27 - 1. Pronto?

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|ℭ𝔥𝔞𝔭𝔱𝔢𝔯 շԴ|

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Two months later.

𝕮𝖆𝖘𝖕𝖊𝖗'𝖘 𝖕𝖔𝖎𝖓𝖙 𝖔𝖋 𝖛𝖎𝖊𝖜

«Sì mamma, Damien mi sta accompagnando... sì, ho mangiato, te lo giuro-».

«Non è vero Jennifer! Casper non ha toccato cibo e a parer mio bisogna mandarla da un medico, temo davvero che da un momento all'altro possa mettersi a mangiucchiare me...». Gli diedi uno schiaffo sul braccio che lo fece ridacchiare mentre io digrignai i denti coprendo il microfono con le dita: «ma i fatti tuoi non te li fai mai?» lo canzonai, ma lui alzò le sopracciglia in segno di noncuranza tirando verso di sé il papillon bianco che portava al collo.

«Appena torni a casa ti preparo un piatto di pasta, sappilo, e se non lo mangi te la farò arrivare nello stomaco attraverso il cul-».

«Per Zeus, mamma! Modera i termini!» la ammonii facendo ruotare gli occhi al cielo mentre al contrario mio Damien se la rise avvicinandosi al mio cellulare con la bocca, ma il suo sguardo era sempre fisso sulla strada: una pecca di Damien era che era iper, iper protettivo, e andava lento quanto una lumaca quando c'ero io in macchina con lui, perché "non voleva farmi morire per colpa sua", parole sue, eh?

«Jennifer al contrario penso che queste parole ti rendano molto più hot, una donna di una certa età ha bisogno di aggiornarsi, e tu sei molto trendy» sbuffai cercando di non sbattere la fronte contro il cruscotto dell'auto, esasperata dal comportamento dei due che scherzavano come due vecchi amici.

Ultimamente non riuscivo a sopportare nulla, né Damien, né mia madre, né qualunque altro essere vivente sulla Terra che respirasse.
Avevo perso l'appetito, e arrivavo la sera in grado di finire due ciotole intere di gelato.
Quindi da qui passavo al scendere di due chili al prenderne altrettanti, e non ero poi così sicura che fosse il caso continuare questa routine.

Avevo perso la voglia di fare ogni cosa, mi sentivo un po'... vuota, ed era la sensazione peggiore del mondo.
Ci lamentiamo tanto del fatto d'essere deboli, troppo forti, superficiali, bugiardi, e tante volte anche io mi sono lamentata di me stessa, ma quanto avrei desiderato poter continuare a provare un qualche tipo di sensazione che non fosse la noia perenne.

«Ho bisogno di dormire nella mia stanza al buio» mi coprii gli occhi con il braccio destro sprofondando nel sedile dell'auto di Damien che qualche secondo dopo accostò sicuramente fuori il vialetto di casa mia. «Odio vederti così» si morse il labbro portandosi indietro il ciuffo scuro di capelli; sembrava sincero e sapevo che lo fosse.

«Sto bene» abbozzai un sorriso mortificata, non volevo che stesse male per me. Scosse la testa alzando un sopracciglio, «sto con te giorno e notte, ti conosco più di quanto conosca me stesso. E... dopo aver litigato con Harry non sei più la mia Cass, e mi manca, farei qualunque cosa pur di riaverla» mi confessò con un'espressione triste in viso; avvicinò la sua mano grande al mio zigomo per carezzarmi la guancia e lo lasciai fare per poi sollevarmi dal sedile e gettarmi oltre le marce per abbracciarlo e stringerlo a me.

𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora