|ℭ𝔥𝔞𝔭𝔱𝔢𝔯 ՏՏ|
𝕮𝖆𝖘𝖕𝖊𝖗'𝖘 𝖕𝖔𝖎𝖓𝖙 𝖔𝖋 𝖛𝖎𝖊𝖜
«Tesoro, posso entrare?» chiese cauta mia madre mentre mi asciugai le ultime lacrime chiudendo con un colpo secco la valigia.
Entrò prima che potessi risponderle, tipico di una madre, ormai ne ero abituata.Camminò lentamente verso di me, come spaventata che qualunque suono avesse potuto infastidire le emozioni che stavo cercando di contenere. Chiusi gli occhi per sospirare precedendola prima che potesse parlare, o prima che io potessi ricominciare a piangere: «è finita, mamma- mi passai la lingua sul labbro inferiore- e mi dispiace per te-» mi girai a guardarla avanzando di un passo verso di lei cercando di fare la forte: «ma non l'ho salvato, e non ho salvato neppure me stessa» allargai le braccia tirando su col naso, lei rimase a guardarmi con gli occhi lucidi e afferrai il manico del mio bagaglio trascinandolo fuori da quella stanza, amareggiata.
«Casper...» alzai gli occhi solo per rendermi conto che tutti i miei amici, o "colleghi", erano venuti lì per salutarmi. Gigi si fece avanti prima di tutti e rimase a guardarmi piangendo, poi mi strinse forte a sé mentre io l'abbracciai il più forte possibile. Chiusi gli occhi cercando di incamerare il suo ricordo il più possibile, anche se dubitavo di riuscire mai a dimenticarla: «non ti dimenticherei mai, Cass, tu e Damien siete due pazzi, ma mi mancherete. Mi mancherà la mia migliore amica. Cercherò di venire a trovarvi presto, te lo prometto» premetti le labbra una contro l'altra e sospirai annuendo.
Abbracciai tutti, dal primo all'ultimo cercando di rammentare il meno possibile i ricordi raccolti con loro, poi presi la mano di Damien, mia madre alla mia sinistra e uscii dalla porta di casa mia, lasciandoci dietro quattro mesi relativamente fantastici, il mio lavoro, i miei amici ed Harry.
«Beh, si torna a LA».
𝕳𝖆𝖗𝖗𝖞'𝖘 𝖕𝖔𝖎𝖓𝖙 𝖔𝖋 𝖛𝖎𝖊𝖜
«No Gemma, tu non capisci!» urlai per telefono sedendomi su una poltrona di seconda mano sbarcata a casaccio nel mio camerino.
« E cosa devo capire, Harold? È da te lasciare andare gli altri perché... uff, vuoi sapere una cosa? » mi passai una mano sul viso sporco di insulse lacrime, che schifo piangere.
«Mi aiuterà con Casper?» chiesi speranzoso, ma lei emise un verso strano all'altro capo del telefono: «tecnicamente serve a farti ragionare sulla ragione per la quale lei è andata via ».Sbuffai declinando con la mano la sua stupida idea «no Gemma, no! Lei sta per salire su un aereo che la porterà a chilometri di distanza da me, tra le braccia di altri uomini a condurre una vita che non ha nulla a che fare con la mia!» lanciai contro il muro il mio profumo preferito che si frantumò.
« Harry smettila di lanciare oggetti contro il muro. E ora che tu voglia o no starai ad ascoltarmi:
La gente egoista, il più delle volte, tende a rendersi conto dei propri errori troppo tardi, e lo sai che fa un egoista? Il codardo, sì. Sei un codardo, e anche un egoista. Un egoista si lascia il problema alle spalle convincendosi che così tutto si risolva, anche se può far male, anche se nuoce alla persona che si ama. Anche se nuoce te stesso. La si lascia andare. Hai sottovalutato il suo amore, Harry, lei ti ama perché è così difficile da accettare? Anche tu la ami, cos'è che ti spaventa così tanto? » urlò.
STAI LEGGENDO
𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]
FanficU͎n͎k͎n͎o͎w͎n͎ Casper Evans è una giovane diciannovenne euforica e tremendamente maldestra, legata alla vita solo grazie al suo migliore amico, Damien, un disperato fanatico dei papillon, e il suo gruppo musicale preferito. Emarginata per via del s...