Capitolo Trentanove

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"Sei silenziosa" mi limito ad alzare le spalle, mi chiedo perché io non possa mai sapere nulla, perché devo sempre rimanere all'oscuro? Eppure gli ho sempre lasciato intendere che si può fidare di me, non lo tradirei mai

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"Sei silenziosa" mi limito ad alzare le spalle, mi chiedo perché io non possa mai sapere nulla, perché devo sempre rimanere all'oscuro? Eppure gli ho sempre lasciato intendere che si può fidare di me, non lo tradirei mai. "Va bene, che ne dici se andassimo a mangiare qualcosa?" Alzo nuovamente le spalle facendo un sospiro, "Adiamo, so che ti andrebbe una torta al cioccolato" ma da me non ottiene alcuna risposta, otterrà ciò che io ho avuto da lui: silenzio. Appena entriamo nella tavola calda gli occhi della cameriera puntano a N e lo guarda come se lui fosse la sua prossima preda. Si avvicina velocemente a noi prima che possa farlo la sua collega. I suoi lunghi capelli biondi le ricadono dolcemente sulle spalle, i suoi occhi sono azzurri, la sua pelle è talmente tanto bianca da sembrare porcellana, la sua bocca rosea e carnosa si piega in un sorriso mentre la mia in una smorfia "Un tavolo per due" appena N pronuncia queste parole la ragazza inizialmente fa una strana smorfia ma, appena mi guarda attentamente, il suo sorriso torna a farsi spazio nel suo perfetto viso.

'Stonzetta, credi davvero di essere migliore di me?' Mi ritrovo a pensare mentre mi siedo sul divanetto azzurro, N si siede al mio fianco e lei se ne va lasciandoci un menù. Ma il suo sguardo non si sposta mai dalla figura di N, neanche quando deve servire altri clienti "Credo che tu le piaccia" il mio tono è pieno di astio, voglio vedere come reagisce nel trovare una ragazza a cui piace e, guardandola, si direbbe anche molto facile. Ha detto di tenere a me, ma voglio che me lo dimostri e, nonostante gli abbia detto di dimenticare tutto ciò che è successo qualche sera fa, non voglio realmente che lo faccia. Voglio che sia di nuovo avventato, voglio sentire di nuovo quella sensazione calda al petto.

Alza lo sguardo dal menù, "Piaccio a chi?" Con il capo indico la biondina, "Mmh" mormora prima di tornare a fissare il menù, "Andiamo, non mi vorrai dire che non ti piace?" Mi rivolge uno sguardo annoiato, "Homeless, se fossi stato da solo probabilmente non ci avrei pensato due volte a provarci spudoratamente con lei, ma sono con te". Il mio cuore accelerà i suoi battiti e per la prima volta in vita mia mi sento importante, ma il momento dura poco perché una donna mi indica e urla "È Madeleine Citron!" resto impietrita sul posto, ma N afferra il mio polso e mi trascina via, corre verso la porta ma due uomini enormi ci bloccano la via mettendosi davanti all'entrata.

La donna di prima si porta il telefono all'orecchio e tutto diventa distante, fisso la mano di N stringendola maggiormente e continuo a stringerla anche quando uno dei due cerca di allontanarlo da me. I miei occhi si riempiono di lacrime quando i poliziotti arrivano, lo ammanettano, urlo e mi sbraccio per cercare di raggiungerlo ma è tutto invano. L'ho perso ed è tutta colpa mia.

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