Il resto della settimana scorre velocemente, e non accade nulla di particolare. Dylan mi guarda sempre male ma non mi rivolge la parola, e a me sta benissimo così.
Certo, prima o poi dovrò confrontarmi con lui sul progetto scolastico, ma mi convinco che posso rimandare quel discorso ancora per un po'.
In compenso però, ho legato molto con Tyler: praticamente pranziamo insieme ogni giorno, visto che Olly è molto impegnata in quanto rappresentante di istituto e capo cheerleader.
Scopro che Tyler è un secchione come me, e che ha perso il padre quando aveva solo tre anni, inoltre vive praticamente a pochi passi da me con sua madre che si è risposata da qualche anno.
Il sabato pomeriggio Olly irrompe nella mia stanza, senza neanche bussare.
"Hai deciso cosa metterai stasera?" poi vedendomi aggiunge "Ma che ca...stai studiando? Cavoli Cassie, è sabato rilassati!" si siede sul mio letto, e incomincia a mettersi lo smalto sui piedi.
"Uhm...stasera?"
Olly sbuffa spazientita "Si, stasera...alla festa. E' una settimana che ne parliamo con Lydia e Susan! Ma dove hai la testa...ah si su francese si direbbe!" dimena le mani in modo ridicolo, indicando il mio libro.
Scoppio a ridere "Scusa, è che ci tengo a mettermi in pari col programma. Voglio riuscire a diplomarmi con il massimo dei voti, sai...per l' università e tutto! E..."
"Si si...ma allora hai deciso cosa metti?"
"Ma di che festa si tratta? E comunque stasera non posso, ho promesso di andare a prendere un caffè nel posto dove lavora Tyler. E poi una volta a casa pensavo di vedere un film..."
"Un caffè e un film da sola di sabato sera? Ma quanti anni hai...cento? Dai Cassie, vieni con me. Giuro che se non ti divertirai, sarà la prima e ultima volta che ti chiederò di venire. Ti lamenti di non avere nuovi amici, ma non fai niente per procurarteli!" mette il broncio.
Ahia, in effetti ha ragione.
"E va bene vengo, faccio un tentativo."
Olly batte le mani soddisfatta "Che bello!"
"Ehm Olly...ci sarà Dylan a questa festa?" cerco di mantenere un tono indifferente.
"Sicuro che ci sarà...è a casa sua che andiamo!"
Oddio. "Come a casa sua? Sai benissimo che mi odia e poi non mi ha invitata, non sarà contento di vedermi lì!"
"Tranquilla, è una festa aperta a tutti, non hai bisogno dell' invito. E poi, molto probabilmente non lo vedrai. Dà una festa alla settimana, e in genere rimane chiuso nella sua camera con qualche ragazza...adesso vado a prepararmi, mi raccomando alle 10 pronta!" mi fa l' occhiolino, mentre esce dalla stanza.
Non so cosa pensare: ormai ho promesso ad Olly di andare alla festa e non posso rimangiarmelo, spero solo che lei abbia ragione riguardo il non incontrare Dylan.
Sospiro mentre mando velocemente un messaggio di scuse a Tyler. Mi risponde rassicurandomi che stava per disdire anche lui, poichè essendoci troppa clientela, non avrebbe avuto il tempo di fare neanche una chiacchiera con me. Messa così, mi sento un po' meno in colpa a dare buca al mio nuovo amico.
Finisco di rileggere l' ultima pagina del tema di francese da consegnare per lunedì, e corro a farmi la doccia. Aggiungo al solito trucco base un filo di eye-liner e un pò di rossetto nude, leggermente marroncino. Non ho idea di cosa si indossi per andare a una di queste feste, Olly non mi ha neanche spiegato di che tipo di festa si trattasse.
Mi rimprovero mentalmente per non aver prestato attenzione quando ne parlava con Lydia e Susan a mensa. Opto per una salopette di jeans corta e le converse.
Quando scendo di sotto, Olly è già lì che mi aspetta, indossa un vestitino rosso aderentissimo e due stivali alti col tacco.
