LA PAURA

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Ritornammo a casa quel giorno stesso.
Riposi la felicità dentro le valigie.
Approfittai dell'assenza di Alessio per chiudere la porta di quella camera che fino a ieri mi aveva regalato sorrisi e libertà, mi sedetti sul nostro letto e il mio corpo cominciò a fremere sotto il peso delle mie lacrime. In compagnia solo di me stessa.

Piangevo sommessamente, Alessio non avrebbe dovuto ascoltare i miei singhiozzi.

Nonna Geppa era colei che mi aveva cresciuta.Nonostante gli ultimi tempi si fosse allontanata cosi tanto da rendersi quasi irraggiungibile, continuava ad essere una parte di me ed io non potevo rinnegare me stessa. Lei avrebbe sempre fatto parte della mia vita anche se, le sue assenze, sarebbero state la mia unica compagnia.

Non tutto era perduto. La paura, mia coraggiosa alleata, mi induceva a non arrendermi. Così, asciugai la mia tristezza dal volto, mi alzai e raggiunsi la porta.

Qualunque o chiunque ci sarebbe stato dall'altra parte, lo avrei affrontato. Nessuno poteva decidere di zittirmi con il solo suono del ricatto perché colui che preannuncia una minaccia rappresenta esso stesso la sua paura.

E se quell'uomo aveva fatto tanta strada per farmi tremare, ora, avrebbe constatato con i suoi occhi che i miei timori si erano trasformati nel cuore di un leone.

Scesi le scale, lentamente, e mi ritrovai, senza neanche accorgermene, fuori dal porticato.

Alessio stava sistemando, nervosamente, le borse nel porta-bagagli dell'auto. Non si accorse della mia presenza, finché, non incontrò il mio sguardo.

Durante la mia breve assenza qualcosa era successo.

Alessio sapeva.

La vita segreta di CarlottaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora