Casualità apparente

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Accolsi quel suggerimento con un misto di inquietudine e curiosità. L'uomo della visione aveva qualcosa di famigliare eppure, non lo conoscevo.

In quei giorni si erano susseguiti eventi apparentemente casuali tra di loro ma vi era una connessione che io, percepivo a malapena.

Giravo in quella stanza settecentesca senza una meta, finché il mio stomaco non fu scosso dai brontolii della fame. I miei pensieri vorticavano così veloci da non aver prestato ascolto a quegli istinti primordiali che comunicava il mio corpo. Di fronte al letto, appoggiato sul mobile scorsi una mela rossa. Decisa a riempire il vuoto dentro me, mi avvicinai velocemente e feci per agguantarla tra le mani. Improvvisamente, la parete e lo spazio in cui io sostavo, cominciò a girare su se stesso.

Mi ritrovai nella stessa stanza in cui tutto ebbe inizio con l'unica eccezione che, trovai la tavola imbandita, di ogni tipo di cibo. Non feci in tempo a sedermi a tavola che afferrai con le mani un'untuosa coscia di pollo. Ero talmente affamata che non mi soffermai a pensare o a pormi delle domande.

Chi, in mia assenza, si era prodigato per sfamare le mie membra?.

Come faceva a sapere che proprio in quel momento avrei seguito le pulsioni della fame?.

Avevo seguito l'istinto oppure qualcuno mi aveva attirato dentro quell'apparente casualità?

Ma, soprattutto, Perché?

La vita segreta di CarlottaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora