Fedez-Ti vorrei dire
'Sai, fino a un mese fa avevo perso la speranza
L'ho cercata in ogni angolo della mia stanza
Al mio fianco avevo infami in abbondanza
Ora sono solo dei puntini neri in lontananza
Non parlo di voi perché vi darei importanza
A me non me ne frega un cazzo di perdere la faccia
La forza sta in chi cade e si rialza
Io sono ancora in piedi
Tu chiama l'ambulanza
E no che non ti meno figlio mio
anche se c'è chi lo farebbe volentieri al posto mio
Sono in riva al fiume ad aspettare
perché prima o poi lì vedrò il tuo cadavere passare
E le parole scivolano come sul vetro
Il male è come un boomerang, prima o poi ti ritorna indietro
Questo è Fedez, con le sue scelte impopolari
Consapevole di esser carne fresca per gli squali'
Con certe canzoni torno ad avere 13 anni, così al volo.(Anche il titolo è tratto da una canzone di Fedez, chi riesce ad indovinare quale sia gli regalo una caramella)
Penso che ieri,
se non fosse stato per Gaia che mi ha chiesto
'Balzi?'
sarei andata a scuola,
avrei seguito lezione,
tranne quella di religione dove avrei dormito, probabilmente,
mi sarei fumata una sigaretta all'intervallo,
avrei preso appunti
e avrei passato una giornata normale,
senza fare casini,
ma soprattutto, senza fare stronzate.Non fumavo più così tanto da un tot,
sono rimasta a casa di questa mia amica fino a mezzogiorno circa,
mi sono divertita.
Oddio, nel senso,
sono stata nel mio.Salita la botta mi sono sdraiata a terra ho attaccato le cuffie e non ho più cagato nessuno.
Ho iniziato a farmi certi viaggi mentali che non stanno né in cielo né in terra, credetemi.
Che poi io colleghi ogni canzone a un fatto a me capitato è la cosa peggiore.È tipo partita a una certa Spirale Ovale, degli Articolo
mi sono partiti un sacco di ricordi belli in testa,
non riuscivo a pensare a ricordi brutti,
in quel momento non ne avevo.Ho pensato
'Devo fare pace con Ema'
e ho sentito la sua mancanza,
ora non lo penso più, onestamente, ma in quel momento l'ho pensato.
'Perché sei arrabbiato con me?
Non puoi essere arrabbiato con me
Non ti ho fatto niente'
'Respiri'
Ora penso che chiunque si porrà la domanda Cosa hai fatto perché ti tratti in questo modo?
Sapete che non lo so neanche io?Dopo quel botta e risposta di messaggi sono andata in down
la botta mi ha preso malissimo
mi sono messa nell'angolo della cucina,
ho di nuovo attaccato spotify,
e mangiavo cioccolato, cercando di leggere Orgoglio e Pregiudizio,
senza riuscirci.Iniziava tutto a darmi sui nervi.
'Ragazze dobbiamo uscire'
Dio porco,
ci siamo fatti 20 minuti sotto la pioggia ad aspettare un cazzo di autobus.Ho pensato
'Ora vado a prendere Greta'
e poi
'Questa sera chiamo Ema così mi spiega che cazzo gli sta passando per l'anticamera del cervello'
Inutile dire che non ho fatto nessuno dei due, Greta ieri la sono venuta a prendere i suoi
e l'idea di chiamare Ema è andata scemando,
non penso ne valga la pena
anche perché sinceramente con lui o sono debole, o sono incazzata.
E non mi piace essere nessuna delle due cose.Ieri sera, dopo aver studiato e ripreso il cellulare mi sono ritrovata questo messaggio
'Ciao amore,
ti ho appena chiamata al telefono, leggevo il tuo diario di Wattpad, mi mancavi, avevo voglia di sentirti.
Ma quei trenta secondi di chiamata mi hanno fatto stare meglio, grazie davvero.
Non so onestamente perché io stia scrivendo questa 'lettera' -se così si può definire-, so solo che ho voglia di parlarti, di dirti qualcosa.
Leggendo il tuo diario, mi sono sentito un peso enorme sullo stomaco, come un senso di colpa.
"Vorrei non essere qui,
piangendo e sanguinando,
macchiando le lenzuola."
L'hai scritto tu, e io l'ho appena letto, poco prima di chiamarti.
Come dicevo prima, ho questo 'senso di colpa' fortissimo, che non se ne vuole andare.
Probabilmente è dovuto al fatto che sono stato troppo egoista, in questo periodo.
Non ti sono stato accanto, pensavo che prendermi un periodo di pausa da tutto e da tutti, concentrandomi esclusivamente sullo studio, mi avrebbe aiutato un po' a stare meglio.
Ma non mi sono reso conto del fatto che tu, nonostante tutti i tuoi periodi 'no', mi sei sempre stata accanto, ogni qualvolta io ne avessi bisogno.
Non mi sono fatto sentire per tantissimo tempo, sembra che io mi stia allontanando da te, a volte sembra anche a me, ma in verità penso sempre a quello che stai passando, e piango, piango tantissimo. Non per pena, pietà o solidarietà. Per niente.
Piango perché mi dispiace. Mi dispiace di non esserti stato accanto nei brutti momenti, nei pessimi giorni, nei periodi in cui vivere era quasi un peso.
Non so tu, ma io continuo a considerarti la mia migliore amica, malgrado io ti conosca ancora poco e non sappia molto di te. Mi dispiace di non essere stato presente in questo lasso di tempo, sono stato solo egoista.
Devo dirti la verità: un giorno mi sono messo a pensare a te.
Pensavo "spero che Gaia stia bene". Poi nella mia mente è pervasa una frase, che non mi perdonerò mai: "ma tanto lei è forte, può farcela benissimo senza di me, ora devo pensare a me stesso".
Dopo quella frase mi sono tirato un pugno in faccia. Non avrei mai voluto pensare una cosa del genere.
So che tu sei forte, tuttavia non avrei dovuto abbandonarti in quei momenti, e questo lo so da me.
Credo che non me lo perdonerò mai e poi mai.
Ora sto piangendo, in questi giorni è tutto un po' così. Da un momento all'altro scoppio a piangere, anche se poco prima avevo riso.
Ogni volta che leggo un tuo capitolo, sento di aver sbagliato qualcosa in ciò che ho fatto.
Sento di non essere stato rilevante nella tua vita, e di non aver fatto il mio dovere di aiutarti, in quanto migliore amico, come tu fai nei miei confronti da più di due anni.
In chiamata mi hai chiesto se andasse tutto bene. Io ti ho risposto di sì, ma in verità avevo appena smesso di piangere.
No, non va tutto bene.
Mi sento come se odiassi tutto e tutti, più del solito. Mi sento sempre debole e stanco, non riesco a capire cosa mi stia succedendo.
Ti ho mentito, rispondendo di sì, semplicemente perché dovevi andare a letto. Se ti avessi detto la verità, probabilmente, conoscendoti, te ne saresti fregata del sonno e saresti rimasta sveglia a consolarmi e ascoltare i miei problemi fino alle tre del mattino. Non volevo impedirti di riposare, sarai sicuramente stanca.
Sto scrivendo da più di venti minuti, ti manderò questo messaggio non appena ne avrò la possibilità. Non riuscivo a continuare a tenere dentro di me tutto questo.
Ti chiedo ancora scusa, per tutto quello che non sono riuscito a fare per te.
Ti voglio bene.
Buonanotte, Phobos.'
Mi ha chiamata l'altro ieri sera,
ma io ho dovuto chiudere.
Il che mi è dispiaciuto da morire.