Ok, afferrato...il mio outfit è decisamente out.
Mi lancia un' occhiata divertita, e dice "Dove devi andare, al parco giochi?"
Caccio la lingua "Ok ok, ho capito che non apprezzi il mio guardaroba, domani andrò a fare un po' di shopping" ed è vero, non ho dei vestiti adatti a delle feste o situazioni più eleganti.
In Italia non uscivo molto, e con le mie amiche per lo più studiavo o andavo a prendere un caffè, dopo aver visitato qualche museo.
Mi sembra che tutto questo sia avvenuto in un' altra vita, dimentico che invece è passato poco più di una settimana.
"Vuoi che ti presti qualcosa?" propone Olly, mentre si ammira allo specchio.
"Ehm no...per stasera sono a posto così!"
"Bene, allora andiamo....ci divertiremo vedrai! Mamma e Christian hanno il turno di notte e non torneranno prima di domani, tranquilla, li ho già avvisati che stasera saremmo uscite e che avremmo fatto tardi!"
"Uhm.. ok" mi guardo per l' ultima volta allo specchio, e sospiro: confermo ho un disperato bisogno di shopping.
Seguo Olly in macchina, e dopo essere passate a prendere Lydia e Susan, ci dirigiamo finalmente verso la festa.
Man mano che ci avviciniamo alla meta, noto che le case diventano sempre più lussuose.
Parcheggiamo nei pressi del Pike Market Place, e ci incamminiamo in direzione della musica che si sente per tutto il viale.
"Ma a nessuno da fastidio la musica così alta a quest' ora di sera... ai genitori di Dylan sta' bene?" chiedo curiosa.
"Questo è un viale privato, e per lo più queste abitazioni sono spesso vuote, poichè sono in genere utilizzate come case vacanze dai ricchi lavoratori che portano quì le loro amanti, e poi Dylan vive da solo" dice Susan facendo un risolino.
"Wow..." dico, mentre ammiro la villa che ho davanti.
Dylan può permettersi davvero un posto del genere?
Il vialetto e il giardino sono gremiti di ragazzi e ragazze mezze ubriache. Una volta entrati, è ancora peggio: la musica è altissima al punto che non riesco a sentire Olly cosa dice, e giuro di aver visto una ragazza vomitare in una pianta all' ingresso. Neanche il tempo di entrare, che qualcuno mi mette in mano un bicchierone rosso pieno di vodka, e una fetta di pizza.
Mi guardo intorno, mentre addento la mia pizza e vedo che Olly, Lydia e Susan sono già in pista a ballare accerchiate da ragazzi. Lydia mi fa cenno con la mano di raggiungerle, ma io le mostro la pizza per farle capire che sono a posto così.
"Ciao tu devi essere Cassie, la sorella di Olly!" è un ragazzo moro e alto a parlarmi. Noto che ha dei bellissimi occhi azzurri.
"Ehm si...ciao!"
"Io sono Logan, non vai a ballare?"
"Uhm, no al momento non mi va...vieni anche tu al Seattle High?" chiedo per fare conversazione.
"Si, sono nella squadra di lacrosse" ora che lo osservo meglio è uno dei ragazzi che quando sono caduta rideva di me, e mi rabbuio subito
"Ah" dico.
"Mi spiace di aver riso quando sei caduta...ma devi ammettere che è stata una scena buffa..." dice sorridendo.
Ha un sorriso davvero sexy.
"In effetti..." dico ridendo, perché riflettendoci su avrei riso anche io a parti inverse.
"Devo ammettere che sei stata eccezionale a zittire quel coglione di Dylan. Probabilmente non gli era mai capitato che una ragazza lo mettesse a posto!"
"Ehm..." non so che dire.
Vedo che le ragazze non sono più in pista.
"Vado a cercare Olly e le altre!" dico a Logan.
"Ti accompagno!" dice semplicemente.
Non fatico molto a trovarle: sono in cucina con altri ragazzi, e noto con mio disappunto che ci sono anche Dylan e Maddy. Fantastico!
Maledico mentalmente Olly e me stessa, per aver accettato di venire qui.
"Caaaaa-sssieee...sorrellinaaa..eccoti qui!" biascica Olly, venendomi ad abbracciare.
Ma è ubriaca?
"Hey...quanto affetto" dico abbracciandola.
Dylan mi squadra dalla testa ai piedi, e dice "Non mi pare di averti invitata tappo!"
Ha detto tappo?
"Mi chiamo Cassie, e poi è stata Olly ad insistere affinchè venissi..." sbotto.
"Piantatela voi due...ci annoiate! Piuttosto giochiamo!" trilla Olly.
"Giocare?" non sarà un'altra battuta sul parco giochi?
"Si, a Beer Pong!" dice Lydia.
"Bee...che?"
Mi guardano tutti come se fossi Tom Hanks da poco tornato dall' isola dopo anni di solitudine, e si aspettassero di vedermi parlare con un pallone.
"Vi ricordo che in Italia facciamo giochi diversi!" sbuffo scocciata.
"In Italia va ancora di moda Pippi Calzelunghe?" scherza Dylan alludendo alla mia salopette.
"Ha-ha" lo scimmiotto.
Simpatico davvero!
"Semplice, ti spiego io: in pratica lo scopo è quello di centrare con una pallina da pong i bicchieri avversari che sono colmi di birra. Se ci riesci bevono loro, se così non fosse bevi tu. Vince chi centra più bicchieri " spiega dolcemente Logan con un sorriso.
"Si, grazie mille Wikipedia!" sbotta Dylan.
Ma che gli prende?
"E quello a cosa serve?" chiedo, indicando un bicchiere d' acqua ai lati del tavolo.
"Quello serve a sciacquare la pallina nel caso cadesse" spiega Susan.
"Oh" non mi sembra un gioco molto igienico, e inoltre chi perderà ne uscirà ubriaco marcio.
"Bene, ora che le regole sono state spiegate se vogliamo giocare entro stasera, sarei contentissima!"
Riconosco la voce ancor prima di voltarmi, è uguale alla risata: sguaiata.
Maddy indossa una maglia a rete che lascia intravedere il reggiseno, e una gonna nera di pelle.
Dio, ma vestiti che coprono no eh? Se domani andrò a fare shopping, comprerò delle maglie per lei! Sorrido al pensiero.
"Tappo, ma che fai ridi da sola?" mi provoca Dylan.
Non gli rispondo, e mi limito a lanciargli un' occhiataccia.
"Dobbiamo fare le squadre!" fa Lydia.
"Cassie con me!" fa Logan, e io gli sorrido grata.
Credevo che nessuno mi avrebbe mai scelta, visto che non so giocare.
Vedo Dylan guardare storto Logan, ma poi aggiunge "Olly, Maddy e Daniel con me"
Maddy ovviamente non perde occasione per strusciarsi su di lui.
Che gatta morta!
"Bene...allora io prendo Lydia e Susy!"
"Ok, cosa ci giochiamo?" chiede Daniel.
In che senso? Pensavo fosse un semplice gioco per divertirci no, allo scopo di vincere qualcosa. Ma adesso ho capito che con questi qui, niente è come sembra.
"Uhm.. propongo che se vincerà la nostra squadra, il weekend prossimo trascorreremo 48h insieme qui a casa di Dylan. Se vincerete voi..beh, no. A te sta bene Dyl?" chiede speranzosa Olly.
"Per me è lo stesso...tanto comunque ogni weekend siete qui" risponde Dylan con la sua voce roca.
Sembra assorto nei suoi pensieri, distratto da qualcosa.
Cosa? 48h di convivenza forzata con Dylan e Maddy? Neanche morta!
Mi guardo in giro, sperando che qualcuno dica qualcosa. Che sono pazzi ad esempio!
Ma sono tutti tranquilli, come se per loro fosse la normalità.
Non posso parlare per prima e comportarmi da bambina, perciò mi resta una sola cosa da fare: VINCERE!
Logan prende la pallina, poi si volta verso di me e dice "Soffia" gli sorrido, e soffio più forte che posso, poi tira la pallina e...segna!
"Adesso sei ufficialmente il mio portafortuna!" dice sorridendomi.
E' proprio carino penso, mentre osservo Olly tirare e centrare il bicchiere.
"Tocca a te!" trilla Lydia.
Sono nervosa ma faccio un enorme sospiro e tiro.
Ovviamente la pallina finisce a tutt' altra parte. Merda!
"Ancora niente occhiali, eh?" sottolinea il ragazzo con la voce roca.
"Sta' zitto Dylan!" sbotto.
"Tranquilla, il prossimo tiro andrà meglio!" mi rassicura Logan.
La squadra avversaria non sbaglia un colpo e neanche la nostra, e quando tocca di nuovo a me siamo tutti decisamente brilli.
"Coraggio Cassie, ce la puoi fare!" mi esorta Lydia.
Annuisco convinta.
Per non sbagliare decido di concentrarmi sull' immagine di Maddy avvinghiata a Dylan per ben 48h. Mi scappa una smorfia.
Faccio una piccola rincorsa per darmi la carica, poi tiro e....SEGNO!
Non ci posso credere, ho centrato quel maledetto bicchiere!
Lydia lancia dei piccoli strilletti, mentre batte le mani e saltella.
Logan mi abbraccia, mentre Susan mi da una piccola pacca sul sedere.
"Ora sei ufficialmente una teenager americana" scherza, ed io scoppio a ridere.
Dopo che anche gli altri hanno tirato, faccio rapidamente un calcolo dei punti: siamo pari. Ma a loro manca ancora un nostro bicchiere da rovesciare, visto che io ho sbagliato un tiro. L'unica speranza di vincere che ha la nostra squadra, è che loro sbaglino.
"Tiro io!" strilla Olly.
"No che non tiri tu!" ringhia Dylan.
"Ok, ok...tira tu, Dio rilassati!"
Dylan la fulmina con lo sguardo, e poi posa gli occhi su di me.
E ora perchè mi guarda? Mi sento a disagio.
Vorrei distogliere lo sguardo, ma allo stesso tempo mi sento agganciata al suo color caramello.
Senza staccare gli occhi da me, tira e centra il bicchiere. Ma come diavolo ha fatto?
"Beh mi pare sia chiaro chi ha vinto!" dice Dylan, prima di uscire dalla stanza.
Certo che è di un' arroganza unica e poi adesso dove è andato?
Se penso che dovrò passare due giorni con lui mi sento male.
Meglio non pensarci.
Susy mi tira per il braccio " Dai, andiamo a ballare!"
"Ok" dico, mentre la seguo nel salone.
Dopo un' oretta di saltelli e onde, decido che è meglio fermarmi un pò. Vado a prendermi un bicchiere d' acqua ed esco in giardino per prendere un pò d' aria.
Dylan non si vede da quando è uscito dalla cucina, e chiaramente non è con Maddy visto che è stata tutto il tempo a ballare con un tizio. Non che abbia prestato attenzione.
Seduta sul muretto mi guardo intorno perdendomi nei miei pensieri. Osservo le case e i ragazzi che sono in giardino.
Non ci posso ancora credere che sono realmente qui, in America, poco tempo fa potevo solo immaginare cosa volesse dire vivere in questo posto ed oggi ci vivo davvero. Non sono solo storie quelle che vedi nei film, non c'è niente di romanzato: è la effettiva descrizione della realtà di qui.
Ma perchè mi sento umida? Non mi sarò mica seduta sul bagnato?
Ma con orrore mi guardo la salopette, e mi sento svenire dalla puzza.
"Merda... mi dispiace...non sono riuscito a trattenermi!"
Non ci credo! Un ragazzo mi ha appena vomitato addosso. Ma che...
Mi alzo di scatto per dirgliene quattro, ma il ragazzo mi sembra realmente dispiaciuto e lo vedo davvero troppo male per inveire contro di lui, così mi limito a borbottare un "Non fa niente" e poi rientro in casa.
E' davvero arrivato il momento di andare via da questa festa, e poi stanno andando via quasi tutti!
Cerco di localizzare Olly, ma non la vedo, ma poi avvisto Lydia e Susan e mi fiondo da loro.
"Ragazze dov'è Olly? Voglio andar via!"
"Ehm..." Susan sembra preoccupata.
"Che c'è?"
"Ecco..vedi è lì!" indica il divano.
Mi volto e vedo che Olly è mezza svenuta sul divano.
Ma quanto ha bevuto? E adesso chi mi riporta a casa?
In Italia la patente si prende a 18 anni. Mio padre mi fece fare l'esame a 16 anni grazie ad una conoscenza ma in Italia la patente non sarebbe valsa fino ai 18, a differenza di qui. Ma non avendone mai bisogno, non ho mai fatto pratica e non mi sembra questo un buon momento per iniziare.
"Come torniamo a casa?" chiedo a Lydia e Susan.
"Abbiamo chiamato un taxi...ma Olly non può venire con noi!
Aspetta, ma quello è vomito?" Lydia indica i miei vestiti disgustata.
Glisso sul vomito "Cosa? Avete intenzione di lasciarla da sola qui, e in quello stato! Perchè?" strillo.
"Cassie noi siamo minorenni, il taxista se vede Olly in quello stato chiamerà la polizia!" spiega Susan.
E' vero, messa così hanno ragione, ma comunque non è un buon motivo per lasciarla sola, viste le condizioni in cui si trova.
"Ok, ma non la lascio qui, chi può accompagnarci?"
"Logan e Daniel sono già andati via...Maddy anche...perchè non provi a chiedere a Dylan?" riflette Lydia.
"Cosa? Lui no!" ma che problema hanno queste due. Non hanno notato il fatto che ci odiamo?
"E' la tua unica possibilità!" Spiega semplicemente Susan.
"E va bene...vado a cercarlo. Voi state qui con Olly fin quando non torno!" sospiro rassegnata, e inizio a cercare Dylan.
Al piano di sotto non c'è. Ho aperto un paio di porte: dietro una c'era un bagno, e dietro un'altra un ripostiglio... decisamente occupato. Quindi mi dirigo al piano di sopra, cercando di cancellare mentalmente l' immagine di un ragazzo e una ragazza che ci stavano dando decisamente dentro quando li ho interrotti nel ripostiglio.
Al piano di sopra ci sono tre porte, decido che per la mia incolumità è meglio se busso prima di entrare.
La prima porta si rivela essere un altro bagno, fortunatamente vuoto, la seconda è chiusa a chiave, quindi mi dirigo verso la terza porta.
Sento delle risatine di donna provenire dall' interno della stanza. Di male in peggio. Busso incerta.
"Chi è?"
Merda è la voce di Dylan.
"Ehm...sono Cassie...non vorrei disturbarti...solo che è urgente, puoi aprire?"
Dio, Cassie riprenditi cos'è questa disperazione nella voce.
Silenzio. Dylan non risponde. Appoggio l' orecchio sulla porta, ma sento un rumore di passi, perciò mi stacco subito dalla porta e mi addosso alla ringhiera.
Dylan apre la porta: è a torso nudo, ed ha i capelli più spettinati del solito. L' occhio mi cade sugli addominali e sull' elastico dei box, che fuoriesce dai pantaloncini.
Ha tatuata una lettera all'altezza del cuore, ed ha al collo una collana con una chiave.
D' un tratto mi sento la bocca asciutta.
Dylan dopo avermi scrutata per un attimo, dice "Beh? Cosa c'è di così importante che hanno mandato te? Oddio ma quello è vomito?" ride.
Ha una bella risata, e la cosa mi innervosisce.
"Si, è vomito! E sono qui, perché ho bisogno di un favore da parte tua...Olly è di sotto ubriaca, quindi non può guidare, o prendere un taxi. Non abbiamo nessuno che ci riaccompagni a casa!" agito le mani con enfasi.
