45. La verità salta sempre fuori.

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|ℭ𝔥𝔞𝔭𝔱𝔢𝔯 կՏ|

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𝕮𝖆𝖘𝖕𝖊𝖗'𝖘 𝖕𝖔𝖎𝖓𝖙 𝖔𝖋 𝖛𝖎𝖊𝖜

Mi lavai i denti rinchiusa nella piccola stanza che era il bagno personale della camera da letto in cui dormivo.
Dalle casse del mio cellulare risuonava You & I per la milionesima volta, l'unico suono, tranne il mio spazzolino che sfregava i denti, a suonare nell'aria.

Mi muovevo leggermente a tempo agitando il braccio per aria e sorrisi ricordando quanto tempo avevo speso nella mia stanza facendo esattamente la stessa cosa, quando ancora Harry per me era solo... era qualcosa di irraggiungibile e basta.

Mi sciacquai la bocca con l'acqua del rubinetto e quando mi rimisi composta qualcosa di nuovo entrò a far parte nel riflesso dello specchio: il ghigno di Harry.

Ma perché la mia vita era una gaffe continua?

«La porta non era chiusa?» chiesi schiarendomi la gola rimettendo in ordine lo spazzolino nel beauty in cui avevo raggruppato tutte le creme per la sera.

Harry rimase ancora appoggiato allo stipite della porta del bagno, sorridendo sempre, quando gli lanciai un'occhiatina fugace.
«A quanto pare no» scommetto che è un ninja e l'ha aperta con maestria, tanto da non farmene accorgere.

Presi il mio cellulare, da cui non suonava più alcuna melodia, e superai Harry uscendo dal bagno.
«Perché mi fissi ancora?» dissi quando accantonai i cuscini per bellezza del letto in un angolo della stanza.
«Mi piace guardarti mentre balli la mia musica» ammise senza peli sulla lingua rivolgendomi un'occhiolino; divenni paonazza cominciando a guardare da tutt'altra parte.

«Oh...» fu tutto ciò che fui pronta a dire con concretezza.
Ero ancora scioccata per la conversazione che aveva avuto con Ariel, era sembrato così serio.

Mi rintanai sotto le coperte lasciando solo l'abat-jour acceso e cercai di non guardare Harry mentre spense il suo cellulare e si stese accanto a me.
«Mi dispiace, non dovevo dirti così prima di cena» cominciò spezzando il silenzio creatosi tra di noi.

Sembrava veramente dispiaciuto, aveva una fascia nei capelli e i suoi occhi erano adornati da delle profonde occhiaie.
Sospirai «non vale la pena parlarne».

«Chi tace rimarrà logorato a vita. Vivrà con il rimorso di non aver detto ciò che pensava al momento giusto. Perché un giudizio può cambiare la situazione. Anche solo uno» disse lui ed io mi coprii il viso con le mani per la frustrazione.

«Non parlarmi così a mezzanotte, non riesco a seguire il filo del discorso, facciamolo domani» chiusi l'argomento spegnendo la luce da notte.
«Ma domani partiamo» replicò lui.

𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora