Night thoughts.2

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Due di Picche-Fare a meno di te
'Un giorno è come vuoi, un giorno non è facile avermi sempre accanto a te
fortuna che tu sei più avanti dei miei limiti e che sei saggia più di me.
non dire mai bye bye, non dire mai vai via
resta insieme a me io non chiedo di meglio, perché oramai già sai che sei e sarai mia
davanti a noi un mondo di strade che si aprono e anche se io sto cercando ancora mille scuse
è chiaro che ora io non posso più fare a meno di te'
chi dimentica è complice, parte 2.

Innanzitutto vorrei sapere a tutti che ho girato il link di questo diario alla mia psicologa,
ciao Beatrice.
'Il diario è tuo, dovresti decidere tu a chi farlo leggere.'
lei semplicemente può aiutarmi leggendo questo,
e io ho bisogno di aiuto,
quindi ho preso la mia decisione,
e so di avere deciso bene.
Boh, ultimamente sembra che il tipo che ci guarda da là in alto si stia divertendo a prendermi per il culo.
Sono tre giorni che ci sono problemi,
Martedì mi sono sentita male,
avevo dei crampi fortissimi alla pancia,
e non mi reggevo in piedi.
Mercoledì mia madre ha avuto un incidente.
E oggi, sempre mia madre si è sentita male.
Faccio del male alla gente quando non sto bene,
me ne rendo conto.
Mi rendo conto anche delle azioni che compio,
ma me ne rendo conto sempre dopo.
GretaSore scusami tanto se ti ho spaventata oggi, non era mia intenzione.
'Non riesco a fare nulla per aiutarti, mi odio così tanto.'
'Non ne ho bisogno, tra un po' mi passa, sono abbastanza forte.'
Sono passata da momenti di pianto isterico,
a momenti di apparente calma
dico apparente perché ero così arrabbiata e nervosa da voler prendere a pugni qualcuno.
Ad un certo punto, ero per strada e mi sono messa a prendere a calci una saracinesca.
Non so neppure con chi prendermela,
me la prendo con una saracinesca.
Questo é uno dei miei difetti più grandi,
quando qualcosa va male devo sempre avere un capro espiatorio a cui dare la colpa.
La maggior parte delle volte incolpo me, e me la prendo con me stessa.
È più facile così, no?
Quando mi sono ritrovata sola mi sono vista nel riflesso di un vetro,
avevo tutto il mascara colato,
ma quello non contava,
io riuscivo a vedere quello che avevo dentro.
Dovevo buttare fuori.
Non so bene cosa, ma sapevo di doverlo fare.
Mi sono ritrovata di fronte al parco dove passavo i pomeriggi con lui,
dove ho passato i momenti più belli con lui.
Dalle chiacchierate sulla panchina
alla prima volta in cui ho fatto l'amore.
Mi sono seduta proprio su quella panchina,
e ho vomitato,
non bastava,
ho gridato a pieni polmoni
in quel grido sono venute fuori tutte quelle parole che non tenevo dentro
tutti quei sentimenti repressi
tutta quella voglia di mollare tutto
di stare bene.
Poi sono rimasta lì per un po'
mi sentivo a casa.
Non so bene perché,
ero con i Bullet for my Valentine nelle orecchie,
in un parco,
al buio,
su una panchina.
E stavo bene,
molto meglio di quando disegno,
di quando sono in camera mia,
tra 4 mura.
Mi sentivo libera,
mi sentivo protetta.
Non riuscivo a pensare,
non volevo,
volevo godermi solo la mia musica,
il mio buio,
e la mia.. o se si può dire nostra, panchina.
E ce l'ho fatta.
Ho finalmente imparato a salvarmi da sola.
-phobos

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