Cap. 47

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L'indomani mi sveglio raggiante: ieri Dylan mi ha regalato una collana con un ciondolo che ha un significato molto importante, o almeno questo è quello che io voglio credere.
L' ossitocina in chimica, è considerato l'ormone dell'amore: secondo la scienza infatti, quando siamo innamorati o proviamo una intensa, caotica o meglio dire ossessiva passione, l'ossitocina provoca al nostro cervello un effetto simile a quello scatenato dall'alcol. Essa ci inibisce, ci spinge a rischiare e a fidarci dei nostri istinti, a metterci pienamente in gioco in una relazione.
Quindi Dylan mi ama, o perlomeno sente qualcosa di intenso per me, ma soprattutto il nostro rapporto è reale...è questo che voleva dirmi, vero?
Ma se così fosse, perché non dirmelo direttamente?
Ho sul serio bisogno che me lo dica per credere che sia reale, e per capire davvero quali sono i suoi sentimenti per me.
Quando arrivo a scuola, noto con mio dispiacere che Dylan non c'è, decido subito di mandargli un sms: "Dove sei? Mi manchi! :*"
Sì esatto, mi manca. Che male c'è a dirglielo? In fondo siamo una coppia.
Le ore si susseguono l'un l'altre come se non ci fosse un domani, come se questa giornata non dovesse mai terminare.
Sono sempre più preoccupata su dove sia Dylan, e devo dire di non aver mai trovato così succulenti le mie unghie: mia madre direbbe che mangiarsi le unghie è segno di immaturità e poca femminilità.
Sarà...io dico che è perché sono nervosa.
La professoressa di francese ci obbliga a fare una rooming list, in modo che le stanze a Parigi siano già organizzate: io sono in camera con Olly, anche se sono convinta che sarà come se fossi in camera da sola, visto che sicuramente passerà ogni notte nella stanza di Daniel.
La nostra vacanza durerà circa tre giorni, poiché più di due se ne andranno per il viaggio in aereo di andata e ritorno.
Dopo la scuola io e Ty, ci dirigiamo direttamente a lavoro.
Guardo insistentemente il mio cellulare nella speranza di veder comparire un messaggio di Dylan sul display.
Ma dove diavolo sarà finito?
"Cosa c'è che non va, Cassie?"
Lo guardo con aria interrogativa, ma poi capisco che deve aver letto la mia preoccupazione in volto.
Faccio un enorme sospiro "Sono in pena per Dylan, oggi non è venuto a scuola e non risponde ai miei messaggi." dico in un soffio.
"Si l'ho notato che oggi non c'era, ultimamente si prende parecchi giorni di festa... Non offenderti Cassie, ma posso chiederti cosa c'è esattamente tra voi due?"
Fisso Tyler per qualche secondo, so per certo che Dylan non vorrebbe che gli raccontassi nulla. Ma in fondo lui è il mio migliore amico e c'è stato per me fin dall'inizio. Se Dylan vuole davvero che io continui questa assurda relazione segreta con lui, deve concedermi almeno una persona con cui confidarmi: Tyler sarà la mia valvola di sfogo e Dylan dovrà farsene una ragione, penso decisa.
"C'è...non lo so, qualcosa direi. Credevo l'avessi capito." dico posizionando i dolci nel bancone frigo.
"E infatti è così: ti ricordo, che io sono stato il primo a farti notare che Dylan fosse innamorato di te." canzona.
"Devo correggerti, Dylan non è innamorato di me, o almeno non me l'ha ancora detto, ma in compenso ora sono sicura che gli piaccio."
Mi guarda con aria perplessa.
"Non capisco." dice battendo alla cassa.
Bisbigliando gli racconto tutto, ovviamente omettendo i particolari piccanti.
"Mmh...quindi, vediamo un po': adesso avete una relazione segreta, ma lui non è innamorato di te. Secondo te, aggiungerei."
"In sintesi...sì, è così." sospiro.
Anche se la collana, potrebbe dar ragione a Ty.
"Che coglione!"
Sobbalzo, Austin è improvvisamente comparso dietro di me: deve avere ascoltato tutto.
Oh, no!
Mi volto piano, trasalendo.
"Tranquilla Cassie, il tuo segreto con me è al sicuro. Adesso puoi anche smetterla di guardarmi con quell' aria da cerbiatto impaurito, ok?" dichiara sprezzante.
Tyler ridacchia "Non ti stupirai, allora, se adesso ti dicessi che a scuola chiamano Cassie, Bambi."
Guardo immediatamente Tyler storto.
"Scusa." mima tra i denti, senza smettere di ridere.
Scusa un corno!
"Ma va, non ci credo!" Austin si asciuga le lacrime agli occhi, dovute alle troppe risate.
"Se avete finito voi due, io tornerei a lavoro!" dico stizzita.
