Non più Phobos, ma Gaia

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'Hey, perché hai intenzione di smettere di scrivere?'
domanda che mi è stata posta da un paio di persone, dopo aver letto il mio capitolo precedente.

La risposta è semplice.

Questo libro è tutto una menzogna.
Non sono più Phobos delle prime pagine,
più il tempo passava,
più gente leggeva,
e più io volevo dimostrare di essere qualcuno.

Ormai sono Phobos per tutti,
mi chiamano così a scuola,
mi faccio chiamare così,
questo nome è ormai su tutti i miei social.
Phobos non sono più io,
è diventata un'ennesima maschera per proteggermi.

'Da come parli di te nel tuo diario t'immaginavo quasi una barbie'
Beh, non sono nulla di tutto questo.

Sono una ragazza normale,
la quale ha vissuto esperienze che l'hanno cambiata.
Tutto quello del mio passato scritto qui è vero, assolutamente.

Non sono così fredda,
così bastarda,
non è vero che non me ne frega un cazzo di nessuno.

Anzi,
sono una di quelle persone che si affezionano con poco,
e fanno fatica ad ammetterlo
'Ci tieni na cifra alle persone'
hanno tanta paura di essere ferite,
ne hanno passate tante.

Io non riesco a provare odio,
se non al momento.
Altrimenti non provo rancore,
non ci trovo gusto,
non ce la faccio proprio.

Sono la ragazza che si scioglie con davvero poco,
un messaggio dolce la mattina,
un buongiorno,
un come stai,
un sei arrivata a casa?
o un ti accompagno a casa.
Sono gesti semplici,
che però non sono da tutti.

In una parte del mio cervello c'è e ci sarà sempre Martina,
seppur inconsciamente.
È una cosa che non si può cambiare,
inutile lottarci contro.

Ho terrore di provare sentimenti,
sono spesso apatica,
fredda,
ma è semplicemente paura.

Cerco di fottermene di tutto e di tutti,
perché ho paura.
Ho il terrore di poter stare male di nuovo.

Per Emanuele non l'ho dato a vedere
ma sono stata male,
davvero.
Non ho potuto esprimerlo perché appunto non volevo risultare debole,
visto che questo libro lo legge, o leggeva anche lui.
Stento ancora a crederci che tutto quello che abbiamo passato sia finito in questo modo,
ma nulla è per sempre.
Tutto è bello, ma tutto passa.
Ora semplicemente non ci penso.
Non provo odio..

..non riesco appunto a portare rancore.
Forse dovrei imparare.

Sono quella ragazza che preferisce fumare una sigaretta con la sua musica nelle orecchie o con un libro in mano piuttosto che socializzare con le persone.

Le discoteche,
le serate in giro,
le troppe persone,
non mi piacciono.
Ma mi fanno sentire adolescente,
mi fanno sentire giusta,
mi fanno sentire viva.

Voglio bene a tutti i miei amici.
Ho degli amici anche io.
Penso che siano anche amici veri.

Non sono così sola come si crede.

Sono quella ragazza che dal seguire la massa è passata a voler sentirsi diversa,
perché la diversità è bella.

Ho parlato di me,
del mio corpo,
dei miei pensieri.

Ho smesso di farlo.
Ho iniziato a chiedermi cosa la gente volesse leggere.
E cosa la gente volesse sapere.
Le persone che mi stanno accanto, e leggono quello che scrivo,
volevo avessero una certa immagine di me.
Ma ora non m'importa più.

Conclusione?
Tutto questo non lo sento più mio,
non devo più dimostrare nulla a nessuno.

Io sono Gaia,
quella ragazza dolce e semplice
che è stata presa per il culo così tante volte che ha il terrore di mostrarsi per quello che è pure su una cosa che considerava sua.
Ho sbagliato,
me ne rendo conto.
Anzi, me ne sono resa conto.

Sono fragile,
e non mi piace esserlo.
Phobos è diventata un'ennesima maschera, a quanto pare.

Tornerò,
se tornerò,
come una persona reale.
Che non vuole sentirsi parte di questo mondo a forza,
ma che vuole far sentire i suoi lettori nel suo mondo.

Ma che il mondo in questione si tratti di qualcosa di reale.
Con una persona debole.

Perché per quanto possa odiare dirlo
Io sono Gaia, conosciuta come Phobos.
E sono fottutamente debole,
impaurita,
vuota
e con una voglia matta di sentirmi parte di un qualcosa,
di sentirmi accanto a qualcuno.

Vi voglio bene,
spero abbiate capito la mia scelta.
Tornerò,
non so quando di preciso.
Ma tornerò, promesso.

Questo è un arrivederci.
-phobos

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