50. Sono belle, ma fanno male.

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|ℭ𝔥𝔞𝔭𝔱𝔢𝔯 Տօ|

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𝕮𝖆𝖘𝖕𝖊𝖗'𝖘 𝖕𝖔𝖎𝖓𝖙 𝖔𝖋 𝖛𝖎𝖊𝖜

Mi rigirai tra le coperte per la seconda volta nella vana speranza che la smettessero di bussare alla porta con tanta insistenza.
Sbuffai irritata e tirai da sotto il materasso il lenzuolo legandomelo al corpo ancora troppo pigra per riuscire a focalizzare qualunque vestito decente nella valigia.

Mi passai una mano tra i capelli stropicciandomi gli occhi e camminai furiosa verso la porta, spalancandola: «ma qui il rispetto non esiste? Se qualcuno non rispond- oh mio Dio, mamma? Mamma di Harry?» sbiancai, chiudendogli la porta in faccia.

Il loro sorrisino mi aveva fatto capire che avessero intuito cosa fosse successo tra di noi la sera precedente, e arrossii immediatamente schiarendomi la gola e leccandomi le labbra: «Ehm, un momento che... mi vesto, ecco» idiota, scuse più plausibili e meno palesi non sapevo inventarne.

Corsi verso il letto scuotendo Harry per la spalla, ma lui emise un ronfo girandosi con la faccia dal lato opposto del letto. Appoggiai le mani sui fianchi inclinando la testa e contai fino a tre, poi lo afferrai per il polso e lo trascinai a terra invogliandolo ad alzarsi: «sve-glia-ti!» esclamai tirando più forte alla fine facendolo cascare nudo sul pavimento.

Mi passai una mano sulla fronte esausta dopo la faticata appena compiuta e feci un sorrisino esultando tra me e me pensando che Mike sarebbe stato fiero di me, mmh... magari Miss. Wilson un po' meno... ma a chi volete che importi.

«Si può sapere quali vitamine tu abbia ingerito per essere così forte a quest'ora della mattina? E mi spieghi perché lo hai fatto?» si lamentò ed io ruotai gli occhi al cielo anche per trovare una distrazione che non mi inducesse a puntare il mio sguardo lì in basso. Harry a rimanere nudo sembrava totalmente a suo agio.
Il problema era che lo fosse sul serio.

«Tua madre e mia madre sono fuori alla porta, e ci stanno aspettando... ed io dovrei andare a prendere i miei vestiti nella mia stanza perché ho appena realizzato di non essere nella mia» puntualizzai e lui la cacciò agilmente da sotto al suo letto guardandomi con un sorrisetto, bastardo.

«Vestiti per favore» gli chiesi sviando l'argomento e lui ammiccò un sorrisetto che mi fece arrossire: «io ti chiedo umilmente di fare il contrario».

Gli lanciai contro una maglia dalla valigia che schivò: «Harry! Le nostre madri sono a qualche metro di distanza da noi!» gli rammentai e lui si mise dei panni puliti in spalla camminando verso il bagno «se volessi potrei anche scopare sapendo che sono dall'altro lato della porta. Apprezza i miei sforzi».

Scossi la testa sbuffando e mi andai a cambiare nel bagno opposto, visto che la sua camera di lusso era munita di ben due servizi.
Mi lavai un po' la faccia e decisi di non truccarmi, anche perché Harry mi aveva decisamente vista in condizioni peggiori e non mi importava più, e ad essere onesta mi piacevo più struccata.

𝐔𝐍𝐊𝐍𝐎𝐖𝐍 | [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora