56. Damien.

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|ℭ𝔥𝔞𝔭𝔱𝔢𝔯 Տճ|

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𝕮𝖆𝖘𝖕𝖊𝖗'𝖘 𝖕𝖔𝖎𝖓𝖙 𝖔𝖋 𝖛𝖎𝖊𝖜

Quando mi svegliai, sottolineando con un dolore più che atroce dietro al collo, usai le mie braccia come scudo per nascondermi da Harry, che mi stava ricoprendo il viso di baci nella speranza che mi svegliassi: «Harry, andiamo! Smettila! Sono sveglia!» mi difesi facendo per allontanarlo e lui mise il broncio sedendosi sul sedile accanto a me.

Mi alzai per stiracchiarmi e mi passai i capelli dietro le orecchie guardando Harry con un sorriso: era così tenero. Ultimamente, ovvero da praticamente ieri, eravamo solo un misto tra coccole e carezze, lui era irriconoscibile sotto ogni punto di vista.

Mi avvicinai a lui per prendergli il viso fra le mani e dargli un bacio a stampo, «siamo arrivati» asserì facendomi guardare fuori dal finestrino del jet. Non riuscivo ancora a crederci che se n'era ricordato e che mi aveva portata qui, quasi mi veniva da piangere.

Presi un grande respiro e uscii fuori, Harry mi seguì subito dopo con il suo zaino in spalla e un mio borsone che avevo deciso di tenere con me.
Incrociai le braccia al petto fissando il panorama, era buio ma c'erano diverse luci accese e alcune palme in lontananza.
«Ti piace?» mi chiese Harry passando il braccio sulle mie spalle e facendo intrecciare le nostre dita. Mi girai verso sinistra incassando il mento nel collo per annuire e lui continuò a sorridermi. I suoi occhi verdi erano belli anche durante la notte, anche nel buio più totale o semplicemente illuminati da una luce fioca.

«Vieni» cominciò a camminare con il borsone in una mano e la mia tesa nell'altra. Indicò un simil golf card su cui salimmo facendomi mantenere le borse, io strabuzzai gli occhi mantenendomi al tettuccio: «Harry, la sai guidare?» chiesi e lui scrollò le spalle: «fidati di me» disse prima di partire e emise versi di felicità mista ad eccitazione facendomi ridere.
Avrei voluto dirgli che mi sarei sempre fidata di lui, forse poteva veramente essere la persona di cui avevo bisogno.

Guidò fino ad un piccolo resort distribuito in piccole capanne, scendemmo entrambi e cominciò a tirarmi di mano le borse mentre io opposi resistenza: «Harry, smettila! Ce la faccio» sentenziai e lui sollevò le sopracciglia mollando la presa, io mi caricai in spalla il suo zaino e trainai con me il mio borsone: «sembri un mulo» gli feci la linguaccia ed entrammo. Dire che sembrava un paradiso era poco.

«Woow» esclamai sorpresa, poggiai per terra i "bagagli" e cominciai a vagare nella suite esterrefatta. Non era grandissima ma era questo a renderla confortevole.

Non sentendo più i passi di Harry mi girai per cercarlo e lo trovai appoggiato ad un mobile con le gambe accavallate e le braccia incrociate mentre ghignava benevolmente.
«Non riesco a credere che tu l'abbia fatto sul serio, né al fatto che tu ti sia sbloccato per davvero- mi avvicinai a lui incrociando le braccia attorno al suo collo- non mi aspetto che tu rimanga affianco a me tutta la vita, ma sapere che sarai disposto ad aprirti con le altre e non sarai più chiuso mi rende fiera, le ho fatto risparmiare metà della fatica» appoggiai la guancia sulla sua clavicola che premeva sulla mia faccia.

𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora