magari chi aveva deciso di arredarla il giorno prima aveva perso la vista.
Mi limitai a stare a braccia conserte fino alla fine della mattinata, uscii dall'aula di fisica straziata e cercai con lo sguardo Damien che aveva avuto Inglese.
«Ehi!» mi disse venandomi per le spalle e gettai un urlo acuto portandomi una mano sul petto; tutti mi lanciarono un'occhiataccia.
«Dio Damien sei uno stronzo» gli diedi uno schiaffo sulla spalla che non lo smosse minimamente, anzi, lo fece ridere.
«Uh-uhh, questa è una sfida?» mi chiese lui mettendosi in posizione con i pugni sotto al mento, io declinai l'offerta con una mano come se avessi voluto scacciare una mosca, poi mi misi le mani sui fianchi, «no, è più un "prova ancora a farmi fare la figura dell'imbecille davanti a tutti e giuro che scrivo sul mio profilo Instagram che ti puzzano sempre i piedi se metti le Nike"» lo minacciai per poi guardarlo angelicamente, mi lanciò uno sguardo furente e il suo dito indice venne puntato verso di me «non oserai, stronzetta» chiuse in due fessure le sue palpebre e feci la finta tonta mentre piano mi allontanai, «Mmh, magari no... magari sì, boh».Lui in tutta risposta sorrise scuotendo la testa «se ti prendo» cominciò a rincorrermi ed io me la diedi a gambe levate per correre verso la mensa. «Vieni qui, Cass!» gridò lui e tutti quanti si fecero al lato per farmi passare; sapevo di star facendo un'altra delle mie figure, ma tanto la stava facendo pure Damien quindi non è che ci andavo proprio a perdere.
«No!» mi girai per gridargli e quando guardai di nuovo dritto davanti a me andai a sbattere contro il bidello e di conseguenza Damien contro di me, il che fece indietreggiare il bidello.
«Quante volte avrò detto a voi tutti che non bisogna correre nei corridoi!» urlò guardandoci male, io in risposta mi sforzai di non sorridere.
«Ci scusi signor. bidello, non accadrà più, lo giuriamo» disse Damien dandomi una gomitata, io alzai lo sguardo per guardarlo e poi guardai l'uomo che ci aveva appena rimproverati «Oh, sì certo non si preoccupi» sorrisi falsamente mentre dentro di me avrei voluto riprodurre una simulazione che mi ricordasse Damien il mese scorso quando vomitò nel giardino di casa sua.«Bene, e che non si ripeta mai più, altrimenti finirete in punizione!» ma che aveva da urlare tanto? Non poteva compatirci e capire che noi dovevamo sopportare gli schiamazzi dei professori quando qualcuno solo respirava?
Damien e me a testa bassa ci allontanammo dall'uomo e quando si fece abbastanza lontano sia lui che io scoppiammo a ridere. «Non lo scriverai su Instagram vero? Sei la mia migliore amica, e i migliori amici non spifferano mai i segreti del proprio migliore amico» piagnucolò lui facendo il labbruccio, aprii le porte della mensa guardando in alto «e va bene, hai ragione, starò muta come un pesciolino rosso», feci il segno di cucirmi le labbra e andai a prendermi da mangiare.
Ci sedemmo ad un tavolo isolato dal resto, come Damien sapeva mi piacesse, altrimenti sarebbe andata a finire che qualcuno mi avrebbe urlato dietro il mio nome per il gusto di prendersi gioco di me sapendo che ci sarei rimasta male.
«Verrai alla festa di Hunter Blite, vero? Non puoi perdertela!» mi pregò lui pimpante, al che mi presi la testa tra le mani storcendomi il viso.«Sai che non posso» dissi lamentosa, lui alzò gli occhi al cielo «Cass solo perché lui sa che ti chiami Casper non significa che ti odia, e poi ti piace dalla quarta elementare» affermò lui cercando di consolarmi, ma ottenne l'effetto contrario.
«È questo il punto, se non mi ha calcolata per tutti questi anni perché mai dovrebbe farlo proprio ora? Preferisco deprimermi con la mia unica salvezza» feci per collegare le cuffie al telefono, ma Damien me le strappò di mano inducendomi a guardarlo male. «Gli One Direction, uno stupido gruppo che non sa nemmeno della tua esistenza non è la cura a tutto. Finirai per isolarti definitivamente da tutti Cass, e non va bene. Cacci il carattere solo con me, perché sai che io non ti giudico per il tuo nome. Perché non parli con Hunter alla festa, e vedi se lui ti giudica o meno per il tuo nome, invece che deprimerti ascoltando le canzoni di questo gruppo inglese?».
Alzai gli occhi al cielo sbuffando sonoramente, mi era persino passata la fame, e ce ne voleva per non farmi mangiare.
Guardai il mio migliore amico che aveva spiaccicato sulle labbra un ghigno benevolo, sospirai «sei una palla al piede, giuro», lui in risposta mi sorrise angelicamente esultando per lui e anche per me.. . . .
Ciao!
Questo è il secondo capitolo revisionato e come vedete quasi tutto è diverso, spero che possiate apprezzarlo più di prima!Al prossimo capitolo! x
-NiK.🌻
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𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]
FanficU͎n͎k͎n͎o͎w͎n͎ Casper Evans è una giovane diciannovenne euforica e tremendamente maldestra, legata alla vita solo grazie al suo migliore amico, Damien, un disperato fanatico dei papillon, e il suo gruppo musicale preferito. Emarginata per via del s...