IL RITORNO

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Quando le prime gemme fecero la loro comparsa alla fine dell'inverno, io ed Eliana ci incamminammo verso il nostro passato. Alberica non era d'accordo, cercò di dissuaderci in qualsiasi modo. Quel luogo era oramai poco sicuro. Chi era venuto a prelevare Nonna Geppa, sapeva dove vivevamo. Probabilmente per tutto questo tempo, ci stava tenendo d'occhio attendendo il momento giusto per farci del male.

Le dissi che se, avesse voluto, avrebbe potuto farlo in qualsiasi momento. Ci sono state intere giornate, a casa di Alessio, in cui la mia sola compagna era stata la solitudine, ma lei non si arrese, né si tranquillizzò e mi disse:
«È diverso...»

Forse aveva ragione lei. Era diverso. Ma io dovevo ritornare.
Avevo bisogno di riscrivere la mia storia, guardando in faccia il mio passato.

Non avrei potuto guardare al futuro senza prima aver preso la rincorsa.

Sul viso di Alberica lessi l'apprensione ma anche la sua combattività. Non si sarebbe arresa.

Guidata da un impeto, mi abbracciò. Una stretta che mi lasciò senza fiato e sorprendentemente felice.

Varcammo la soglia di casa nostra. Il silenzio ed il buio erano l'unico rumore assordante che sentivamo. Alberica era inquieta.

Accendemmo le luci. Nessuno era entrato forzando la serratura della porta. Tutto era rimasto esattamente come l'avevamo lasciato.

Tutta la famiglia di Alessio, ci aiutò a disfare le valigie.

Tutti tranne Alberica.

Mi accorsi ben presto che, lei era all'esterno. Nel cortile. Danzava e bisbigliava parole incomprensibili. Poi, i nostri sguardi si incontrarono ed una strana forza fece tremare la terra sotto i suoi piedi.

Quando alberica rientrò, non distolse mai i suoi occhi dai miei e mi disse:

«Ora sarete al sicuro».

Come faceva ad esserne così certa?

Avevo ben compreso cosa successe quel giorno. La realtà è che non ebbi il coraggio​ di crederci veramente.

La vita segreta di CarlottaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora