Cap. 21

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Quando saliamo al piano di sopra mi dirigo verso la stanza dove l'ultima volta ho trovato Dylan intento a consumare un ménage a trois.
"Dove stai andando?" chiede Dylan divertito e con un sopracciglio alzato.
Ma che ha da ridere? E poi come sarebbe a dire dove sto andando?
"Ehm...nella tua stanza, forse?" ma ci è o ci fa?
"Mmh..." si passa pensieroso una mano sotto il mento "...quella non è la mia stanza!" ridacchia.
"Ah, no?" ok, adesso sono confusa.
"No, è questa!" indica la porta che una volta ho trovato chiusa a chiave.
Mentre mi avvicino, lo vedo sfilarsi la collana con la chiave dal collo. Ora ho capito a che serve!
Dopo aver aperto la porta, Dylan entra e accende la luce, poi mi fa cenno di entrare e richiude dietro di me la porta chiave, rimettendosela al collo. Mi guardo intorno e rimango senza parole: mi rendo conto che io e Dylan siamo molto più simili di quanto credevo. Nella stanza, infatti, riconosco la maggior parte dei libri e dei film in DVD che amo di più. Ma poi, ad un tratto, qualcosa mi distrae dalla contemplazione della stanza: Dylan si sta spogliando.
"Ma che fai?" chiedo sgomenta.
"Non si vede? Mi sto spogliando!" è già a torso nudo.
"Si, questo lo vedo..." cerco di distogliere lo sguardo da i suoi addominali "...ma perché?" metto le mani sui fianchi e assumo un'espressione contrita.
"Perché io dormo in mutande!" risponde con un' alzata di spalle mentre si sfila i pantaloni. Poi va a stendersi sul letto, incrocia le caviglie e mette le mani dietro la testa "Beh? Che hai da guardare! Coraggio mettiti il pigiama e vieni a dormire!"
Non mi ero resa conto che ero rimasta imbambolata a fissarlo.
"Ehm...si! Tu però stai buono dalla tua parte del letto, che se provi anche solo ad avvicinarti ti stacco la giugulare a morsi!"
Dylan mi guarda shockato.
"Scusa...sono solo i miei attacchi di rabbia!" dico a mo di spiegazione.
"No tranquilla, non ti toccherei neanche con un dito. Non sei il mio tipo."
"Ah..." forse è gay. No, certo che non è gay. Olly mi ha detto che si scopa tutte, forse sono solo io a non piacergli.
"In ogni caso metterò dei cuscini tra di noi...non vorrei nel sonno sfiorarti la mano e trovarmi dissanguato nel mio stesso letto!" scherza, e io gli faccio la linguaccia.
"Ora cambiati, che sono stanco e vorrei dormire!" ordina. Dio, quanto è dispotico!
"Va bene!" prendo la borsa da terra e l'appoggio sul letto, poi la apro e inizio a cercare il pigiama.
"Merda!" ecco cosa avevo dimenticato. Dovevo infilare il pigiama all'ultimo e non l'ho fatto!
"E adesso che c'è?"
"Ho dimenticato il pigiama!" piagnucolo.
"Prendi una mia maglia dal cassetto. Basta che ti sbrighi, ho sonno!"
Per tutta risposta io prendo quella che si è appena tolto ed ha lasciato a terra "Ti spiace se prendo questa?"
"No, ma è sporca!"
"Non importa...dove mi cambio?"
"Ehm...qui? Che domande!"
"Stai scherzando!"
Dylan scoppia a ridere "Tranquilla, Bambi! Dietro quella porta c'è un bagno!" scuote la testa.
Gli sorrido poi prendo la mia borsa e vado in bagno. Dopo essermi struccata e lavata i denti, infilo la maglia di Dylan che profuma ancora di lui e le mie pantofole.
Quando esco fuori Dylan stacca lo sguardo dal suo cellulare per guardarmi. Schiude le labbra e mi squadra dalla testa ai piedi, indugiando sulle mie gambe scoperte, poi come se non avesse visto bene torna a fissare i miei piedi.
"E quelle cosa diavolo sono!" ride e sgrana gli occhi fingendosi shockato.
Mi guardo i piedi per capire cosa c'è che non va. Ah, quelle...
"Sono le mie pantofole unicorno" dico.
"Cosa sono?"
"Le mie pantofole unicorno, Dylan!" ripeto, scandendo bene le parole come si fa con i bambini.
Dylan si copre gli occhi con le mani dicendo "Oh, mio Dio!" e io per tutta risposta mi sfilo una pantofola e gliela lancio addosso.
"Smettila!" dico ridendo.
"Cosa hai fatto?" si finge shockato.
"Hai appena osato lanciarmi addosso 'Fiocco arcobaleno'?"
Quando gli lancio anche l'altra pantofola ridendo lui dice "Adesso ti prendo!"

"Hai appena osato lanciarmi addosso 'Fiocco arcobaleno'?"Quando gli lancio anche l'altra pantofola ridendo lui dice "Adesso ti prendo!"

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