Capitolo Ventotto

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Sono passate due settimane da quando lui crede che io sia innamorata e gelosa ed abbiamo parlato davvero poco, in un certo senso mi dispiace non parlargli

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Sono passate due settimane da quando lui crede che io sia innamorata e gelosa ed abbiamo parlato davvero poco, in un certo senso mi dispiace non parlargli.

Dallo zaino, che prima si trovava nei sedili posteriori, tira fuori una bottiglia di Vodka alla pesca, aggrotto le sopracciglia. Ma dove diavolo l'ha presa? La apre per poi bere un sorso, allunga il braccio verso di me per chiedermi se voglio bere anch'io, ma scuoto la testa.

"Andiamo, Homeless. Bevi un goccio insieme a me" sbuffo per poi prendere la bottiglia dalle sue mani, sento la gola andare in fiamme "Ma come cazzo fa a piacerti questa roba?" Ridacchia leggermente, "È per come mi fa sentire dopo, mi fa sentire più leggero. Ti sei mai sentita così?" Scuoto la testa.

E iniziamo a passarci la bottiglia ogni qual volta uno dei due ha bevuto un sorso, "Sono scappata perché mia madre mi voleva costringere a sposare un noioso ragazzo, solo perché ha bisogno di soldi" rivelo improvvisamente per poi scoppiare a ridere come se avessi detto la cosa più divertente di sempre.

"Bella merda" borbotta semplicemente, bevo un altro sorso, "Già, bella merda" poi gli rivolgo una domanda che da tempo mi martella, ma non ho mai avuto modo di fargliela per timore che lo infastidisse o che non mi rispondesse affatto,  "E tu N? Perché sei fuggito?" alza le spalle con fare indifferente "Avevo voglia di cambiare area" sorrido mentre dai miei occhi iniziano ad uscire calde lacrime, Dio, perché sono sempre così stupida? Perché parlo troppo e mi fido di lui? "Certo, non sei ancora talmente tanto ubriaco da capire che ti puoi fidare di me".

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