Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
"Homeless, stai dormendo?" La sua voce mi sveglia di colpo dal mio stato di dormi-veglia, alzo il busto di scatto emettendo uno strano urlo "Shh" mormora, mi sdraio nuovamente, essendo nei sedili posteriori, socchiudendo gli occhi "Sì" rispondo alla sua domanda. "Mi stavo chiedendo quale fosse il tuo nome, non riesco a dormire. Ogni volta che ci provo mi torni in mente" mugolo qualcosa di incomprensibile al che mi ripete la domanda "Madeleine, ora posso tornare a dormire?".
"È straniero, sei straniera? Certo che i tuoi dovevano odiarti proprio tanto per darti un nome così brutto" sbuffo, capendo che non riuscirò a dormire un granché, per poi sedermi in maniera composta "Sono Francese, nata a Parigi. Io e mia madre ci abbiamo vissuto fino ai miei 5 anni, ricordo davvero poco della Francia; vivevamo in un cottage invaso dai rampicanti, avevo un coniglio 'Fifona' perché tremava sempre e dal manto grigio ma, soprattutto, ricordo che mia madre era felice. Cosa che qui in California non è mai avvenuta. Comunque il nome l'ha scelto mio padre, prima di pensare di andarsene perché quella vita non faceva per lui".
"Francia, eh? Dei francesi si dice che siano grandi baciatori, forse dovremmo provare per appurare questa teoria, sai, per la scienza" sporge il viso attraverso la fessura tra i due sedili, chiude gli occhi e schiude le labbra. Aspetto qualche istante prima di tirargli uno schiaffo che lo fa urlare, si porta una mano sul viso "Delle francesi dovrebbero anche dire che sono scorbutiche" mormora massaggiandosi la parte lesa, "Comunque neanche io conosco mio padre" ma, a differenza sua, non indago oltre un po' per la stanchezza e un po' perché domani sarò già lontana da lui. Che senso avrebbe conoscere qualcuno che poi si lascerà?
