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Le tende erano chiuse da giorni, come un sipario calato su una tragedia personale che Catherine non poteva permettersi di svelare. L'aria nella stanza era pesante, stantia, impregnata di paura e silenzio. Il rumore discreto delle dame di compagnia che andavano e venivano, portando brodi caldi e candele, sembrava lontano, ovattato, come se appartenesse a un mondo diverso. Catherine non alzava quasi mai lo sguardo. Ogni passo dentro quella stanza era calcolato, lento, come se muoversi troppo velocemente potesse scatenare una tempesta.
Sedeva accanto al grande letto, la veste di seta sgualcita e il viso pallido. Le mani, tremanti, stringevano un fazzoletto che continuava a torcere tra le dita. Da tre giorni si rifiutava di lasciare quelle mura, fingendosi indisposta, e le dame erano state istruite a diffondere quella notizia. Ma la verità non poteva essere più diversa. Il suo cuore era in tumulto, il suo respiro spesso affannato, e ogni pensiero tornava al volto di Francis e alla minaccia che le aveva rivolto. Ogni sua parola era come un veleno che si era insinuato nella sua mente, avvelenando ogni pensiero.
Seduta vicino a lei c'era Jane, la più leale delle sue dame, l'unica che Catherine si permetteva di avere accanto in quel momento. Jane non parlava. Si limitava a restare lì, il suo silenzio pieno di presenza, il suo sguardo attento e preoccupato. Era stata lei, per tutto quel tempo, a calmare Catherine, a portarle conforto con il semplice gesto di un tocco o con il calore delle sue parole.
La regina si voltò verso di lei, gli occhi lucidi e carichi di angoscia. Parlò a bassa voce, come se le stesse confidando un segreto che non avrebbe mai voluto rivelare.
<<Cosa devo fare? Lui... lui potrebbe distruggermi. Distruggerci tutti.>>
Jane si chinò leggermente in avanti, prendendole le mani nelle sue. Erano fredde come il marmo.
<<Vostra Maestà, dovete essere forte. So che le sue parole vi hanno sconvolta, ma Francis è solo un uomo. Non può spezzarvi. Non può spezzare una regina.>>
Catherine scosse il capo, lasciando che una lacrima le scorresse lungo la guancia.
<<Lui può. Non hai visto i suoi occhi? Non hai sentito la sua voce? Francis conosce la mia debolezza. Se dovesse dire la verità al re, non avrei scampo. Lo sai cosa accadrebbe.>>
La sua voce si spezzò, e dovette fare un respiro profondo per riprendersi.
Jane si alzò, cominciando a camminare per la stanza come per riflettere. La lunga veste sfiorava il pavimento, e il rumore dei suoi passi era l'unico suono nella stanza.
<<La corte è un campo di battaglia,>> disse alla fine, fermandosi accanto al letto. <<Ogni parola è un'arma, ogni segreto un tesoro da custodire o un veleno da spargere. Ma, mia regina, voi siete più astuta di quanto lui immagini. Lui può minacciarvi, ma non può vincervi se non glielo permettete.>>
<<E come posso impedirlo? Come posso fermarlo senza espormi ancora di più? Ogni mossa che faccio sembra portarmi più vicina al baratro.>>
Lady Jane si avvicinò di nuovo, posando una mano sulla spalla della regina. La sua voce si fece più dolce, ma non meno ferma.
<<Dovete tornare a corte, Maestà. Dovete affrontarlo. Ogni giorno che passate chiusa qui, lasciate che Francis creda di avervi in pugno. Gli state dando potere. Se il re si insospettisse della vostra assenza... non possiamo permetterlo.>>
Catherine rabbrividì all'idea. Uscire da quella stanza significava affrontare il pericolo, mettere una maschera e fingere che tutto fosse normale. Ma come poteva? Come poteva guardare Francis senza lasciar trasparire il terrore che provava? Come poteva guardare Enrico senza sentire il peso del suo tradimento?
<<Ho timore, Jane,>> sussurrò. <<Non sono forte come credete. Ogni volta che penso a Francis, mi sembra di soffocare. Non posso affrontarlo. Non da sola.>>
Jane si inginocchiò accanto a lei, prendendole il viso tra le mani con una delicatezza infinita.
<<Non siete sola, mia regina. Io sono con voi. E non permetterò che lui vi faccia del male. Se serve, affronterò io stessa Francis. Ma voi non potete arrendervi. Siete la regina d'Inghilterra. Nessuno, nemmeno lui, può togliervi questo potere.>>
Quelle parole, per quanto incoraggianti, sembravano distanti, come un'eco che non riusciva a raggiungere il cuore di Catherine. Ma qualcosa nel suo tono,nella determinazione nei suoi occhi, riuscì a infondere un minimo di forza nella regina. Le prese la mano, stringendola con forza. <<Non lasciatemi. Ho bisogno di voi. Se dovessi cadere, voglio che stia al mio fianco. Sempre.>>
Jane sorrise tristemente. <<Sempre, Maestà. Fino alla fine.>>
Le due donne rimasero lì, in silenzio, il legame tra loro più forte di qualsiasi paura. Catherine sapeva che Jane era disposta a sacrificarsi per lei, e questo le spezzava il cuore tanto quanto le dava conforto. Ma mentre la notte calava sulla stanza, la regina non poteva fare a meno di chiedersi quanto tempo sarebbe passato prima che il castello di bugie che aveva costruito iniziasse a crollare.

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