Cap. 40

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Dylan mi guida in bagno e apre l'acqua della doccia, poi incomincia a togliersi le scarpe e a slacciarsi i pantaloni.
"Che fai?" chiedo allarmata.
"È uso comune fare la doccia nudi." mi beffeggia.
"Voglio dire...perché ti stai spogliando davanti a me? Con fare la doccia, pensavo che intendessi separati." mi trema la voce.
"Non dirmi che ti vergogni, Bambi!"
Sì.
"No, certo che no..." mento.
"Non pensi che dopo quello che mi hai appena fatto, la timidezza risulti essere un po', che so...superata? Senza contare che io ho già visto tutti i tuoi lati nascosti al pubblico." mi fa l'occhiolino.
Sto zitta.
Si è vero, c'è stato qualche scambio di intimità tra me e Dylan, ma non mi ha mai vista completamente nuda, ero sempre coperta in parte da qualche indumento.
"Cass...cosa c'è che non va?" chiede lasciando da parte l'ironia, ed usando un tono più dolce.
"Ok, hai vinto! Mi vergogno..." mormoro.
"Di cosa esattamente?"
Sbuffo "Dylan avrai visto un centinaio di ragazze nude, e conoscendo i tuoi gusti saranno state delle modelle mancate. Nel caso non te ne fossi accorto, le mie gambe arrivano solamente fino a qui!" mi indico le cosce con la mano piatta, come se fosse la punta di un metro.
Dylan in un attimo è a un passo da me, mi prende il volto dalle mani e dice "Cass, smettila di dire così. Non hai niente da invidiare a nessuna. E poi hai detto bene, conosci i miei standard, quindi perché avrei dovuto abbassare l'asticella frequentando te, se non ti ritenessi all'altezza?"
Non rispondo, e mi limito a guardarlo negli occhi.
Dylan sospira, e dice piano "Inizio a spogliarmi io, ok? Se decidi che non sei pronta a spogliarti, non ti forzerò piccola, lo sai vero?"
Annuisco lentamente.
Dylan si sfila la maglia nera, poi si china leggermente per togliersi slip e jeans.
Vedo i suoi muscoli guizzare ad ogni suo movimento.
È perfetto, sembra una statua greca, penso.
"Preferisci che mi metta così?" Dylan si poggia con una mano al lavandino, incrocia le caviglie e alza il mento, assumendo una posa plastica.
Eh?
"Come, scusa?" sbatto velocemente le ciglia, per riprendermi dal mio momentaneo stato di trance.
"Credevo mi stessi scattando una fotografia, o forse erano raggi x quelli?" indica i miei occhi.
"Dylan sei un pallone gonfiato!" strillo, rossa in volto dalla rabbia. E non perché mi abbia beccata a fissarlo, sia chiaro.
"Hai un po' di bavetta agli angoli della bocca, lascia che te l'asciughi." scoppia a ridere.
"Dylan sei un cretino patentato!" dico scoppiando a ridere a mia volta.
Quando ride così di gusto è veramente difficile trattenersi, la sua risata diventa decisamente contagiosa.
Vedo ad un tratto il suo viso ritornare serio.
Alzo gli occhi al cielo: ma come fa a cambiare così velocemente umore?
Il suo sguardo è profondo e la sua voce è roca, quando dice "Se fossi io a spogliarti, ti sentiresti di più a tuo agio, Cass?"
Oddio. E se me lo chiedi così...
Annuisco.
"Devi rispondermi, piccola."
"S..sì, insomma...solo se lo vuoi."
"Oh Cass, altroché se lo voglio...sogno di spogliarti praticamente ogni notte." si morde un labbro.
"Voltati!" mi ordina, ed io obbedisco.
Quando le sue dita mi sfiorano il collo per spostarmi i capelli, sento un brivido salirmi lungo tutto la schiena.
Tira lentamente giù la cerniera del vestito, indugiando un po' di più arrivato al fondoschiena.
Lo sento inspirare e espirare profondamente, poi poggia le mani sulle mie spalle, infila i pollici sotto la stoffa e mi cala lentamente il vestito.
Quando sento l'abito arrivarmi alle caviglie, lo scaccio via con i piedi e mi volto verso di lui.
Dylan sgrana gli occhi sconvolto.
"Che cazzo è quella roba!" stridula indicandomi.
Calo lo sguardo sul mio corpo ed istintivamente tento di coprirlo con le mani. Mi sento una stupida.
Dylan mi afferra i polsi e me li rimette ai lati dei fianchi, poi scuote la testa frustrato.
"Non hai capito! Scusa, devo essermi espresso male. Non cercavo di offenderti, cercavo di capire che diavolo ti eri messa addosso." 
"Intimo femminile." dico semplicemente.
Ma è scemo?
"No, quello è fottuto pizzo Cass." abbaia.
E ti pareva che Dylan non fosse esperto di lingerie femminile?
Ne avrà vista tanta lui, ricorda il mio ego ferito e mosso dalla gelosia.
"Sono abituata ad indossare completini intimi coordinati fin da piccola. Sai, non volevo saltassero fuori dal body di danza i mutandoni della nonna." spiego velenosa.
"E spiegami il perché delle calze auto reggenti, allora. Non fraintendermi, le adoro. Cerco solo di capirti, perché è chiaro che ogni secondo che passa mi stupisci sempre di più." sibila.