"Comunque, ero venuto a cercarti Cassie, mi serve una mano a caricare certe casse in magazzino. Chiederei a Tyler per il lavoro pesante, ma non può lasciare incustodita la cassa."
"Va bene." dico seguendolo.
"Sono solo due quelle pensanti, fortunatamente. Alle altre ci penserò io, così che il bancone non rimarrà scoperto a lungo, ok? Alza qui, io prenderò il lato opposto." ordina, indicando un grosso scatolone in legno.
"Ok."
"Dio, quanto pesa!" esclamo con voce sforzata.
"Ce la fai?" chiede allarmato.
"Si...si!" mento.
Sento i muscoli delle braccia cedere, ma sono troppo orgogliosa per ammetterlo.
Quando siamo intenti a spostare l'ultima cassa, Austin spezza il silenzio.
"Posso farti una domanda?" chiede sedendosi su uno scatolone e tirando fuori una sigaretta.
Ma si può fumare qui?
"Uhm...si" rispondo nervosa.
"A te sta bene?"
Eh?
"Bene, cosa?"
"Essere la ragazza segreta di quel tizio."
Ah.
"Beh...non è indispensabile attaccare i manifesti in giro per poter stare insieme."
Riporto le parole di Dylan, ma io sono totalmente della sua stessa idea.
"Non ti facevo una disposta a mettere da parte la sua dignità pur di tenersi un uomo, se così lo si può definire."
Sbotto in una risata isterica "Austin, tu non mi conosci ancora così bene per poter dare dei giudizi, e non conosci bene neanche Dylan. Non è come dici tu!"
E poi, io non ho affatto sotterrato la mia dignità per Dylan, giusto?
"Ah no, e com'è? Avanti, illuminami!" mi sfida.
Che faccia tosta!
"Ti ripeto che le relazioni non hanno bisogno di essere urlate al mondo per essere definite vere, ma che anzi, le migliori sono quelle vissute nella propria intimità di coppia. " insisto, sicura di ciò che sto dicendo.
Certo...non ho molti termini di paragone, ma l' ostentazione non mi ha mai caratterizzato.
"Non credi che ci sia una netta differenza tra l'essere riservati e l'essere segreti? Qualche ragazza potrebbe provarci con lui sotto il tuo stesso naso o viceversa, ed entrambi non potreste dire nulla perché nessuno deve sapere che state insieme." dice soffiando un rivolo di fumo.
"Si può declinare un avance Austin, non so se te l'hanno mai detto." ribatto acida.
Questa conversazione mi sta innervosendo, e non poco.
"Certo che si può declinare, ma non è semplice dover assistere a ragazze che ci provano spudoratamente con il tuo fidanzato senza che tu possa dire o fare niente. Devi star lì ad aspettare che Dylan rifiuti la ragazza e..."
"Sono situazioni che potrebbero capitare anche nel caso di un fidanzamento ufficiale!" lo interrompo alzando leggermente la voce.
Sto veramente esaurendo la pazienza.
"Vero, ma sarebbero meno frequenti e più gestibili... E poi, vuoi mettere il poter uscire alla luce del sole o al potersi dare un bacio per strada spontaneamente, senza doversi nascondere in un angolo come dei ricercati." si alza.
Scuoto la testa ripetutamente e poi dico sprezzante "Non puoi capire."
Ed è vero, io e Dylan siamo diversi.
Dylan ha veramente dimostrato in ogni modo di voler stare con me, perché mai dovrebbe mandare tutto all'aria?
"Perché è Dylan!" ricorda la mia coscienza.
Austin mi guarda serio e si avvicina a passo lento verso di me, automaticamente indietreggio fino a toccare con le spalle la porta del magazzino.
Mi sento in trappola come un uccellino in gabbia.
Austin continua ad avvicinarsi, fermandosi a meno di un metro da me.
Sono paralizzata.
"Austin che vuoi fa..."
Ma lui mi interrompe spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Tranquilla Cassie, non ho nessuna intenzione di baciarti, almeno che non lo voglia anche tu. Volevo solo dirti che se io avessi la fortuna di avere una ragazza come te, stai sicura che lo farei capire al mondo intero che tu sei solo mia..."
Austin mi bacerebbe se io volessi?
Questa è bella, non succederà mai!
Sento la maniglia muoversi dietro la mia schiena, perciò mi stacco velocemente e la porta si apre.
Tyler piomba nel magazzino guardando prima me e poi Austin.
"Tutto bene qui? Ho visto che tardavate a risalire, e sono sceso a controllare cosa vi stava trattenendo." ha un tono di voce preoccupato.
"Si." dico asciutta.
"Bene! Allora se non c'è altro da sistemare qui sotto, penso che siamo tutti d'accordo sul tornare di sopra a lavorare."
