Cap. 1

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Il pilota ha appena annunciato che siamo quasi pronti al decollo, ed io non posso fare a meno di pensare che forse, non è stata poi un' idea così brillante quella di seguire mio padre in America, per la precisione a Seattle.
Ho lo stomaco sottosopra, e le mani tutte appiccicose di sudore: le sfrego istericamente sui jeans nell'intento di asciugarle, faccio un enorme respiro e mi volto verso l' oblò dell' aereo.
Ok... no, pessima idea: mai guardare fuori dal finestrino se il tuo aereo è in fase di decollo, e tu sei quasi in procinto di rigettare fuori l' intera cena della sera prima.
"Cassandra Brand non potevi essere più intelligente, e scegliere il posto lato corridoio?"
Chiaramente no!
Così mi volto dall' altra parte e finalmente mi rilasso un po', forse perché noto mio padre che mi fissa sorridendo.
Deve aver intuito la mia più che palese agitazione, perché ad un tratto aggiunge: "Sai Cassiecat, sono davvero felice che tu abbia acconsentito a venire a stare da me. So che è difficile per te lasciare la mamma, le amiche e tutto il resto, ma vedrai che ti troverai benissimo anche a Seattle!"
"Certo papà, anche io!"
Gli faccio un sorriso tirato, ma va bene così. In questo, io e mio padre siamo molto simili: entrambi non siamo poi così bravi nell'esprimere i nostri sentimenti, o le nostre emozioni.
Persino Katie, staccando per un attimo gli occhi dal suo Ipad, mi sorride dal sediolino lato corridoio (quello che avrei dovuto scegliere io se fossi stata una ragazza saggia), anche se più che un sorriso risulta essere una smorfia.
Katie, da me soprannominata la 'regina di ghiaccio', è la nuova moglie di papà da circa tre mesi, anche se stanno insieme da più di due anni. E' magra ed alta, ha sempre un'aria molto professionale con i suoi mille tailleur, ed i suoi capelli legati perennemente in uno chignon (ad oggi credo di non averla mai vista con i capelli sciolti), ma non é antipatica, credo sia semplicemente poco espansiva.
Di certo è un tipo del tutto opposto rispetto a mia madre Teresa, la quale ricade perfettamente nel tipico cliché sulle italiane: una gran chiacchierona, e sempre allegra.
Mia madre al momento è in viaggio di nozze con Francesco, un architetto, il che ci riporta al motivo per cui io sia su questo dannato aereo.
I miei genitori si sono conosciuti durante un viaggio a Parigi: mia madre era in gita di quinta superiore con la sua classe, mentre mio padre, già al primo anno di università, era lì per assistere ad un seminario sulla medicina.
Che dire, la solita solfa: si sono incontrati nella città dell'amore e quindi innamorati perdutamente, al punto che mio padre ha rinunciato a ritornare in America per restare con mia madre in Italia, dove lei è presto rimasta incinta di me.
I miei nonni materni avrebbero voluto che si sposassero, ma mia madre pur amando follemente mio padre si sentiva tremendamente in colpa nei suoi confronti, poiché egli stava rinunciando a tutto per lei. Certo avrebbe potuto continuare a studiare medicina in Italia, ma secondo mia madre non sarebbe stato lo stesso, lui aveva un futuro brillante davanti a sè, e una moglie e un bambino in così giovane età avrebbero compromesso tutto, così decise di mentirgli fingendo di aver perso la gravidanza, e nonostante le sue insistenze a voler rimanere ugualmente con lei, gli disse di non amarlo più pur di farlo ritornare in America.
Mia madre mi ha sempre detto che se ami veramente qualcuno lo lasci libero, per quanto faccia male.
Vi starete chiedendo, e come ha fatto mio padre a sapere di me?
Semplice: dopo qualche anno, vedendomi crescere senza un padre, mia madre si sentì terribilmente in colpa, e si mise subito in contatto con mio padre per spiegargli tutto.
In un primo momento lui si arrabbiò tantissimo con lei, ma dopo un pò capì che lei lo aveva fatto solo ed esclusivamente per lui ed il suo bene. Da quell' istante in poi mio padre tornò in Italia ogni estate per trascorrere le vacanze con me, si faceva sentire il più possibile e non dimenticava mai nessuna ricorrenza speciale, mandandomi fiori, cartoline e regali per ogni mio più piccolo ed insignificante traguardo (come la perdita di un dentino da latte). Insomma non mi lamento, è stato un padre sempre presente seppur lontano.
Lui e mia madre non sono più tornati insieme, anche se ho come l'impressione che si vogliano ancora molto bene, l'ho visto da come si guardavano quelle poche volte che li ho convinti ad andare al mare tutti insieme.
Credo di aver chiesto a mia madre quando più o meno avevo 7 anni perchè non si sposassero, e lei mi rispose che certe volte non è destino, non è scritto, e che il loro momento insieme era stato bello, seppur breve, ma che ormai era passato.
Ho accettato per la prima volta in 17 anni l' invito di mio padre a stare da lui.
Credo che prima mi spaventasse l'idea di stare così lontana da casa e da mia madre, ma ora sentivo il bisogno di lasciarle un pò di quello spazio da neo sposina e spensieratezza che non ha mai avuto, dovendo crescere me quando era ancora così giovane.