Scrollo le spalle "Non sopporto le calze normali, devo star sempre a tirarle su. E sotto questo vestito non potevo evitare di metterle affatto, come l'altra volta." dico, riferendomi al giorno della fiera.
Dylan si passa una mano sulla faccia avvilito.
"Ribadisco: tu mi vuoi morto Cass! Per non parlare di quelle tette che per poco non ti saltano fuori da quello striminzito reggiseno a balconcino, poi...ringrazia che non ti abbia già portato sul letto e scopata con forza."
Trasalisco "Io non voglio fare sesso con te, non così almeno."
Ho sempre sognato la mia prima volta con il mio fidanzato, e non con uno con cui non ho ben chiaro in che rapporti sono.
"Così?" chiede quasi, non so...spaurito.
"Senza che io abbia preso una decisione riguardo noi." chiarisco.
Vedo Dylan rilassarsi visibilmente, poi mi mette due dita sotto il mento per costringermi a guardarlo.
"Tranquilla piccola, non succederà niente fin quando non lo vorrai." mi schiocca un bacio a timbro sulle labbra.
"E ora togliamoti via quella dannata distrazione di dosso."
Dylan con un dito mi sgancia il reggiseno...deve aver avuto molta esperienza, se riesce a farlo così velocemente.
Dopo infila i pollici ai lati delle mie mutandine, e me le tira piano giù fino alle caviglie, passa poi alle calze: me le sfila una alla volta con una lentezza disarmante, sfiorando con le sue labbra ogni mio centimetro di pelle.
Se continua così, potrò anche dire addio al mio autocontrollo.
"Dylan..." lo avverto in un soffio.
Dylan sghignazza, e poi mi conduce sotto la doccia tenendomi per mano.
L'acqua è tiepida e rigenerante.
"Mmh..." mugugno.
"Calmati piccola, non ti ho ancora fatto niente." mi prende in giro, e io gli do uno schiaffetto sul braccio. Anche se l'idea che mi stia per toccare, mi costringe a stringere leggermente le gambe.
Vedo gli occhi di Dylan brillare, mentre mette del docciaschiuma su una spugna.
"Voltati, che adesso ti lavo!" ordina.
Lo guardo confusa, ma poi faccio come mi dice.
Dylan fa scivolare la spugna sul mio collo, scendendo piano sui miei seni: lava prima uno, e poi l'altro.
Passa a lavarmi la pancia, e quando si ferma sul mio punto più sensibile, fa cadere la spugna a terra.
Il suo posto viene preso dalla sua mano, la quale descrive dei lenti cerchi. Sento l'ormai familiare calore crescere dentro di me, e quando mi infila inaspettatamente due dita dentro con forza, il mio corpo è preso da spasmi, e le gambe iniziano a tremare.
Quando riapro gli occhi e mi volto per guardare Dylan, vedo che mi sta già fissando.
"Sei bellissima!" dice adorante, e io questa volta gli credo. Ma solo un po'.
Dopo esserci lavati, stavolta senza distrazioni, Dylan mi passa la sua maglia.
"Questa la teneva addosso Maddy, prima!" sbuffo seccata.
"Non era questa. E non le ho di certo dato io il permesso di metterla...deve afferrato la prima cosa che le sarà passata sotto le mani." spiega.
"Ancora non mi hai detto perché era nuda a casa tua!" sibilo tagliente, mentre mi infilo la sua maglia: profuma di lui.
"Mi pareva di avertelo detto. È venuta a casa mia, con l'intento di...beh sai per cosa, ed ha incominciato a spogliarsi. Ero sul punto di mandarla via, quando ho sentito dei rumori di passi provenire da fuori casa." ridacchia.
"Ah."  deve riferirsi al mio monologo interiore avuto sul suo portico.
Ci laviamo i denti con le dita, e poi ci mettiamo a letto.
"Vieni qui!" dice allargando le braccia, e io corro ad accoccolarmi sul suo petto.
"Mi piace quando indossi i miei vestiti...solo tu." specifica accarezzandomi i capelli.
Un enorme sorriso spunta sulla mia faccia, anche se non può vedermi.
Sto per chiudere gli occhi, quando scorgo una cosa interessante dietro il suo armadio: una chitarra.
"Sai suonare il basso?" chiedo entusiasta.
"Sì." afferma asciutto.
"Dimmi che mi suonerai qualcosa." supplico.
"Non se ne parla, Cass! Quella era un'altra vita."
"Ok..." decido di non insistere per stasera.
"Ah, Cass?"
"Si?"
"Promettimi di non metterti mai più questo vestito."
"Perché? Credevo ti piacesse!"
"Lo so che è di Olly, e non che a te stia male, sia chiaro, ma non voglio che indossi le sue cose..."
"Va bene..." dico semplicemente.
Chissà come fa a sapere che il vestito sia di Olly, mi chiedo.
Avrà spogliato anche lei quando lo aveva indosso?
Scaccio via il pensiero, oggi è stata una giornata troppo lunga per rimuginare su queste cose.
"Buonanotte Dyl." mi sporgo a dargli un bacio.
"Sogni d'oro, piccola." 

                 Spazio Autrice Ciao tesori! 👋🏻Piaciuto il capitolo?Se sì, come sempre lasciatemi una stellina ed un commento! ⭐️✏️Bacini 😘 @littlemissvixen93 💗

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