Durante le ore di lavoro Austin non torna più sull'argomento, e io ne sono più che felice.
Quando torno a casa sono praticamente distrutta, e di Dylan non ho avuto ancora nessuna traccia: ho provato anche a chiamarlo, ma al primo squillo scattava la segreteria.
Faccio appena in tempo a stendermi sul letto, che qualcuno spalanca bruscamente la porta, entrando nella mia stanza.
"Non puoi immaginare cosa sto per dirti, Olly!"
Mi alzo sui gomiti e farfuglio confusa "Lydia? Cosa ci fai qui?"
"Cassie? Ma questa non è la stanza di Olly? Cavolo, scusami! Sarà la fame, mia madre mi tiene a stecchetto per la grande partita." dice con il suo solito tono di voce squillante, e passandosi una mano sullo stomaco.
"No tranquilla, non è la fame...questa era la sua camera prima." spiego con voce sfinita.
"Ma che sta succedendo e cos'è questo baccano, Cassie ? Io starei cercando di studiare. Aspetta...Lydia? Che ci fai qui, avevamo forse appuntamento?"
Olly è entrata anche lei nella stanza e mi guarda confusa.
Faccio spallucce per farle capire che ne so quanto lei a proposito di questa irruzione.
Lydia si siede sul letto "Ho già avvertito Susan, sarà qui a momenti e..." comincia Lydia sedendosi sul mio letto.
Anche Susan...cos'è, una riunione di condominio nella stanza di Cassie?
"Ragazze, potreste andare a parlare di la, per favore? Sono veramente stanchissima e vorrei riposarmi un po' prima di cena." la interrompo.
E poi voglio provare a richiamare Dylan all'infinito fin quando non risponde, penso.
"Oh no, non se ne parla. Credimi, ciò che sto per dire ti farà molto piacere e sono sicura vorrai ascoltarlo."
"E va bene!" sospiro, stendendo la testa sul letto.
Ormai Lydia ha stuzzicato la mia curiosità, ma sono stremata al punto che non riesco neanche a tenere la testa alzata.
Ho davvero lasciato il mio ultimo grammo di forza fisica nel magazzino dello Starbucks.
"Maddy cambia scuola, o forse, sarebbe meglio dire che cambia addirittura città!"
Il mio corpo scatta immediatamente a sedere: come in seguito ad una scarica di adrenalina, è nuovamente dotato di forza.
"Cosa, perché?" strepito.
Maddy non è più una rivale per me per quanto riguarda Dylan, ma inutile girarci intorno: non ci siamo affatto simpatiche, e sapere che andrà via, può solo farmi piacere.
"Beh, non sappiamo ancora il perché, ma..."
Lydia non fa in tempo a rispondere, che viene interrotta da una testa bionda che fa capolinea nella mia stanza.
"Hai già dato la notiziona?"
Susan ha l'affanno, ed ha le mani piene di buste.
"Proprio ora. Cosa sono quei pacchetti?" chiede Olly con aria annoiata.
"Ha- ha, allora sono arrivata in tempo per la seconda parte..."
"Stavo giusto per dirglielo Susy-Sue. Ho chiesto a Susan di passare a prendere qualche vestito da me, quando ho avuto la notizia ero già per strada, quindi sono venuta direttamente qui senza riuscire a tornare a casa. Stasera si esce: Maddy da una festa d'addio a casa sua e forse potremo scoprire perché la sua famiglia la obbliga ad andare via da Seattle." chiarisce Lydia.
"Avevo sentito di una festa..." commenta Olly.
"Festa?" chiedo.
"Si, festa. Scommetto che Maddy sarà furiosissima con i suoi e non ha perso tempo a cercare un modo per fargliela pagare. Cosa c'è di meglio che distruggergli la casa per farlo? Cassie, tu sei dei nostri?" chiede Susan.
"Ragazze io passo, sono troppo stanca e..."
"Peccato, verrà anche Logan." sentenzia Olly.
"Logan?" chiedo confusa.
Cosa c'entra Logan?
"Si esatto, Logan...credevo che ti piacesse, no? E poi ci saranno Dylan, Daniel e..."
Cosa, Dylan andrà alla festa?
È tutto il giorno che io mi preoccupo per Dylan, su dove sia...e lui cosa fa? Va ad una cavolo di festa in onore della sua ex, o quel che è, senza dirmi niente.
E poi forse risultava irreperibile per me, visto che Olly non ha avuto problemi a sentirlo.
Improvvisamente la rabbia si impadronisce di me: ho voglia di spaccare tutto ma so che non sarebbe la soluzione più adatta, perciò faccio un enorme sospiro e mi stampo un sorriso in volto.
"Sapete una cosa? Mi sento già meglio, e quindi...penso proprio che verrò alla festa!"

penso proprio che verrò alla festa!"

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