La vita segreta di Carlotta

Surreale

Un uomo indossava una divisa mimetica ed imbracciava un'arma. La camicia aperta sul petto lasciava intravedere una canottiera totalmente bianca. Tra le dita teneva una sigaretta. Ogni tanto, l'avvicinava alle labbra ed inspirava una boccata di fumo.

Era una figura slanciata ed i suoi occhi riflettevano un barlume di strafottenza. Lo sguardo minaccioso guardava dritto davanti a se. Tutto indicava che stava per accadere qualcosa di spiacevole e spaventoso, ma io non riuscivo a vedere nulla. L'immagine si fermava ai piedi di quell'uomo e la visione rimaneva muta e assente. Bloccata a metà. Così, quando i suoi piedi si mossero verso l'angolo cieco dei miei occhi, tutto si offuscò ed io vidi solo il buio della notte.

Sono inquieta ma non tanto da svegliarmi. Il mio corpo rimane inerme sul morbido di quello che sembra un cuscino. Le mani scivolano dentro le piaghe di un tessuto e nella leggerezza di quel tocco, gli occhi, si dischiudono lentamente.

Tutto attorno una luce tenue si diffonde nella stanza. Mi stropiccio gli occhi e sgranchisco le gambe. Mi metto a sedere ed , ancora una volta, la prospettiva è cambiata. Il mio è un letto a baldacchino, sontuose tende rosso porpora mi circondano. Mi sento come una Regina al centro del suo regno. Poggio i piedi a terra e la camera dipinge i soffitti con Apollo mentre carica il suo carro solare verso Zeus, pronto a trafiggerlo con una folgore luccicante. Ma tanto è ben noto quanto i Dei dell'epoca fossero immortali ed immuni alle loro guerre.

Gli arredi decorano la stanza con le sfumature di una nobiltà lontana. Cammino dentro quello spazio sorpresa ed inebetita. Mi fermo ed i dubbi prendono possesso della mia mente.

Come sono arrivata fin qui? Cosa significa tutto quello che mi sta accadendo? È realtà o fantasia?.

Cosa devo scoprire qui che altrove non ho ancora scoperto?.

Una voce invisibile si fece strada dentro la mia testa:

"Per trovare qualcosa nel futuro, dovrai rimestare nel passato"