Cap. 42

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Non appena entro in macchina, Dylan brontola "Cosa stavi cercando di fare li dentro?"
"Non so di cosa parli!"
"Parlo del fatto che sei rimasta a colazione nonostante ti avessi detto di voler andare via, senza considerare il tuo essere tutta 'grazie e sorrisi'. Volevi forse costringermi a riallacciare i rapporti con loro, vero?"
"No! Cercavo solo di essere gentile, Dylan. Penso che sia ora che tu lasci andare la tua rabbia, visto che ti adorano tutti e non vedono l'ora che tu ritorni a casa. Trovo tuo padre e Kirsten delle persone fantastiche e, anche se capisco benissimo il tuo sentirti tradito da chi amavi di più, capisco anche il fatto che loro si siano innamorati. Io non credo che l'abbiano voluto fare di proposito, ma suppongo che sia stata la loro solitudine ad averli avvicinati, in fondo anche loro hanno perso delle persone care. La sofferenza unisce, è risaputo!"
Dylan mi getta un'occhiataccia, mentre continua a guidare.
"Ah, adesso sei dalla loro parte? Certo, dovevo immaginarlo: ti bastano giusto due lusinghe per farti abbindolare come un'allocca!" sputa velenoso.
"Non parlarmi così, Dylan!" incrocio le braccia, e volto la testa verso il finestrino.
Deve capire che non può comportarsi così ogni qual volta che qualcuno non fa ciò che dice, o che non la pensa come lui.
E cosa avrà voluto dire con giusto due lusinghe, forse anche lui usa questo trucchetto con me?
Lo sento inspirare ed espirare profondamente, poi mi afferra un polso, se lo porta alle labbra, e ci da un bacio su.
"Senti mi dispiace, ok? Non voglio litigare con te, e questo argomento mi innervosisce. Possiamo passare ad altro?"
Sospiro rassegnata, e dico "Credimi, ad oggi non mi è ancora ben chiaro quali sono gli argomenti che non ti innervosiscono."
Sento Dylan ridacchiare.
"Touchè, piccola. Comunque potremmo che so, parlare di quanto tu sia splendida senza trucco..."
Lo guardo torva.
"Che c'è, perché non credi mai a nessun complimento che ti faccio?"
Faccio spallucce "Mi hanno insegnato che i complimenti costano poco, e che quindi, raramente sono sinceri. E poi con te non so mai quando sei serio oppure no."
"Sono serissimo, piccola. Ormai dovresti aver capito che non sono uno che si fa problemi a dire che somigli ad un bidet."
"Tu non sai affatto come è fatto un bidet, potrebbe essere bellissimo." ridacchio.
"Sbagli ancora, piccola. Esiste Google, presente? Dovresti imparare ad usarlo, sul serio ti si apre un mondo!" mi prende in giro.
"Se googlassi 'idiota' stai sicuro che comparirebbe la tua foto, lo sai vero?"
Ed ecco apparire le sue adorabili fossette. Cioè, volevo dire...odiose.
Mi viene in mente una cosa ora che ci penso: tiro fuori il mio cellulare dalla borsa, e apro la fotocamera.
Inquadro Dylan.
"Che fai?"
"Posso farti una foto? La mia amica B. vuole vederti!"
"Innanzitutto, che diavolo di nome è B.? E poi, perché vuole vedermi? Suona inquietante come cosa!"
"B. sta per Beky, o meglio, Rebecca. E poi vuole vederti perché...beh, perché le ho parlato di te."
"Ah si, eh? E cosa le avresti detto?" sta gongolando.
"Che sei un cretino! Allora, posso farti una foto?"
"Non se ne parla, odio farmi fotografare!"
"Oh..." mi rabbuio, e metto via il cellulare.
"Collana interessante la tua, la indossavi anche quel giorno, quando mi sei venuta addosso." aggiunge.
È vero, l'avevo dimenticato.
"Si beh, fa parte di una collezione di gioielli ispirati alla scienza: me l'ha regalata mio padre quando ho compiuto sedici anni. Sai quando ero più piccola, citava spesso Boston George in 'Blow', dicendo che io ero il suo cuore, e che non avrebbe potuto vivere senza di me: ecco spiegato il perché del ciondolo. Non avevo idea che avessi già notato la collana." spiego.
"Si, lo so. E poi io noto tutto..."
"Come è possibile che lo sai?"
Nessuno potrebbe mai conoscere una cosa del genere.
"Cass..." si passa una mano nei capelli, per sistemarsi il ciuffo.
Che c'è Dylan, sei forse stressato?
Sbuffo esasperata "Immagino che le parole che seguiranno il 'Cass', non siano una spiegazione al perché sai tutto di me." dico stizzita.
"Guarda, siamo arrivati!"
Si, certo Dylan...cambia pure discorso.
"Dylan..." lo avverto.
"Cass, siamo già in ritardo. Possiamo lasciare il discorso in sospeso? Almeno per il momento, per favore."
Sospiro "E va bene, ma solo per adesso!"
Sento che ci sono cose che vorrebbe dirmi, ma è troppo combattuto per farlo.
Per quel poco che conosco Dylan so che se tirassi troppo la corda, scapperebbe e non otterrei un bel nulla. Perciò, devo solo pazientare nella speranza che prima o poi si apra con me, e si confidi.

 Perciò, devo solo pazientare nella speranza che prima o poi si apra con me, e si confidi

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