44. Solo se gradisce.

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|ℭ𝔥𝔞𝔭𝔱𝔢𝔯 կկ|

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𝕮𝖆𝖘𝖕𝖊𝖗'𝖘 𝖕𝖔𝖎𝖓𝖙 𝖔𝖋 𝖛𝖎𝖊𝖜

Ariel, seduta sul letto e riflessa nello specchio in cui mi stavo truccando mi fece gli occhi da cucciolo: «me ne metti un pochetto anche a me?» giunse le mani balzando giù dal letto e mi fu inevitabile sorriderle e farle un cenno di avvicinarsi.

«Vieni qui» la presi in braccio facendola sedere sulle mie gambe e aprii la bocca «fallo anche tu, ahhh» ridacchiai.
C'era tanta quiete e mi sentivo stranamente in pace con me stessa, non avevo motivi per cui essere arrabbiata.

Ariel aprì la bocca mettendo in mostra la sua dentatura arricchita da qualche finestrella.
Gli spalmai un po' di lucida labbra e gliele feci premere una sopra l'altra.
Si girò verso lo specchio per riflettersi e arricciò le labbra mandando un bacio, io le girai un video mentre continuò a pavoneggiarsi per pubblicarlo su Instagram.

«Belle, perché tu sei così bella?» mi chiese dolcemente inclinando la testa di lato fissandomi nello specchio, io le feci un mezzo sorriso.
«La bellezza è soggettiva, posso piacere e non piacere tesoro» le risposi quietamente e poi fissai la mia crocchia disordinata nello specchio: avevo lavato poche ore prima i capelli, ma avevo deciso di legarli ugualmente siccome mia nonna avrebbe impuzzolentito un'intera cucina.

«Vieni, andiamo giù» lei annuì meccanicamente togliendosi teneramente un ciuffo dagli occhi e mi prese la mano.

Quando arrivammo nel soggiorno Beverly, la mia altra cugina arrivata quello stesso pomeriggio, mi fece un sorriso.

Un rumore assordante di padelle e di piatti stridere fra di loro mi fece fare una smorfia, e Ariel mollò la mia mano per andare a guardare i cartoni.

«Peter! Levati dai piedi che dài fastidio! Jennifer, Mary, avete finito con la tavola? Gli ospiti saranno qui a momenti!» cercai di non ridere, ormai era di rito tutte le feste, anche quando erano loro a volare da noi.

«Belle apri la porta, muoviti su! E sii cortese, grazie».
Oh per tutti i fulmini.

Andai ad accogliere gli ospiti ascoltando mia nonna intenta a dettare ordini a destra e a manca della casa adocchiando Edward rannicchiato con la testa sotto ad un cuscino.

Appena aprii la porta Harry si parò le mani davanti alla faccia ed io incrociai le braccia al petto guardandolo con un sopracciglio sollevato, «ciao?» dissi e lui aprì prima un occhio e poi un altro tirando un sospiro di sollievo.
«Phew, pensavo mi avresti schiaffeggiato, buona Vigilia comunque!» cercai di non sorridere mentre tante farfalle svolazzarono nel mio stomaco, un Harry così felice non avevo avuto mai il piacere di incontrarlo.

Gli diedi imbarazzata un bacio su ogni guancia e poi mi feci di lato per farlo passare ed entrare, tutti i rumori cessarono in casa ed io incrociai persino le gambe.
Zeus non farmi fare figuracce, Zeus, ti prego...

𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora