Giorno 69
23 DicembreALEC
Ci sono strade che siamo costretti a percorrere e altre che scegliamo di percorrere.
Tra queste strade ci sono quelle a senso unico e quelle a doppio senso, quelle con una sola corsia e quelle con più corsie, una accanto all'altra.Ho sempre pensato che la vita, alla fine, fosse solo una strada.
I genitori ti dicono quale prendere finché possono, e non sempre quelle che ti indicano sono le strade più semplici, ma spesso sono quelle più utili.
Arriva poi il momento in cui la strada te la devi scegliere da solo e ci sta che tu non azzecchi quella giusta al primo colpo, ci sta che da giovani si sbagli credendo di non farlo. L'importante in fondo è trovare uno svincolo, un incrocio, una rotonda che ti riporti sulla giusta strada. E se poi ti trovi in una strada a fondo chiuso, sappi che in quella strada ci sarà sicuramente qualche cancello o qualche casa, e allora potrai sempre chiedere aiuto, che è sempre meglio che piangersi addosso perché non si sa come tornare indietro.
A volte dovrai rallentare perché poi finisce che se vai troppo veloce rischi di schiantarti da qualche parte e fare male a qualcun altro, oltre che a te stesso.
Ci saranno strade che andranno percorse fino in fondo, a senso unico. Altre che invece ti daranno la possibilità di tornare sui tuoi passi e magari rifletterci un po' di più.
Ci saranno strade con due o tre corsie perché nella vita è bello anche condividere.
Di strade ce ne saranno tante, anche troppe se ci pensi bene.
Le strade che avevo percorso io erano sempre state piene di curve e io le avevo cavalcate tutte ad alta velocità. E alla fine mi avevano lasciato tutte un segno.
Della strada che percorrevo, a quel punto della mia vita, non sapevo nemmeno il nome, ma ero consapevole che avrei dovuto rallentare. Adesso Sara viaggiava al mio fianco.
Maia, lo sapevo, sarebbe stata la mia rotonda, il mio svincolo, il mio incrocio, la mia redenzione, la mia salvezza.
Smisi di contare le auto che percorrevano la strada sotto casa nostra solo quando sentii mia sorella avvicinarsi a passi leggeri e fermarsi al mio fianco. Appoggiai i gomiti alla ringhiera del terrazzino e volsi lo sguardo verso di lei.
«A che pensi?» mi chiese sorridendo flebilmente.
«A casa nostra»
«Ti manca?»
«Non come vorrei»
«Te lo ricordi, Alec, quando papà ci portava i babà la mattina?» sospirò rivolgendo gli occhi al cielo.
«Anche se mamma non voleva»
«Pure da latitante ce li portava. Ci mandava Luigi, è vero, ma la mattina ce li faceva trovare sul tavolo di cucina con la colazione»
Aspirai il fumo della quarta sigaretta del pomeriggio.
«E ora ci vuole ammazzare, incredibile, no?» replicai sarcastico.
Seguì un minuto di silenzio, come in quei film francesi pieni di silenzi che sembrano non finire mai.
«A volte mi pare tutto una stronzata, voglio dire, dove sta il senso di vivere nascosti come topi? Per quanto tempo dobbiamo farlo? Aspettiamo di vedere chi si arrende per primo? A me sembra che la fine che ci spetta sia sempre la stessa: con lui moriamo, e se invece stiamo contro facciamo la stessa fine»
«C'è anche chi ce l'ha fatta e si è ricostruito una vita da pulito»
«E che ne so se avrò anche io tanta fortuna?»

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ADESSO CHE NON CI SEI
Romance(IN CORSO) Maia ha diciannove anni ed è irreparabilmente infelice, non accetta niente della vita in cui è rinchiusa e, come spesso accade ai giovani, ogni occasione è buona per criticare tutto ciò che non va, ignorando l'esistenza del lato positivo...