ELIANA

87 12 10
                                    

Era un pomeriggio soleggiato, qualche nuvola faceva da sfondo. Fuori c'era quella strana quiete che preannuncia un temporale.

Io e la mamma eravamo sedute vicino al bordo della piscina. L'acqua in cui avevamo immerso i nostri piedi ci rinfrescava dal tepore di quella calda giornata estiva.

Eravamo impegnate a leggere una fiaba. Animali che parlano e strane creature magiche misteriose.

Mamma mi aveva riferito che, anche noi, essere umani potremmo parlare con gli animali. Basterebbe studiare la loro lingua, un pò come quando impari l'inglese o il francese. Diventerebbe tutto più semplice. E se a loro volta, gli animali, imparassero la nostra lingua, certamente, dovranno essere trattati alla pari di un uomo.

«Insomma, Carlotta, un chihuahua potrà chiaramente difendersi da un padrone che vuole obbligarlo a vestirsi come un bambolotto.»

Ridendo e imitando la povera bestiola, camuffai la mia voce e le dissi: « Non indosserò mai e poi mai quegli stupidi vestitini, se mi obblighi, chiamerò l'ENPA e ti farò arrestare per maltrattamento canino!»

Quante risate che ci siamo fatte, insieme, in quel momento. Mamma rideva e il suo pancione, ormai enorme, si muoveva con le sue risa.

È stato in quel preciso istante che, si immobilizzò, tocco il suo ventre e sul suo viso apparse una strana smorfia. Incominciò a mugolare, sembrava che, qualcosa le stesse facendo male. Mi intimò di chiamare papà al lavoro. Non riuscivo a muovermi. Non sapevo cosa fare. Il panico, si stava impossessando di me. Provai ad abbracciarla. Forse sarebbe bastato per calmarla. Il suo viso, però, era teso e mi allontanò bruscamente.

«Rientra a casa e chiama subito papà!»

Il suo tono mi spronò. Mi alzai e corsi immediatamente dentro casa, alzai la cornetta e composi il numero di papy. Sembrò passare un eternità, il telefono squillava ma poi, eccola, quella voce riconoscibile e accogliente.

Ero agitata. La mamma, fuori, era sempre più contorta dal dolore. Urlava.

«Papà, vieni subito a casa. La mamma sta tanto male!»

«Carlotta, Stai tranquilla, arrivo subito»

Piangevo.

«Papà, quanto ci metti? mamma urla ed io, non so cosa devo fare!»

« 5 minuti e sono lì!»

Papy non lavorava molto lontano da casa. Il suo studio era situato qualche isolato più in là. Faceva il grafico.

Aspettai, a quello che mi sembrò un tempo interminabile. Ero accanto alla mamma ma, immobile. Vidi mio padre venirci incontro trafelato e dietro se, due uomini con i pantaloni arancio ed il lettino, la fecero sdraiare e la portarono via. Papà le rimaneva accanto. La mamma continuò a mugugnare per il dolore.

Li seguii. Anche io ero spaventata. Ma ad un passo dalla porta, papà si voltò verso di me e disse:

«Carlotta, resta qui. Sta arrivando Nonna Geppa»

«Come? non posso venire con voi?»

«È per il tuo bene, appena saprò qualcosa, ti chiamerò»

Rimasi ferma. Stordita da quel chiasso. Mi si leggeva in faccia la paura. Nessuno mi aveva spiegato cosa stesse succedendo. Chiusi la porta. Mi sdraiai sul divano e cominciai a piangere. Fu un pianto liberatorio che, costrinse il mio corpo a rilassarsi. Infatti, mi addormentai.

Mi svegliai ancora incosciente. Qualcosa mi sfiorò il viso assonnato. Un vento freddo. Rumori incomprensibili rimbombavano nella stanza. Mi misi seduta, mi stropicciai gli occhi e sbadigliai. Nonna Geppa mi apparse, improvvisamente, di fronte:

«È ora di svegliarsi cara. Sono le 8 del mattino. Ho preparato la colazione e...»

Non la stavo ascoltando, memore di quello che era accaduto il giorno precedente, sovrastai le sue parole con le mie molteplici domande:

«Nonna dove sono mamma e papà?. Hanno chiamato?. Sai qualcosa?. Come sta la mamma?»

Si sedette vicino a me.

Il silenzio di Nonna fu fin troppo eloquente. Cercava di dissimulare la sua tristezza. Invano. Nella sua mente, stava rintracciando le parole per rendere tutto meno sofferente. Nonna Geppa stava cercando di proteggermi da me stessa.

«Mia cara Carlotta, sembra che, i tuoi genitori, siano scomparsi.»

«Sono morti Nonna?»

Non rispose alla mia domanda. Mi abbracciò e compresi, immediatamente, quello che io non avrei voluto mai sentire. Quando ci sciogliemmo dal nostro abbraccio, lei, mi guardò e disse:

«Vieni con me, devo farti vedere una cosa».

Salimmo le scale che, dal soggiorno portavano alla stanza di Mamy e papy, la mia cameretta ed una che rimaneva sempre chiusa a chiave. Non avevo mai capito perché io non potessi entrare ma ebbi modo di scoprirlo proprio in quel momento. Nonna si fermò proprio lì davanti. Si inginocchio e prese la mia mano, accarezzandola. Mi guardò negli occhi e disse:

«Non sei mai entrata qui, vero?».

Le dissi di no, muovendo la testa. Ero troppo triste per poter ancora parlare.

«Avrebbero voluto farti una sorpresa, appena ci sarebbe stato il momento opportuno. Tu hai una sorellina. Il suo nome è Eliana»

Entrai nella camera, stupita. Le pareti erano bianche con tanti disegni che rappresentavano le stelle richiuse nelle bolle. Ogni stella riluceva con un colore diverso. Sul soffitto le creature dei boschi ballavano insieme e quelli che, sembravano degli orchi. Tutto intorno erano presenti il fasciatoio, il cassettone, i giochi e la sedia a dondolo. Mi voltai e nell'angolo di sinistra era posizionata una culla. Sul lettino, Eliana, sembrava assorta nei suoi pensieri. Ma quando mi vide il suo viso si distese in un sorriso. Per la prima volta, i nostri occhi, si incontrarono.

La Nonna la raccolse dal lettino e me la mise tra le braccia. Lei era soppravvisuta. Lei, era tutto quello che rimaneva di mamma e papà. L'unico legame che mi avrebbe tenuta stretta a loro. La tenni con me per un pò. Quando staccai il suo corpicino dal mio, quello stesso vento freddo che avevo sentito qualche tempo prima, ora, mi sfiorava il viso e credo che lo abbia fatto anche con Eliana. Le si illuminarono gli occhi e si mise a ridere.

La finestra era socchiusa ma il sole abbagliante riscaldava, inesorabile. Neanche una brezza leggera.

Nonna non si accorse di nulla.

Qualcosa di strano da quel giorno, cominciò ad insinuarsi tra di noi.

La vita segreta di CarlottaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora