Descrizione

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Questo romanzo è frutto dell'immaginazione. Gli eventi di cronaca e i personaggi realmente esistiti sono trasfigurati dallo sguardo dei narratori. Per il resto, ogni riferimento a persone e fatti reali è da ritenersi casuale.

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Sono solo due le cose che non hanno una fine: l'amore e la guerra.

Lasciano un segno indelebile quando abbandonano temporaneamente il campo, e poi basta una scintilla che tutto esplode di nuovo, tutto torna a bruciare, come prima. Sono attimi quelli che ci possiamo godere fra una guerra e un amore, e proprio in questi attimi viviamo la vita vera, quella che non ci aspettiamo, che non abbiamo pianificato, che abbiamo sempre sottovalutato. Basta un attimo, e la vita cambia, cambiano addirittura gli amori e le guerre. Sono i baci rubati e i morsi ceduti che ci fanno cadere di nuovo.

C'è chi perde tutto ogni giorno e chi non perde niente in una vita a causa di questi attimi, di questi amori, di queste guerre, di questi baci e di questi morsi.

Alec e Maia non lo capivano se avevano perso tutto o meno, ma rimanevano sempre sull'attenti, pronti a combattere le guerre e soffocare gli amori.

Non erano stati abbastanza pronti però, a rendersi conto che la guerra e l'amore che avevano di fronte non li avrebbero mai vinti.

Non era mai stata contenta, Maia, di quella vita senza scopi, senza vie di fuga, senza vittorie. Non ci riusciva semplicemente ad accontentarsi di vivere alla giornata, guadagnare oggi per mangiare domani.

Voleva di più e stava zitta, non lo diceva mai a nessuno che i soldi che teneva nella scatola sotto al letto servivano a scappare lontano, a ricominciare da capo, da sola o con chiunque altro.

E lei non ce lo voleva nella sua vita quel ragazzo difficile, lui incasinava i suoi piani e metteva a repentaglio la sua fuga, eppure la faceva sentire viva, le dava uno scopo in più, oltre al fratello, alla madre, ai soldi che non c'erano mai.

Aveva paura di perdere il controllo eppure l'incertezza, il dubbio e l'adrenalina erano diventati il motore primario della sua vita.

Lui invece era quello che a scappare ce l'aveva fatta e che ogni giorno lottava per questa sua libertà, perché alla fine ci sono demoni da cui non possiamo scappare, che si annidano dentro di noi, tra le costole e il cuore e ci seguono ovunque.

Lei i demoni ce li aveva dentro tutto il tempo ma lui era costretto anche a guardarli negli occhi. Stavano sempre lì, appoggiati ad una macchina, seduti al bar con un giornale in mano, in spiaggia fra i bambini, nell'androne del suo palazzo lercio. E qualche volta cercavano anche di piantargli un po' di piombo nel petto, come se non riuscisse già ad affondare da solo.

Ad ognuno dei due mancava qualcosa, troppo perfezionisti per accontentarsi e troppo fieri per dirlo ad alta voce.

Poi però la vita ti porta ad accontentarti, ed entrambi si erano accontentati di quello che avevano, in silenzio, senza fare rumore. Ma è proprio quando ti arrendi che la vita ti afferra per il collo e ti scotenna un po'.

Allora si erano amati senza ammetterlo, si erano fatti male per mantenere quella distanza necessaria alla tutela personale di chi non si fida troppo nemmeno di se stesso.

Avevano urlato, baciato, pianto e riso, lasciando che il destino li prendesse per mano e li accompagnasse sulla stessa via.

Avevano fatto l'amore in silenzio, con le luci spente e le tende chiuse per non farsi vedere l'uno dall'altro, per imprimere nella mente le sensazioni, l'energia magnetica di chi ha bisogno di sentirsi amato almeno una sola volta nella vita.

Si erano sfiorati chiudendo uno le ferite dell'altro e avevano baciato tutti quei punti in cui la pelle diventa più spessa, più bianca e più perfetta.

Alec e Maia avevano fatto scintille e si erano dati fuoco, ma sempre con l'amara consapevolezza che il fuoco, prima o poi, smette sempre di bruciare.

ADESSO CHE NON CI SEIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora