I'm fine

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Boombadash-Survivor

Inizierò un capitolo dicendo questo
Mi hanno insegnato con il tempo che nessuno si salva da solo.
'Anche i più grandi eroi meritano di essere salvati'
Mi hanno anche insegnato che però non sono io quella che deve salvare tutti.

Con la psicologa sto proprio lavorando su questo, non fa altro che dire che devo essere più egoista,
che esisto anche io su questa terra,
e che la gente può anche cavarsela da sola.
Solo che io mi diverto a essere la crocerossina di turno, anche a costo di essere presa a calci in culo.

Perché nessuno è solo.
Io lo so per certo.
E nessuno si salva da solo.

Martina non si sta salvando con me,
ma con altre persone,
più adatte,
più competenti.
Credo che la mia preoccupazione sia più che lecita.

'A me basta sapere che stia bene'

È vero.
Ma che lo stare bene sia reale.
Una tra le persone più forti che conosco mi sta crollando.
Non posso neppure dire mi,
perché non è più mio.
Forse non lo è mai stato.
'Non sono più la persona che hai conosciuto,
non c'è più del buono in me, smetti di cercare'
Non so perché non voglia farsi aiutare,
da me almeno.
Sembra di avere a che fare con me 2 anni fa.
Lui non può crollarmi in questo modo.
Non puoi crollarmi in questo modo,
a me importa questo,
resisti, che come ti ho detto il peggio deve ancora venire.
Conto su di te.

'Giovedì ci sei?'
Le mie compagne di teatro se ne sono uscite così
'Così almeno parliamo'

Non ho voglia di parlare.
Non sto bene.
Ma sto bene,
devo stare bene.
Meno domande mi fanno,
meglio sto.
Non riesco ad aiutare chi vorrei aiutare.
Non sono più in grado di gestire i miei problemi.
Il mio autocontrollo è ormai andato a puttane,
ho superato il limite.
Non faccio altro che rimanere chiusa in camera a leggere,
suonare
e ascoltare musica.
Certe volte prendo e lancio cose con tutta la forza che ho in corpo.
Ricordo che una volta crepavo specchi,
ritrovandomi spesso le schegge nelle mani.
Non ho più toccato una lametta dal mese scorso.
Ho continuato ad essere distruttiva,
ma non solo con me stessa.

Nell'ultimo periodo non faccio altro che dormire,
mia madre non so che strana idea si stia facendo.
Il che ha anche ragione,
quando mi facevo, assiduamente,
ai tempi,
non facevo altro che mangiare e dormire.

Il fatto che io faccia stronzate simili anche ora, quello è un altro discorso.
Ma lei non si deve preoccupare,
io sto bene.
A grandi linee.

'Non può andare così male'
Cazzo, lo dico anche io.
Se prendessi sul serio tutti i problemi che ci sono al momento la roba sarebbe da suicidio.

Ci sono dei casini assurdi da parte della famiglia di mia madre,
tra tribunali,
affidamento di mia cugina,
casa che ormai è venduta,
ma non se ne trova un'altra.
La scuola.
I miei.
Mio padre.
I soldi che non bastano in casa.
Io,
cazzo io sono un problema allucinante.
Sia per la mia famiglia che per me stessa.
I miei ultimamente non fanno altro che litigare, più del solito.
Io più sto fuori di casa, meglio sto.
La situazione è ormai talmente pesante che anche stare in casa per più di mezz'ora diventa devastante.
Martina,
so che non dovrebbe essere un mio problema, o almeno così dicono, ma lo è.
Non so bene cosa mi preoccupi di lei, ora come ora, credo tutto.
Ho bisogno di poterla vedere,
accertarmi che lei stia bene,
poterla abbracciare,
toccare con mano,
mi manca da morire.
Anche la persona più forte che conosco,
quella che sta mollando,
non dovrebbe essere un mio problema.
Ma invece lo è.
Vorrei aiutarlo, pur non essendone capace.
Ma non solo.
Vorrei che lui volesse essere aiutato da me.
Vorrei soltanto che si rendesse conto di quanto io non sia così scontata,
che io ci sono perché m'interessa davvero,
non per convenienza o simili.
Non me ne frega un cazzo.
M'importa di lui, però.
Anche in mezzo ai miei problemi,
non citati tutti.

I miei problemi sono una bazzecola,
scritti qua, davvero.
Il vero problema è viverli,
toccarli con mano.
È tutto così..
opprimente.
Estremamente stancante,
schiacciante.
Davvero.

Poi c'è il fatto che io non sopporti nessuno nell'ultimo periodo.
Sono una corda di vìolino,
scatto anche alla cosa più insulsa.

L'unica persona che sopporto veramente, o almeno ho il piacere di sopportare credo sia una.
Questo ragazzo, Alessandro che mi aspetta da due mattine di seguito, fuori dalla metro.
Domani pomeriggio dovremmo andare in biblioteca insieme(?), è carino il fatto che lui voglia darmi una mano, o semplicemente il fatto di fare un pezzo di strada con me la mattina.
Forse al momento quel ragazzo è la cosa meno complicata, e più liberatoria che mi sia accanto.

Spero resti per un po'.

Nell'ultimo periodo non ho calcolato nessuno a scuola,
io non calcolo nessuno a scuola in generale, ma nell'ultimo periodo mi sono proprio isolata.
Tanto che ci sono state persone ad essersi preoccupate per me.

L'unica persona per il quale mi dispiace davvero è una mia amica.
La quale pochi giorni fa, sono venuta a scoprire solo oggi, ha avuto un attacco di panico.

..e io non c'ero.
Io egoisticamente ero da qualche altra parte a riflettere su qualche stronzata.

Come questa mattina che stavo riflettendo su in che modo mi piacerebbe morire.
Penso investita.
Mi piacerebbe morire investita,
magari tra i binari della metro.
Ci penserò.

Io non posso salvare tutti,
ma nessuno si salva da solo.
Forse neppure io.

Sto lasciando in un angolo tutte le persone alle quali importa veramente di me,
per i miei problemi.
E cercare di stare dietro a quelli altrui.

'Non fare stronzate'
È una frase che sto ripetendo in loop da Venerdì sera.
Perché vi prego,
se dovete fare stronzate fatele quando io posso esserci.
Anche per aiutarvi,
di stronzate ne ho fatte e ne ho dette molte anche io.

E il 'Sto bene' che ripeto quasi meccanicamente, da settimane
è una di quelle.

#quotd E voi, come state?
-phobos

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