Io e i miei genitori progettiamo il mio futuro praticamente da sempre: studierò letteratura inglese all' University of Washington, quindi per questi mesi che precedono la mia vita da matricola del college, studierò al Seattle High e mi diplomerò lì.
Ho praticamente sacrificato la mia intera vita sociale per studiare nella speranza di essere ammessa in quel college.
Quando è arrivata la lettera in cui dicevano che ero stata ammessa, sentivo che da lì in poi tutto sarebbe andato bene.
Quanto mi sbagliavo... aggiungerei oggi!
Fortunatamente parlo inglese fluentemente, altrimenti non avrei mai accettato di venire in America per frequentare l'ultimo semestre senza neanche conoscere la lingua. Già è abbastanza difficile iniziare una nuova vita in un nuovo stato, e non conoscere nessuno...ok, meglio non pensarci.
Non mi rendo conto di essermi addormentata, fin quando mio padre non mi sveglia.
"Cass, tesoro...siamo arrivati!"
"Oh" è tutto ciò che riesco a dire stropicciando gli occhi.
Non so perché, ma adesso che sono qui l'ansia si è triplicata, e oltre tutto ho tutta la spalla sbavata, ma perché anche quando dormo sono un disastro?
Recuperiamo velocemente i nostri bagagli, e in men che non si dica siamo già in taxi diretti verso la mia nuova casa.
Nel breve tragitto che va dall' aeroporto a casa, posso già ammirare dal finestrino del taxi lo Space Needle, e il fatto che il cielo di questa città sia decisamente grigio.
Ah... mi manca già l' Italia, ed il suo sole.
Il taxi accosta di fronte una villa enorme, e rimango senza parole.
Mi scappa un fischio di apprezzamento, sapevo che mio padre fosse ricco, ma non immaginavo fino a questo punto. Devo aggiornarmi su quanto guadagnino i neurochirurghi.
Mio padre ride di rimando al mio fischio, e dice "Non è niente di che, qui in America, le case sono quasi tutte così", ma so che non è vero. Sono troppo un' appassionata di film e series americane per non sapere come funzionano le cose qui, è vero le case sono di norma più grandi rispetto allo standard italiano, ma ci sono anche tanti monolocali piccoli. Una volta entrati in casa, rimango a bocca aperta: da dentro risulta ancora più grande che vista da fuori.
Un rumore di passi che scendono veloci le scale mi riscuote dai miei pensieri, e d' un tratto mi si para davanti una ragazza molto alta, e con una folta chioma di capelli ricci e castani.
Ha un enorme sorriso stampato in faccia, la pelle olivastra e il fisico da modella.
"Ciao, tu devi essere Cassandra, tanto piacere, io sono Olivia...ma puoi chiamarmi Olly!"
Mi sta subito simpatica.
"Solo Cassie, piacere mio, ho sentito tanto parlare di te!"
Olly è la figlia di Katie, ha la mia stessa età, e secondo mio padre andremo molto d'accordo.
"Vieni ti faccio fare il giro della casa, così ti ambienti."
"Ok" la seguo.
Olly mi mostra l'intera casa con la voce di uno che presenta un documentario, e accompagna la descrizione di ogni stanza con un aneddoto divertente.
Quando finalmente tocca alla mia stanza non sto più nella pelle, Olly apre la porta e dice: "Ta daan."
Inutile dire che rimango senza parole. La stanza è bellissima, tutta in stile shabby chic, ed è piena di quadri con foto mie, di mia madre e delle mie vecchie compagne di scuola.
C'è una libreria interamente composta dai miei libri preferiti, e uno scaffale con tutti i DVD dei film che amo di più.
Ma come..?
Olly sembra leggermi nel pensiero, e dice: "Tuo padre ci teneva a farti sentire da subito a casa, così si è fatto spedire in anticipo un pò di cose da tua madre. Ti piace vero?"
Annuisco decisa "Moltissimo!"
"Bene, ora ti lascio disfare le tue borse e rilassarti un pò, la mia stanza è di fronte la tua, perciò se hai bisogno di qualsiasi cosa batti un colpo. Se così non fosse, ci vediamo più tardi a cena!"
"Grazie di tutto" le dico.
Olly è dolcissima, sono proprio contenta di avere lei come sorellastra.
Mentre disfo le borse nella mia bellissima stanza, noto che c'è un piccolo terrazzino che affaccia su una piscina che per metà è al coperto e per un' altra metà no. Wow, anche la piscina personale, mio padre deve essere proprio ricco...
Decido di fare una doccia veloce prima di cena, poichè mi sento ancora tutta intontita a causa del jetleg.
Katie e mio padre hanno ordinato una pizza, certo non è come quella di Napoli, ma non è neanche da buttare.
"Cassandra domani andrai con Olivia a scuola, mi sono prodigata affinchè seguiste le stesse lezioni, in modo che non ti sentissi sola. Non dovresti avere problemi, ma in ogni caso hai il mio numero e quello di tuo padre."
"Solo Cassie...grazie di tutto Katie, sei stata molto gentile!"
"Figurati" borbotta Katie.
Una vola in camera mia mando un breve messaggio a mamma per assicurarle che sto bene, e di godersi la sua luna di miele, poi preparo lo zaino per domani, e infine accendo il mio ipod.
Mi addormento ascoltando "I lived" dei One Republic.

 Mi addormento ascoltando "I lived" dei One Republic

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