Giorno 2
11 OttobreMAIA
L'ascensore si fermò al sesto piano, dove la famiglia Polini aveva un appartamento con vista sul mare. Da qualche mese facevo la babysitter alle due figlie di cinque e otto anni sopportando il loro padre, un uomo estremamente meschino e volgare.
Le sue avances ben poco nascoste erano all'ordine del giorno e denunciarle apertamente voleva dire perdere il lavoro, spiacevole inconveniente a cui non sarei andata incontro.
«Sono arrivata!» urlai vedendo che in salotto non c'era nessuno.
Il capo famiglia apparve poco dopo : i capelli laccati, la camicia stretta attorno al torso robusto, i soliti pantaloni blu e un paio di mocassini formavano un look che attirava tutte le donne del palazzo, una cosa che gli dava sicurezza e liberava una discreta scarica di autostima, che ovviamente lo faceva sentire il signore dell'universo.
«Le bambine sono a letto, sono crollate dopo la partita di tennis» si avvicinò dandomi una pacca sul sedere per poi stringerlo leggermente.
Scattai in avanti cercando di controllare l'esigenza di colpirlo dove più gli faceva male. A interrompere la scomoda situazione fu la moglie che entrò nella stanza obbligando quella specie di bestia a riprendersi.
«Finalmente sei arrivata Susanna, stavo proprio dicendo a Maia che Sara e Gloria sono ancora a letto e che noi staremo via fino a stasera, vero cara?» quella annuì sorridente, ingenua del comportamento inappropriato del marito.
«Si esatto, ho lasciato un po' di pasta che ha fatto Louis nel forno per te e le bambine, puoi restare fino a cena vero?»
«Si certamente, grazie signora Polini, a stasera»
Uscirono senza proferire parola, chiamai mia madre per farle sapere che sarei tornata dopo cena e accesi la TV, la giornata si prospettava lunghissima e l'unica cosa che bramavo era la pasta di Louis, il cuoco francese della famiglia, che in cucina faceva concorrenza a mia madre.
Quando la faccia di Mex apparve in un servizio per il telegiornale sussultai.
«Rilasciato questa mattina Alec Casale, arrestato dieci mesi fa, il 14 gennaio 2017, per rissa e porto illegale d'armi»
Il pensiero di poterlo rincontrare mi aleggiò nella testa e fui presa da un secondo di sconforto.
«La questura ha rilasciato qualche informazione sull'ex-detenuto, quest'ultimo, 24 anni, tornerà ad abitare nel paese d'origine, situato in Toscana»
E certo, figurati se abitava in Svizzera.
Non volendo sentire altro spensi la televisione, posizionai meglio i cuscini sotto la mia testa, chiusi gli occhi e mi addormentai.
Dei piccoli passi sul pavimento marmoreo mi richiamarono alla realtà e quando il rumore cessò decisi di aprire gli occhi, più per il fastidio che per la curiosità, notando la piccola Gloria in piedi davanti a me.
«Tata giochi con me?» sorrisi e mi stropicciai gli occhi.
«Certo, a cosa vuoi giocare?» la guardai correre nella sua cameretta per poi ritornare con una grande scatola.
«Papà mi ha insegnato a giocare a Monopoli!» feci una smorfia disgustata al pensiero che quell'uomo potesse davvero far felice qualcuno come sua figlia, una bambina così dolce e delicata.
Un'ora dopo stavo perdendo per la seconda volta e decisi di credere che la mia testa si trovava altrove e che quella di Gloria poteva essere solo fortuna dato che non aveva fatto altro che comprare terreni da quando il gioco era iniziato, senza nessuna tattica precisa.
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ADESSO CHE NON CI SEI
Storie d'amore(IN CORSO) Maia ha diciannove anni ed è irreparabilmente infelice, non accetta niente della vita in cui è rinchiusa e, come spesso accade ai giovani, ogni occasione è buona per criticare tutto ciò che non va, ignorando l'esistenza del lato positivo...