INDOLE

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Il cielo si stava colorando del suo blu notte. L'unica luce filtrava dallo spioncino dove io, poco prima, avevo concentrato tutta la mia curiosità.

Tra le lacrime mi ricomposi.

Mi alzai, nuovamente, in piedi e a tentoni cercai di disegnare nella mia mente quello che stavo toccando, alla ricerca di un interruttore che, illuminasse la stanza. Le mie mani scivolavano su pareti ruvide e fredde, superfici lisce e spazi vuoti.

Sembrò eterno il mio vagare, ma poi, la penombra illuminò quella che appariva come una catenella appesa al soffitto. Racchiusi le mie mani attorno ad essa e tirai. D'improvviso una luce tenue si estese su tutta la stanza.

Mensole e mobili di un tempo antico erano arrivati fin qui, portando con se il profumo della Storia, eppure, lo stato dei libri e gli oggetti che erano poggiati su di essi sembravano aver vissuto periodi più recenti.

Mi voltai, improvvisamente, guidata da un istinto primordiale verso la porta che mi aveva ingabbiato. Mi avvicinai ed intagliato sulla sua superficie i miei occhi scorsero delle parole:

"I tuoi occhi sono chiusi e non stanno osservando quel che vedono. Le tue orecchie non stanno ascoltando ciò che sentono. Se non saprai aprirti a te stessa, non potrò farlo nemmeno io."

Quella frase mi apparve criptica ma allo stesso tempo mi stava aiutando.

Non capivo come.

Qualcosa dentro me, però, lambiva quelle parole, ne assaporava l'essenza e percepiva il vero significato che si nascondeva dietro di esse.

La vita segreta di CarlottaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora