Cap. 39

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"Dylan, posso entrare?" chiedo piano.
Mi risponde con una specie di grugnito, che secondo il vocabolario di Dylan, è "Sì".
Quando entro nella stanza, vedo che è seduto sul letto, e si tiene la testa fra le mani.
"'Fanculo, Cass! Vuoi farmi la predica? Va' parla, avanti! Lo so che muori dalla voglia di dirmi che sono un mostro, o che..." sbotta.
"No, veramente no..." lo interrompo.
Dylan alza la testa e mi guarda incredulo, come se non avesse compreso bene ciò che ho appena detto, o come se non riuscisse davvero a credere alle mie parole.
"Come?" sussurra.
"Sarei arrabbiata da morire anche io, e a quest'ora avrei già spaccato tutto!" dico con un'alzata di spalle, andandomi a sedere sul letto vicino a lui. Segue con lo sguardo ogni mio movimento.
Faccio un enorme sospiro.
"Dylan, io ti capisco...e ti capisce anche Tyler, ricorda che ha sofferto anche lui di questa situazione. Pensi sia stato semplice per lui vedere sua madre innamorarsi di suo zio, e per di più vedere l'unico amico che aveva, rivoltarsi contro di lui." spiego dolcemente.
"Sarà...eppure quello che è stato sbattuto fuori di casa, sono stato io!" afferma stizzito.
"Vero. Ma d'altronde lui non aveva trasformato questa casa in un albergo a ore!"
Ora che ci penso...era qui, che Dylan portava le sue conquiste.
Bleah!
Mi alzo immediatamente dal letto, con una smorfia di disgusto stampata in viso.
Dylan scoppia a ridere, ma poi mi afferra un polso, tirandomi di nuovo a sedere sul letto.
"Gelosa?" chiede divertito.
I suoi occhi sono ad un tratto attraversati da un luccichio.
"No!" sbuffo.
"È solo che mi fa schifo pensare alle cose che hai fatto in questa stanza con chissà chi...non lo trovo igienico!" aggiungo, gesticolando istericamente con le mani.
"Ne fai una questione di igiene, quindi? chiede inarcando un sopracciglio.
È chiaro che non ci crede.
Mi rimprovero mentalmente per essere una pessima bugiarda.
"Si, certo!" tento ancora di portare avanti la mia inutile recita.
"E dimmi Cassandra, non pensi che dopo tre anni le lenzuola siano state cambiate, e la stanza pulita?" sghignazza.
Quindi sono tre anni che non mette piede qui!
Apro e chiudo la bocca, poi la riapro di nuovo.
"Sì, beh...io..." farfuglio.
Non so che ribattere, il mio teatrino non regge più dinanzi a questa risposta.
Devo sembrargli una scema di fronte all'oggettiva realtà dei fatti.
"Calmati, Cassie...sul serio mi stai tartassando di parole, prendi fiato!" mi prende in giro per il mio momentaneo mutismo.
"Dylan ti odio!"
"Non è vero..." avvicina il suo viso al mio, e sento che l'ossigeno non mi arriva dritto al cervello. "...e poi non ci è mai entrata nessuna qui!" mormora piano, ad un millimetro dalle mia labbra.
Come?
"Mai?" chiedo fissando insistentemente le sue labbra.
"Mai! Usavo farmi le ragazze sul divano in salone, così al mattino quei due traditori ci trovavano li..." sorride al pensiero.
Sento crescere un sentimento di rabbia ingiustificata dentro di me, distolgo lo sguardo da lui e inizio a guardarmi intorno.
Non puoi essere gelosa, Cass!
Dylan seguendo il mio sguardo, fissa anche lui la stanza tappezzata da poster di supereroi Marvel e DC comics, poi sospira e dice "Dio, odio questo posto. Ho più ricordi brutti che belli."
"Kirsten mi ha chiesto di convincerti a dormire qui, nevica troppo per andare via."
"Non se ne parla, almeno che..."
"Almeno che?"
"Non so...dormiresti con me?"
"No, con te ci dorme Maddy se vuoi!"
"Non ho mai dormito con nessuna, Cass. Tantomeno con Maddy." dice in tono perentorio.
Possibile che dica la verità?
"E poi ti ho già detto che non riuscirei a concluderci nulla al momento!"
"L'hai detto, Verme Grigio!" scherzo, alludendo all' eunuco personaggio del 'Trono di spade'.
"Come mi hai chiamato? Mi starai forse provocando, non più Bambi a questo punto?"
"Non lo so...tu che dici Dilly?" scoppio a ridere.
E Dylan in un attimo è sopra di me, tenendomi stretti i polsi ai lati della testa.
"Non provare mai più a darmi dell' eunuco, piccola!" le nostre labbra si sfiorano.
Provo a divincolarmi da lui muovendo le gambe, e strattonando i polsi.
"Cazzo Cass, io sto tentando di fare il bravo con te, ma mi risulta molto difficile se continui a strusciarti sotto di me. Senza tenere conto che desidero strapparti questo vestito di dosso dal momento in cui ti ho vista!"
"Allora forse non dovresti fare il bravo!" mormoro.
Non mi interessa analizzare cosa fare con Dylan, se voglio accettare o no la sua proposta di una frequentazione segreta, al momento so solo che ho bisogno di lui.
Alle mie parole gli occhi di Dylan sembrano accendersi, e quando poggia le labbra sulle mie, tutto il fuoco che era sopito dentro di me si risveglia.
"Dio, Cass...le tue labbra sono come una droga per me, e la tua bocca...cazzo, quanto vorrei scopartela, lo voglio dalla prima volta che ti ho vista." mi passa un dito sulle labbra.
Trasecolo alle sue parole oscene, mentre sento un calore in mezzo alle gambe crescere sempre di più.
"Che c'è? Lo so che ti piace quando ti parlo in questo modo."
"Dylan..." sussurro.
"Si è questo il nome che dirai tra poco..." bisbiglia al mio orecchio, per poi tornare a baciarmi.
Sento la lingua di Dylan bramare la mia, e quando mi libera i polsi per posare i palmi sui miei fianchi, ne approfitto per spingerlo con le mani sul suo petto e rivoltarlo con la schiena sul letto, salgo poi a cavalcioni su di lui.
Voglio provare a farlo stare bene, come lui fa stare bene me, perciò continuo a baciare e succhiare ogni punto del suo collo, dimenando i fianchi nel punto in cui i suoi pantaloni sono più tirati.
"Se non la smetti subito Cass, finirai per farmi venire nelle mutande!"
Mi stacco da lui per guardarlo negli occhi, le sue pupille sono dilatatissime: mi vuole, e io voglio lui.
La mia mano come mossa da fili invisibili inizia a scendere lentamente lungo il suo petto, fino ad arrivare al punto in cui si intravede l'elastico dei boxer.
Dylan osserva i miei movimenti schiudendo le labbra, ha il respiro spezzato.
"Cosa vuoi fare, piccola?"
"Posso toccarti...lì?"
E con questa domanda diciamo addio per sempre a Bambi.
Non so che fine abbia fatto la vecchia e timida Cass, so solo che la nuova desidera Dylan più di qualsiasi altra cosa al mondo.
"Cazzo Cass, e me lo chiedi?
Non ci penso due volte: gli sbottono il jeans nero e infilo la mano nelle sue mutande.
Vedo Dylan rovesciare gli occhi all'indietro.
A quel gesto sento la mia autostima crescere, vuol dire che sono sulla strada giusta.
"Alza i fianchi!" ordino, e Dylan non se lo fa ripetere due volte, poi gli tiro giù i pantaloni e gli slip fino alle ginocchia.
Fisso palesemente il suo pene, arrivati a questo punto non so cosa fare.
"Cass, non...ma hai mai visto un cazzo?"
Scuoto la testa. Non credo che quello visto sul libro di scienze conti.
"Devi...devi dirmi come..." farfuglio imbarazzata.
"Non hai idea di quanto la tua inesperienza mi ecciti." confessa.
"Devi prenderlo in mano!" spiega, poi la sua mano è subito sulla mia, me la poggia sul suo sesso, intorno al quale serro le dita, e me la muove su e giù.
"Così piccola, non stringere troppo." dice lasciandomela, la sua voce è diventata più profonda.
Non avevo mai toccato un pene, non so se le dimensioni siano le stesse per tutti, ma questo è obiettivamente grande, la sua pelle è liscia e setosa. Strano, non la immaginavo affatto così.
Vederlo godere sotto i miei occhi mi eccita da morire, sento in me il bisogno di dargli ancora più piacere, perciò faccio un enorme sospiro, e poi prendo il suo pene in bocca.
"Dio Cass, tu mi vuoi morto!" boccheggia.
Riesco a farmelo entrare metà in bocca, e inizio a muovere istintivamente la testa su e giù, mentre un sapore salato mi arriva sulla lingua. Cos'è? È già venuto?
Inarca i fianchi verso la mia bocca, e mi posa una mano sulla testa, afferrandomi una ciocca di capelli.
"Usa...usa anche la mano..." geme.
Faccio come mi dice, e muovo la mano sulla parte inferiore del pene, mentre con la bocca gli succhio e lecco la metà superiore.
Sento che mi sto bagnando tutta, non avevo idea si potesse provare tanto piacere nel far godere qualcuno.
Lo guardo da sotto le ciglia per cercare di capire come sto andando.
"Cazzo, Cass non guardarmi in quel modo, o giuro che ti arrivo in bocca!"
Che modo?
Continuo a fissarlo e ad aumentare il ritmo, poi passo la lingua sulla punta e mi risucchio le guance.
Vedo le sua ginocchia irrigidirsi.
"Dio, Cass...cazzo... Cass sto per... Cass se non vuoi...togliti...adesso!"
Decido di continuare, sento uno spasmo provenire dal suo pene, e poi un liquido caldo mi riempie la bocca.
"Cass..." mormora con passione, e io ingoio tutto subito sotto il suo sguardo.
Mi scappa un conato, perciò mi alzo e mi siedo accanto a lui, tamponandomi gli angoli della bocca con le dita.
Dylan si copre gli occhi con un braccio, è senza fiato.
Lo guardo, e ad un tratto una voglia irrefrenabile di piangere mi assale.
"Ho fatto schifo, vero?"
Dylan sposta immediatamente il braccio dalla faccia, e mi guarda incredulo.
"Come? Cosa diavolo stai dicendo?" si rialza jeans e boxer, e si mette seduto di fronte a me.
"Dylan, non sono una stupida. So che sei stato con tante altre ragazze più esperte, e quindi più brave di me!" dico stizzita.
Dylan scuote la testa "Piccola tu sei proprio impossibile! Stavo giusto per chiederti se la storia della purezza fosse tutta una balla. Cazzo Cass, sei stata incredibile. Non ho mai goduto così tanto in vita mia..."
"Davvero? Scommetto che lo dici solo per farmi stare meglio." mormoro, facendo il broncio e tirando con un dito un filo della trapunta.
Dylan mi afferra il viso tra le mani e dice "Guardami Cass, credimi...sei stata perfetta!" poi mi da un bacio sul naso.
"Ora, vieni!" dice tirandomi per un polso, e facendomi scendere dal letto.
"Dove?" chiedo confusa.
"Ho bisogno di farmi una doccia prima di andare al letto, e immagino anche tu."
Un luccichio balena nei suoi occhi.
"E poi...devo ancora toglierti quel dannato vestito di dosso!" aggiunge, leccandosi le labbra.

devo ancora toglierti quel dannato vestito di dosso!" aggiunge, leccandosi le labbra

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