Dylan alza un sopracciglio "Quindi io dovrei lasciare loro e aiutarti perché...?"
"Beh perché...perché....Olly è tua amica, no? Aspetta...loro?"
Ma quanti sono lì dentro?
Dylan è divertito "Si, loro. E poi si, Olly è mia amica, ma non le ho mica detto io di ubriacarsi. E' adulta e vaccinata, può cominciare a prendersi le conseguenze delle sue azioni. Avete il mio permesso di dormire sul divano. Ci si vede Pippi " fa per chiudere la porta, ma io la blocco con un piede.
Non mi va di dormire qui in questo macello. Non esiste.
"No, ti prego voglio tornare a casa. Sono stanca e puzzo da morire...ho bisogno di una doccia. Inoltre, se mio padre non ci trova domani a casa ci ammazza. Se mi aiuti mi offro di fare anche la tua parte nella relazione di scienze!" ecco adesso sembro veramente disperata.
"E come faccio a sapere se fai schifo in scienze. Non intendo mica rovinare la mia media. No grazie!"
Ecco il solito arrogante "Ti assicuro che sono brava e.." mi interrompo pensando che non è uno scansafatiche. Ha appena ammesso di avere la media alta. Chissà se è vero...
Dylan si passa una mano nei capelli, mentre mi guarda ardentemente. Sembra combattuto, ma poi ringhia "Fuori! La festa è finita!" guardandomi ancora.
Penso ce l' abbia con me, così mi avvio sconfitta verso le scale, ma lui mi afferra un polso.
"Non tu, tappo!"
Ha le dita ruvide, la presa è salda, ma non mi fa male...anzi è piacevole quel contatto.
"Eddai Dylan, torna qui!" piagnucola una ragazza da dentro la stanza.
"Mi avete sentito, ho detto fuori!" mi tiene ancora per il polso.
Sento dei rumori, e poi due ragazze escono fuori mezze svestite, lanciando un' occhiataccia prima a Dylan e poi a me. Troie.
Dylan rientra nella stanza, lasciandomi il polso.
Ad un tratto mi sento vuota.
Lascia la porta aperta, così io rimango sulla soglia, mentre lo guardo indossare una felpa grigia. Noto che la stanza è davvero anonima per essere la stanza di un adolescente. Poi mi lancia una maglia nera che riconosco come quella che indossava prima di sotto, e dei pantaloncini.
"Eh?" cosa devo fare con questa roba?
"Non pensavi mica che ti avrei fatta entrare in macchina con i vestiti sporchi di vomito. Puzzi da morire!" mi guarda shockato.
Beh... in realtà si, lo pensavo.
"Non mi va di cambiarmi" dico.
Non penserà mica che mi cambi davanti a lui.
"Invece lo fai, se vuoi che vi accompagni, altrimenti richiamo Sasha e Kim."
Immagino che Sasha e Kim siano quelle due appena uscite dalla sua stanza. Porco!
"E va bene...aspettami quì, vado in bagno a cambiarmi!"
"Si, Bambi!"
Che stronzo, mi chiama Bambi solo perchè non ho la faccia tosta di cambiarmi davanti a lui...gli faccio una linguaccia, e mi avvio in bagno.
Quando indosso la maglia sento che ha un profumo buonissimo, e mi arriva praticamente a metà coscia. Dylan è davvero alto, o forse sono io troppo bassa.
Indosso velocemente i pantaloncini che vengono completamente ricoperti dalla maglia. Noto con orrore che a questo punto è come se indossassi un vestitino.
Quando esco fuori Dylan è appoggiato a una parete, e quando mi vede mi squadra dalla testa ai piedi e si lecca le labbra.
Mi sento arrossire al pensiero che gli stessi fissando le labbra.
"Ehm...andiamo?" dice, passandomi una busta in cui metto i vestiti sporchi.
"Si..grazie..." dico seguendolo giù per le scale.
