20. Sei proprio peperina stasera.

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|Giorno 15#|

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|Giorno 15#|

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Casper's point of view

«Secondo te ho bisogno di una ceretta?» mi chiese Damien facendo echeggiare la sua frase per tutto l'atrio dell'ospedale allungando la sua gamba pelosa vicina al mio viso; storsi il naso vedendo i suoi peli a così poca distanza dalla mia faccia e feci una smorfia cacciandola con una mano, «leva quell'orango tango dalla mia faccia» dissi disgustata mostrando un sorriso di scuse ad un'infermiera che stava passando lì accanto a noi, e lei si mise a ridere.

Sbuffai quando mi girai a guardare Damien trovandolo con un broncio sulle sue labbra piene e rosee, «che Zeus sia benedetto, Damien, puoi per favore non fare il bambino?» mi lamentai sprofondando ancora di più nella sedia di plastica su cui ero accomodata.

Accomodata era anche troppo, quelle sedie erano dure, scomode e mi facevano ammazzare il culo, per non parlare del fatto che erano unite una all'altra, quindi avevo la foresta Amazzonica di Damien praticamente a meno di cinque centimetri di distanza.

«Non mi hai ancora risposto, quindi no» tenne il broncio ancora incrociando le braccia al petto, feci ruotare i miei occhi sul soffitto venendo accecata dalle luci chiare e di merda di quel fottuto ospedale.

«No, Damien, non ti serve la ceretta. Sei un fottuto maschio. L'importante è che te li faccia sul petto e sulla schiena, ti prego» feci una faccia disgustata immaginandomelo con peli ricci e tutti attorcigliati tra di loro che costellavano il suo petto e la sua schiena.

Bleah.

«Okay ora hai un Damien contento a tua disposizione» una voce sempre poco virile suonò tra le mura fini dell'ospedale e mi sbattei mentalmente una mano in fronte portandomi le dita alle tempie guardando Damien esasperata.

Cazzo mamma arrivi sempre in anticipo rovinandomi i momenti più belli, ora che mi servi non ci sei.
Mercurio, aiutami tu, fa' qualcosa, fa' cadere un pene volante sulla testa di Damien e stendilo per le prossime quattro ore, non lo so.

«Se non la smetti di farmi fare figure di merda ti sbatto la testa nel muro quanto è vero che sei gay» lo minacciai con un dito accusatorio puntato contro di lui che fece un sorrisetto, «gay al 100% bambola» e mi fece l'occhiolino facendo sbattere l'elastico del suo papillon contro il suo collo.

Ci rinuncio Zeus,
pensaci tu.

«Tesoro, ciao!».

Stupido, stupidissimo certificato medico che ho dimenticato di fare.
Dannatissima me che non mi compro una fottuta macchina e sono costretta ad avere questo qui come autista.

«Jennifer!» la chiamò Damien alzandosi in piedi per correre ad abbracciarla, al colpo lei indietreggiò di qualche passo e si mise a ridere ricambiando l'abbraccio.

𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora