31. Il pizzo è la mia morte.

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|ℭ𝔥𝔞𝔭𝔱𝔢𝔯 Յյ|

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𝕮𝖆𝖘𝖕𝖊𝖗'𝖘 𝖕𝖔𝖎𝖓𝖙 𝖔𝖋 𝖛𝖎𝖊𝖜

Schiusi le labbra alzando di più le palpebre per mettere bene il mascara, mentre Damien dall'altra parte della stanza si stava sistemando uno dei suoi tanti papillon.
«E quindi ha detto di non voler passare per cornuto?» mi chiese e feci distrattamente su e giù con la testa «ah-ah».

Lasciai un sospiro di sollievo quando richiusi il mascara riponendolo in una scatola apposita; mi mossi con strana eleganza, per impedire alla crocchia che mi aveva fatto Rose di rovinarsi.
Avevo già indossato gli abiti che mi aveva lasciato sul letto Frederick, definendomi 'mon chérie'.

Consisteva in un abito nero un po' corto per i miei gusti, ma che, come aveva detto lui, rispecchiava quelli di tutto il resto;
Avevo dei tacchi oro e anche una pochette dorata.

Riportai la mia attenzione sul trucco, curato nei minimi dettagli.
Avevo il cuore a mille, e cercavo in ogni maniera di distrarmi pur di non pensare alla serata di stasera.

Non mi piaceva la discoteca, perché si finiva per creare casini. Sempre.
«Cass, Niall è giù!» sentii dire da Damien, il quale mi raggiunse in camera mia porgendomi la giacca.
Lo ringraziai con lo sguardo e guardai le mie email per vedere cosa potevo e non potevo mangiare quella sera prima di spegnerlo e raggiungere la porta di casa.

Damien si preoccupò di chiuderla a chiave e mi prese sottobraccio rivolgendomi un sorriso, «dài, non sarà tanto male. E poi woah Niall spacca» fece il segno delle corna fermandosi nel bel mezzo del corridoio cacciando la lingua di fuori e alzai le sopracciglia ridacchiando: «su questo non c'è ombra di dubbio, ma io mi riferisco in generale, Damien».

Lui mi afferrò per un braccio e mi fece girare attirandomi a sé, così che il mio sguardo potesse incastrarsi col suo; ammirai le sue pagliuzze dorate vagare nel suo, quei suoi occhi così grandi e belli e familiari fecero rilassare i miei nervi sotto pelle, così tirai un sospiro di sollievo.

«Non sei meno di loro, Cass. Lo sappiamo entrambi che sei forte, e stasera sei più bella del solito. Il testone non riuscirà a toglierti gli occhi di dosso, quanto ci scommetti?» continuammo a camminare mano nella mano anche arrivati in ascensore, che ci accompagnò al primo piano da cui poi saremmo usciti.  

Gli diedi una pacca amichevole sul petto e mi appesi al suo braccio per un paio di secondi «se io sono bella allora questa volta tu avrai lavato i piedi prima di esserti messo il paio di scarpe nuove».

Un ghigno si fece largo sul mio viso perché dall'altra parte ottenni solo ed unicamente silenzio. Bingo.
«Sei un caso perso» scossi la testa arresa ottenendo in risposta da parte sua il dito medio che mi affrettai a nascondergli «non possiamo farlo, è nel regolamento», lo guardai seriamente mentre lui fece una smorfia annoiata abbassando la mano.

𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora