Capitolo Quarantatre

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Prima di riuscire a far uscire N dalla prigione sono passate tre settimane

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Prima di riuscire a far uscire N dalla prigione sono passate tre settimane. Ho passato giorni insonni a parlare con gli avvocati a capire come spiegare la situazione tra noi due senza risultare una vittima, senza dire che stavo scappando da mia madre quindi un pezzo mancava sempre alla storia questo rendeva il giudice sempre più dubbioso mentre la stampa stava impazzendo per la ragazza rapita dal giovane senza nome perché, sì, neanche la polizia era stata in grandi di scoprire la sua vera identità. Ero una vittima, poi sono diventata 'la ragazza con la sindrome di Stoccolma' e la figlia ingrata ma io mi sento solo una ragazza che sta aiutando un innocente.

Sento la guardia dire 'Sei un bastardo fortunato' mentre N inizialmente lo guarda confuso non capendo perché gli stia togliendo le manette, ma appena il suo sguardo incontra il mio sorride. Sta per spostare la sedia, convinto che questa sia solo una visita, ma lo fermo in tempo "No, N, sei libero" il suo sorriso si allarga ulteriormente, sì volta verso la guardia "Alfred dammi la mia roba, figlio di puttana, te l'avevo detto che sarei uscito!" Esclama con entusiasmo per poi avvicinare alla mia testa al suo petto e darmi un bacio sulla nuca, "Grazie angelo mio". La guardia da un ordine ad un suo sottoposto e se ne torna con semplicemente la chiave dell'impala che N afferra immediatamente, "Non sono venuto qua nudo Alfred" la guardia fa un ghigno, "Abbiamo bruciato i tuoi vestiti, avevamo paura di prendere qualche malattia" N si avvicina a lui e gli da una pacca sulla spalla, "Grazie per tutto l'aiuto ragazzone".

"Ci rivediamo quando finirai di nuovo in prigione" usciamo insieme dalla centrale "E adesso cosa facciamo?" Scaccio un sassolino con il piede, "Mi sposo" sul suo viso si forma un ghigno, "Non ti sembra di affrettare un po' troppo le cose? Prima lascia che ti offri una cena" abbasso lo sguardo a terra, "No, N, io mi sposo" ripeto cercando di fargli capire che non sto scherzando.

"Da quanto sei innamorata di un'altro?" Mi mordo il labbro inferiore, la sua voce è piena di astio "Da prima di conoscerti, ci eravamo lanciati ma-" mi interrompe, "Va bene" borbotta, afferro la sua maglietta e lui si gira vero di me "Perdonami per tutte le volte che ti ho infastidito provandoci, ovviamente scherzavo" si avvicina alla Impala per poi voltarsi un'ultima volta, "Auguri Homeless, spero che tu possa essere felice" sale e osservo la sua auto finché non riesco più a distinguerla a causa della lontananza. Sarei dovuta essere 'quella che gli ha salvato la vita' allora perché non mi sento affatto bene? Mi sento semplicemente una traditrice.

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