Arrivati di sotto mi rendo conto che non c'è più nessuno, e che la casa è un vero disastro. Chi pulirà questo casino?
Olly dorme ancora sul divano, e di Lydia e Susan non c'è traccia. Devono essere andate via senza aspettarmi. Appena le vedo gliene dico quattro.
Dylan prende Olly in braccio, e la porta fuori mentre io mi limito a trotterellare dietro di loro, poi si ferma davanti una jeep azzurra. Sistema Olly sul sedile davanti e le attacca la cintura, poi le poggia le testa verso il finestrino, e lo apre. Certo che sa essere davvero dolce quando vuole.
"Dai sali!" mi dice in tono rude. Riecco il solito Dylan.
"Dio si gela!" dico una volta in macchina.
Dylan mi guarda dallo specchietto retrovisore, e poi accende l' aria calda.
Questi gesti mi confondono, quando sembra che sia sempre rude e scontroso, tira fuori dei momenti di gentilezza.
Merda. Mi rendo conto che non conosco l' indirizzo di casa, e adesso?
"Dylan?"
"Si, mi pare sia il mio nome." scherza, ma poi vedendomi tesa aggiunge "Cosa c'è?"
"Ecco io...non so dove abitiamo!" ammetto.
Dylan scoppia a ridere "Bambi, certo che tu sei proprio impossibile. Fortuna che lo so io!" scuote la testa.
"Mi chiamo Cassie!" ma lo dico poco convinta, in realtà sto ridendo anche io.
Dopo una ventina di minuti di silenzio imbarazzante, ci fermiamo finalmente di fronte casa. Scendo dalla macchina, prendo le chiavi e apro la porta. Dylan dopo aver ripreso Olly in braccio, si avvia al piano di sopra.
Ma come fa a sapere dove si trova la sua stanza?
Tuttavia sta per portarla in camera mia, quando lo fermo.
"Hey quella è la mia camera, la sua è quella di fronte!" bisbiglio, anche se non c'è nessuno.
"Oh..." sembra confuso.
La poggia delicatamente sul letto, poi mi aspetta fuori mentre io le tolgo le scarpe, e le metto una coperta. Quando esco vedo che sta sbirciando nella mia camera senza però entrare.
"Che fai, ti impicci delle mie cose?" chiedo scherzando.
"No io...Niente!" risponde nervoso mentre richiude la porta.
Sembra che se la sia presa. E' così strano...
Decido di non dare corda ai suoi sbalzi d' umore.
"Grazie di tutto Dylan, non so come avrei fatto altrimenti...i vestiti li lavo e te li riporto!"
"Non importa, tienili!" dice brusco.
"Ok..." ma perchè fa così?
Ci fissiamo in silenzio per un attimo.
"Beh, ora che non c'è più bisogno di me...andrei!" il tono si è addolcito. Dio, come è lunatico!
"Ehm...si, grazie ancora..." faccio per entrare nella mia stanza, quando Dylan dice "Buonanotte Cass!"
Cass! Mi ha appena chiamata Cass! Non tappo, rossa o Bambi, ma Cass! Sento il mio cuore saltare un battito. Il mio nome detto da lui sembra una cosa bellissima: forse è a causa della sua pronuncia, o della sua voce roca, o del modo in cui la sua lingua sembra accarezzare le lettere del mio nome. Inoltre nessuno mi chiama così, solo i miei genitori.
Un sorriso mi si stampa in viso.
"'Notte Dobs" perchè l' ho chiamato così?
Dylan mi sorride, poi si volta e se ne va.
Rimango lì piantata ancora per qualche secondo, prima di riprendermi.
Una volta a letto mi addormento subito pensando alla bella, ma strana serata appena trascorsa.
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Dans de beaux draps
FanfictionDopo un po' non fa più male. È così che dicono tutti, no? Non fanno altro che ripeterci che il tempo sistema ogni cosa, che ci si abitua a tutto...che si impara a convivere con il dolore, che dopo un po' diventa tutto più facile. Beh...mentono! "Dan...