Cap. 27

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Mi sistemo velocemente il vestito e le mutandine, prima di uscire dall'aula. Questa volta Dylan non mi tiene per mano e io non so bene cosa dire, perciò me ne sto zitta, camminando leggermente dietro di lui. Ho paura che sia ritornato ad ignorarmi, e sento che questa volta non lo sopporterei, visto lo scambio di intimità che ci è appena stato tra di noi.
"Stiamo tornando a casa?" chiedo.
"No!" dichiara freddo, distaccato.
"Oh..."
Se non mi chiede scusa entro due secondi, giuro che prendo un autobus e me ne torno a casa da sola, piuttosto che passare anche solo un altro secondo con lui. Quello che è appena successo tra di noi per me è stato un momento molto importante, una prima volta, e avrei gradito più sensibilità a riguardo.
Dylan sembra leggermi nel pensiero visto che rallenta il passo "Pensavo di andare a prendere un caffè, o un gelato o..." il suo tono adesso è più dolce, e mi sorride.
"Un caffè va benissimo!" gli dico sorridendo, mentre gli afferro la mano. Lui non la lascia, il che è un buon segno.
"Dove preferisci andare?"
Mi guardo intorno e localizzo uno Starbucks alla fine della strada. È impossibile non notare l' insegna, anche a diversi metri di distanza.
"Li" indico con un dito.
"No, li no!" ringhia.
"Ok...."
"Scusa....è che non mi piace Starbucks! Però lì di fianco c'è un'altra caffetteria che non è male, potremmo andarci..." propone.
"Andata!"
Quando stiamo quasi per entrare in caffetteria sento una voce di donna chiamarmi, così ci voltiamo.
"Cassie, sei tu?"
È la madre di Tyler, Kirsten.
Sento la mano di Dylan irrigidirsi nella mia. Ma che gli prende?
"Salve, signora Posey!"
"Ciao cara, ti ringrazio ma ormai il mio cognome non è più Posey." mi dice dopo avermi dato un abbraccio veloce, a cui ho dovuto ricambiare con un solo braccio visto che Dylan non mi ha voluto lasciare la mano.
Vedo Kirsten gettare un'occhiata nervosa a Dylan e poi aggiunge "Ciao Dylan!"
Ma dai, Kirsten conosce Dylan? E come?
Lui per tutta risposta si limita a fissarla malissimo senza però risponderle, perciò Kirsten torna a rivolgersi a me "Tyler mi ha detto che questa sera non potevi essere dei nostri a cena...spero che però domani non mancherai! Allison ci tiene davvero molto a conoscerti, e anche mio marito!"
Strano...io a Tyler non ho detto nulla, né tantomeno lui mi ha invitata a cena questa sera. Decido, tuttavia, di non fargli notare questa cosa: è chiaro che deve aver confuso i giorni...ero ieri a non esserci, poiché ero da Dylan per pagare pegno.
"Domani ci sarò senz' altro!" dico con un gran sorriso. Cerco di non far caso a Dylan che mi ha appena lasciato la mano.
"Splendido! Adesso ti saluto, Tyler ti manderà l'ora e l'indirizzo. Ah, Dylan... sappi che sei il benvenuto anche tu domani sera!" aggiunge Kirsten, prima di andare via.
"Tu non ci vai!" mi ringhia Dylan in faccia.
"Si, che ci vado!" urlo anche io, mentre metto le mani sui fianchi.
"Ho detto di no!"
"Beh, tu non sei nessuno per impedirmelo...ci andrò, che ti piaccia o no! E poi perché non dovrei? Solo perché a te non va? Non sei il mio padrone!"
Per tutta risposta Dylan si volta e se ne va a passo svelto.
"Mi spieghi dove stai andando?" lo rincorro.
"Fanculo, Cass, tu sei davvero impossibile! Me ne vado a casa, è chiaro che la mia è stata una pessima idea. Credevo che noi potessimo...insomma, non importa cosa pensavo...ormai ho chiuso!"
"Dylan, aspetta...parliamone!" gli urlo dietro, ma Dylan non mi aspetta, sale in macchina e mi lascia lì da sola sul marciapiede.

parliamone!" gli urlo dietro, ma Dylan non mi aspetta, sale in macchina e mi lascia lì da sola sul marciapiede

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