Night thoughts.6

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Gemelli Diversi-Vivi per un miracolo

Al momento necessito una sigaretta più della mia stessa vita,
mi esplode il cervello
e ho una strana malinconia addosso.

Lunedì Martina ha l'esame di statistica,
sono così fiera di lei.

Domani Emanuele va a Torino, onestamente vorrei seguirlo.
Ma penso che se andassi a Torino non tornerei più.

Sono rimasta al telefono con wrinters per più di due ore questa sera.
Abbiamo parlato di un sacco di cose.
Il tempo con lei non passa,
mi ritrovo a dire
'Siamo in chiamata già da un'ora?'
Mi sorprende,
perché le persone con i quali il tempo non passa mai sono due.
Mi fa strano, trovarne un'altra a distanza di più di un anno.
Ci siamo ritrovate a piangere,
insieme.
L'ultima volta che ho pianto in sincrono in chiamata con qualcuno è stata con Ema.
L'ho sentita piangere,
e mi è sembrato di rivedermi in lei.
Ogni volta che tutte le mie difese crollano.
Stava ricordando una persona per lei importante.
Ha iniziato a raccontarmi di lei e questa persona,
mi sono commossa anche io,
nonostante tutto, dalle sue parole traspariva ancora l'affetto da parte di lei.
Quella ragazza merita tutto il bene di questo mondo.

Nel suo discorso mi è venuta in mente una persona, di cui non ho mai parlato.
Lo farò ora.
Nell'estate del 2015, quando Marty non era presente conobbi un ragazzo della Basilicata,
su una piattaforma di gioco,
il suo nome era Matteo.
Matteo era un depresso suicida,
non si tratta di un'esagerazione.
Da quando aveva 12 anni Matteo aveva iniziato a provare totale apatia per il mondo esterno,
cadendo così in un circolo di ansia e depressione.
Lo conobbi che aveva 16 anni,
io 13.
Mi feci trascinare, semplicemente.
Spesso mi chiamava prima di tagliarsi
'Facciamolo insieme'
Per me non era un problema.
Divenni totalmente dipendente,
aspettavo la sua chiamata,
forse come scusa per farmi del male,
o per sentirmi unita a qualcuno.
Matteo iniziò a frequentare uno psichiatra, ricordo il suo
'Mi hanno prescritto delle pastiglie'
Io non ero abbastanza forte per aiutarlo.
Guardammo una sera un film in chiamata
Suicide Room
C'erano questi due ragazzi,
Dominik e Sylvia, entrambi volevano morire.
Uno per depressione, l'altra perché non sapeva più che farsene della sua vita.
'Tu sei come Dominik e io come Sylvia'
Dominik muore in discoteca,
sotto allucinogeni.
Sylvia rimane sola, resta viva.

Parlavamo spesso della morte,
della gente,
dell'ipocrisia della gente.
Avevamo una certa empatia,
ci piacevano le stesse cose.
Leggevamo gli stessi libri,
gli stessi manga.
Eravamo innamorati persi entrambi delle creepypasta.

Era veleno e cura.

Mi sentivo accettata, pur da un suicida.
Dopo il primo mese di cura Matteo non fu più lo stesso.
Cambió totalmente il suo modo di essere, divenne esuberante,
con un stampato in viso sorriso come forzato.
Mi sembrava avere a che fare con una marionetta.
Non più con una persona.
O almeno, non più con La mia persona.
A ogni dose non presa Matteo crollava,
iniziava piangere,
non si trattava del Matteo prima delle pastiglie, questo era molto più spaventoso
'Ho bisogno delle mie pillole'
ricordo che ebbe una cosa simile a un attacco di panico, anche se io a quei tempi non avevo neppure idea di cosa fosse.
Era in chiamata con me,
iniziò a ripeterlo fino allo sfinimento,
quella frase smise di avere senso.
In quel momento mi resi conto in che razza di mondo lui fosse entrato.
Non potevo aiutarlo,
tirarlo fuori.

Ecco perché sono terrorizzata dagli psicofarmaci.

Con Matteo persi i contatti alla fine del 2015.
Con una sua condizione quasi stabile,
in seguito di 4 pillole al giorno..

Jeff, se per caso leggerai mai questo brano,
sappi che spesso ti penso.
Uno dei miei rimpianti più grandi è stato quello di non poterti aiutare.
Spero tu possa perdonarmi.

Matteo non fu mai solo un amico,
divenne la mia ancora,
pur essendo sbagliata.
Era capace di trascinarmi giù e di tirarmi su al tempo stesso.
Il nostro era un legame forte,
non penso si possa mai considerare amore.
Anche se onestamente ci ho pensato spesso.
Non ne ho idea,
so solo che quel ragazzo divenne parte per un piccolo periodo della mia pre-adolescenza.
Dandogli una botta.
Scuotendola.
Non dico sconvolgendola perché non lo fece, quello lo fece Martina, prima di lui.

Nulla, volevo parlarne con qualcuno.
Matteo, ora che ci penso, mi manca da morire.

In questo momento mi si stanno chiudendo gli occhi senza neppure farlo apposta,
credo sia proprio giunto il momento di dormire, rip.
Buona oscurità.
-phobos

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