La mattina seguente mi alzo piena di buoni propositi. Oggi, decido che è ufficialmente il giorno del mio nuovo inizio in questa città e lo farò per bene: senza scontri o battibecchi...senza pranzi nel bagno delle ragazze, e soprattutto senza lacrime. Tutto quello che è successo prima non conta, si parte esclusivamente da questo momento. Oggi ristabilirò gli equilibri con Dylan: gli chiederò finalmente scusa per essermi comportata come una sciocca obbligandolo a provare qualcosa per me e resteremo buoni amici. E se non mi volesse neanche come amica ? Penso.
Beh, se così non fosse vorrà dire che torneremo ad evitarci a vicenda di nuovo. In fondo non sarà una gran perdita, giusto ?
Tuttavia mi sento positiva a riguardo e questo mi fa venire voglia di prepararmi un po' più del solito per andare a scuola. Dopo essermi lavata, indosso una gonnellina nera sotto una maglia a mezze maniche bianca e un lungo cardigan di lana grigio. Evito le calze, optando per dei calzettoni neri e infilo le Dr. Martens. Mi metto persino l' eye-liner e faccio le onde ai capelli. Poi mi guardo allo specchio e mi stampo un bel sorriso in faccia. Voglio che Dylan veda questo: che sto bene, che le sue parole non mi hanno fatto realmente male e che tra di noi può essere tutto apposto. Quando scendo di sotto però i miei buoni pronostici per la giornata iniziano a vacillare. Si capisce dalla faccia di Olly che è di umore nero, a confermarlo manca solo una nuvola di pioggia sulla sua testa.
Ho paura a parlarle ma ci provo ugualmente.
"'Giorno sorellina..." sondo il terreno.
"Andiamo è tardi!" sbotta prendendo le chiavi dell'auto e avviandosi fuori casa a passo svelto.
Ma che... "Buongiorno anche a te, Cass!" ironizzo mentre salgo in macchina, ma Olly non risponde. Brutto segno: per quel poco che la conosco, so che sta per esplodere.
"È successo qualcosa con Daniel?" chiedo, e per tutta risposta ottengo un' occhiataccia.
Hey, sto solo cercando di venire a capo del tuo malumore, Olly. Accidenti, oggi doveva essere il mio giorno e non sta andando per nulla come avevo previsto.
"No, certo che no!" sbuffa spazientita.
"Ok..." forse è meglio se sto zitta.
Ma dopo due minuti di silenzio eccola aprirsi come un rubinetto.
"Ma ti rendi conto?" scuote la testa incredula mentre guida.
"È incredibile... davvero incredibile! A sole tre settimane dalla partita più importante del campionato!" mi guarda con occhi spalancati.
"No! Non ci credo!" rispondo di getto. Non ho la più pallida idea di cosa stia parlando, ma sento che è giusto farle sentire che l'appoggio, qualunque cosa sia.
"Neanche io!" risponde dimenando le mani in aria. Deve essere davvero sconvolta.
"Tu che ne pensi ?" mi chiede con ad un tratto lo sguardo sconsolato.
Questi sbalzi d'umore mi fanno pensare a qualcun altro di mia conoscenza...
Seattle è la città dei lunatici, è ufficiale!
"La penso come te!" E lei mi guarda con aria interrogativa.
Cruccio la fronte per fargli capire che sono proprio arrabbiata come lei. Merda questa conversazione sta diventando difficile.
"Quindi non pensi neanche tu che stia esagerando, vero?"
Io? E che c'entra cosa penso io. Io al momento penso che non ho idea a cosa si riferisca!
Scelgo di non rispondere, tanto ormai è un treno in corsa.
"Insomma so che non è colpa di Susan se si è fatta male al ginocchio e il dottore le ha detto che non potrà esserci alla partita. Ma non pensa che così manda a rotoli il mio futuro ? Ho investito tanto sulla borsa di studio per cheerleader. Così rischio di perderla e dovrò dire addio all' Università!"
"So che stai pensando..."
Ma se non sto dicendo niente!
"Stai pensando che sono un' egoista e che in realtà il college può pagarmelo mia madre. Stai pensando che io non mi preoccupo della salute di Susan o di come si senta lei adesso a dover rinunciare alla partita!"
"Io veramente..." provo a risponderle.
"Beh, ti sbagli! Mi dispiace da morire, per questo sono incazzata. Anni di sacrifici sfumati così!"
"Non c'è una sostituta?"
"Credimi, sono giorni che faccio selezioni nella nostra stupida scuola, ma non c'è stata neanche una all'altezza dell'evento. Inoltre a peggiorare la situazione c'è il fatto che è rimasto troppo poco tempo per preparare una inesperta.."
"Io ho studiato danza per un po'. Se vuoi mi metto a saltellare davanti a voi muovendo i pon pon" dico ovviamente scherzando nella speranza di rincuorala strappandole una risata.
Ma Olly non sembra pensarla così visto che improvvisamente accosta la macchina, si gira e guardandomi intensamente negli occhi dice "Sicuro che lo voglio!"
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Dans de beaux draps
FanfictionDopo un po' non fa più male. È così che dicono tutti, no? Non fanno altro che ripeterci che il tempo sistema ogni cosa, che ci si abitua a tutto...che si impara a convivere con il dolore, che dopo un po' diventa tutto più facile. Beh...mentono! "Dan...