Il desiderio

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Lentamente mi sedetti. Alessio fu l'unico a rimanere in piedi. Mi osservava senza riconoscermi ma il suo viso esprimeva curiosità. Senza dir nulla, anche lui, si sedette uniformandosi a tutti gli altri. I suoi occhi attenti mi studiarono per tutta la sera.

Il vestito che indossavo disegnava ogni forma del mio corpo e ne esaltava ogni linea. Eretta su me stessa, ogni tanto, abbozzavo un sorriso. I miei capelli, raccolti in un fermaglio d'argento, ricadevano sulle spalle come i petali di un fiore che fluttuano verso terra.

Avevo assunto una postura risoluta e, allo stesso tempo, così rilassata. Sentivo lo sguardo di Alessio penetrarmi attraverso la pelle. Ci sono stati momenti in cui i nostri sguardi si sono incontrati e, nel mentre, le mie mani accarezzavano i capelli, arrotolavo le ciocche sulle mie dita e la spallina del mio vestito ricadeva lasciando trasparire la mia spalla.

Nella mia indifferenza cresceva il suo desiderio.

Tra di noi, l'unico ostacolo era la distanza. Ci dividevano le persone presenti in quella stanza. Sarebbe bastato un solo tocco a rendere complici i nostri corpi. Ad elevare il piacere in un'unica essenza. Ma fu quella stessa difficoltà a rendere l'attesa ancora più eccitante. Più cresceva il suo ardore e più acquisivo potere.

Giocavo con lui, fingendo di essere vittima degli eventi.

Lui era il cacciatore ed io la sua preda.

O almeno, così, gli facevo credere.

La vita segreta di CarlottaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora